“MI SPUTAVANO PER STRADA, È UN MIRACOLO CHE NON MI ABBIANO AMMAZZATO” – CARLOTTA VAGNOLI, L’INFLUENCER E ATTIVISTA INDAGATA PER STALKING CON VALERIA FONTE E CON LA GIORNALISTA BENEDETTA SABENE, ORA FRIGNA E VUOLE PASSARE DA VITTIMA. DUE MESI FA E’ FINITA NELL’OCCHIO DEL CICLONE PER LA PUBBLICAZIONE DI ALCUNE CHAT, IN CUI MOLTI PERSONAGGI PUBBLICI (TRA CUI SERGIO MATTARELLA) VENIVANO PRESI A MALE PAROLE: “GLI INSULTI IN CHAT? NON SONO COLPEVOLE DI NIENTE. ERA BECERA IRONIA. HO PERSO TUTTO, LA MIA FACCIA È APPARSA SU VOLANTINI NEONAZISTI, HO DOVUTO CAMBIARE CASA E NELLE NUOVA MI SONO BARRICATA PER UN MESE E MEZZO. DEVO RIPARTIRE DA ZERO” – NON UNA PAROLA DI AUTOCRITICA SULLE “GOGNE DIGITALI” ORGANIZZATE INSIEME ALLE SUE COMPAGNE DEL “COMMANDO FEMMINISTA”, CHE HANNO PORTATO UN POVERO CRISTO A TENTARE IL SUICIDIO...
Estratto dell’articolo di Ugo Milano per www.open.online
carlotta vagnoli in altre parole 9
«È un miracolo che non ci sia scappato il morto, io ho ricevuto minacce». A un mese e mezzo di distanza da polverone mediatico scatenato dalla pubblicazione di alcune chat, in cui molti personaggi italiani di spicco (tra cui Sergio Mattarella) venivano presi a male parole, l’influencer e attivista femminista Carlotta Vagnoli ha deciso di rompere il silenzio con una serie di tre storie su Instagram.
Con le indagini per stalking avviate verso un probabile rinvio a giudizio, gli insulti che si scambiava nel gruppo condiviso con altre due attiviste (Flavia Carlini e Valeria Fonte) sono stati l’ultimo pezzo del puzzle e hanno fatto crollare completamente l’immagine pubblica di Vagnoli. «Ho perso tutto, è saltato tutto per cose che non esistono, per diffamazioni senza verifica».
carlotta vagnoli valeria fonte
«Ho chiesto scusa a chi pensavo di doverlo», lo ammette l’influencer. Ma in un lungo discorso che in fin dei conti ricalca le posizioni su cui Vagnoli, come le altre due amiche, si erano arroccate ormai 50 giorni fa, quando Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano aveva per prima messo nero su bianco alcuni dei messaggi che le giovani attiviste si erano scambiate. «Su quasi 7.900 pagine di chat sono state estratte 22 frasi.
È stato completamente escluso il contesto. È impressionante come sia stato fatto un vero e proprio taglio ad arte». Colpa, a dire di Vagnoli, dei giornalisti «guardoni» che «non hanno fatto il loro lavoro» e hanno anzi pubblicato chat private che «sono al 99% ininfluenti ai fini dell’indagine». Causando così la «distruzione della vita di sei persone».
PUNTO D - LA RUBRICA DI CARLOTTA VAGNOLI PER D DI REPUBBLICA
Quegli insulti, però, ci sono e li hanno letti tutti. Ma per l’influencer non gli è stato dato il giusto valore: «Ho usato termini molto brutti e me ne prendo la responsabilità, soprattutto quelli da vernacolo del peggior tipo usati contro un uomo molto potente. Chiederò scusa a chi penso di doverne, con alcune persone l’ho già fatto.
Ma non sono colpevole di niente. Sono chat private, tra amici, con toni colloquiali anche molto forti ma che non dovevano uscire». Con il risultato che, in alcuni casi, è stato fatto passare per insulto qualcosa che voleva essere «becera ironia».
Eppure quell’articolo di Lucarelli, le ha stravolto la vita. «Ho perso tutto: un libro a cui ho lavorato per 2 anni, la mia attività da autrice e scrittrice, collaborazioni con i giornali, conferenze, lezioni, tour nei teatri per il nuovo spettacolo a cui lavoravo da un anno, volontariato», racconta Carlotta Vagnoli. Non solo. Le minacce si sono fatte più insistenti: «Il mio indirizzo, il mio numero, le mie password sono state pubblicate sui social. Ho ricevuto insulti e sputi per strada, la mia faccia è apparsa su volantini neonazisti, il mio nome su gruppi Incel, ho dovuto cambiare casa e nelle nuova mi sono barricata per un mese e mezzo. Ora devo ripartire da zero, ma questo non mi spaventa, lo farò a testa alta».
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CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE
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