“ANDREOTTI STAVA PER CADERE. GIOVANNA FLORA, LA MIA AUTRICE, EBBE LA PRONTEZZA DI FERMARLO. E LUI DISSE: 'LEI È L'UNICA CHE PUÒ DIRE DI AVERMI IMPUNEMENTE TOCCATO LA GOBBA'..." – VITA, TV E RICORDI DELL’82ENNE MICHELE GUARDI’, DA MIKE A BAUDO, DA GILETTI A FRIZZI. E DEI DUE ATTUALI CONDUTTORI DEI "FATTI VOSTRI"? "FLAVIO MONTRUCCHIO È STATO UNA VERA SORPRESA. NON ESAGERA MAI, È EMPATICO CON PUBBLICO" (ANNA FALCHI NON PERVENUTA) – "LA TV DI OGGI? È LA FOTOCOPIA DEI TEMPI. DICIAMO CHE OGGI IN PITTURA NON C'È UN RAFFAELLO... ECCO, ANCHE PER LA TV È COSÌ” - IL LIBRO
Adriana Marmiroli per “la Stampa” - Estratti
Troneggia – letteralmente – al centro dello studio dei Fatti vostri Michele Guardì: lo storico programma di Rai2 l'ha creato quasi 35 anni fa ma, anche se è ormai in pensione (82 arzillissime primavere), non riesce ad abbandonare la sua creatura. Per mezzo secolo uomo Rai come pochi altri, prima come autore poi come regista e ideatore quotidianamente in prima fila, gli piace spaziare: è al lavoro su un nuovo spettacolo teatrale e su un sesto romanzo.
Questo mentre è appena arrivato in libreria Casa Farfalla (e altre storie di Castroianni), (Baldini + Castoldi), racconti ambientati in un paese immaginario che ricorda quello della sua infanzia, Casteltermini: Sicilia profonda, postbellica, povera e semplice, periferica ma anche molto «uguale al resto del mondo». Pettegolezzi, complotti, amori, un'umanità un po' tenera e un po' buffa.
E sullo sfondo la Sicilia che cambia, dall'arrivo degli americani nel 1943 agli Anni '60 del boom. «Di quel mondo io sono una specie di cronista: riporto storie vere di un tempo lontano, in cui sono cresciuto e mi sono formato e che alla fine ho ritrovato un po' ovunque».
Cosa la spinge a varcare ancora dopo tanti anni le soglie degli studi Rai?
«Il divertimento. Al mattino mi alzo contento sapendo che mi aspetta la piazza dei Fatti vostri. Lo faccio da 35 anni, e se non fosse così, staccherei subito. Ma non credo che accadrà tanto presto».
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Giancarlo Magalli disse che siete una «generazione degli immortali». Aveva ragione?
michele guardi al funerale di pippo baudo 1
«Diciamo che, dopo 50 anni di professione, sono pronto ai prossimi 50».
Con lui, conduttore più longevo dei Fatti vostri come vanno i rapporti? Tra voi, spesso, sono state scintille.
«Ma no. Solo scaramucce per fare spettacolo. Il successo di un programma si nutre anche di questo. È uomo dall'intelligenza vivace e divertente, con un carattere molto simile al mio, soprattutto quando si tratta di fare una battuta».
Come fu che da Casteltermini, provincia di Agrigento, negli Anni '70 arrivò a Roma, in Rai?
«In realtà inizialmente fu Milano: perché le "Lotterie" si facevano lì. Io lavoravo già da un po' per la Rai in alcuni programmi radio regionali. E da tempo mi esibivo insieme a mio cugino Enzo Di Pisa: scrivevo i testi, cantavo, parlavo, ero portato per lo spettacolo.
Pino Caruso ci aveva già notati; ma fu Tuccio Musumeci a segnalarci a Baudo, che volle incontrarci. Ci diede fiducia e subito ci prese nella sua squadra di autori. Da lì passai a lavorare con Falqui per programmi come Al Paradise (vinse la Rose d'Or de Montreux, che in Europa che premiava la miglior tv dell'epoca). Milano fu utile perché cominciai a entrare nel meccanismo Rai, e quando mi trasferii a Roma non ero più un pivello».
michele guardi al funerale di pippo baudo
È vero che tutto cominciò con Mike Bongiorno?
«Da bambino, lui e i suoi quiz per me erano la tv, insieme agli sceneggiati. Lo vedevo e sognavo di fare come lui. Quando l'incontrai molti anni dopo, mi inginocchiai e gli baciai la mano. Era molto stupito. Poi fu il mio turno di esserlo, quando mi disse di conoscermi e di apprezzare il mio lavoro. Lui che lo diceva "bravo" a me! Per quanto faccia, so che non raggiungerò mai il suo livello».
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Baudo è stato il papà televisivo?
«Ho cercato da subito di capire i confini dentro cui si muoveva per imparare dalla sua grande esperienza e professionalità. Era un altro mostro sacro. Difficile che sbagliasse qualcosa. Preciso, puntiglioso, informatissimo. Si svegliava alle 5 e leggeva tutti i quotidiani: quando arrivava in studio sapeva già tutto».
E quali erano quei confini?
«Il rispetto del pubblico. L'occhio all'attualità».
Anche lei ha creato non pochi personaggi che hanno fatto la storia della tv.
«Diciamo piuttosto -per fare un paragone calcistico - che io li ho messi in campo, poi sono loro ad aver fatto goal».
Massimo Giletti.
«L'ho preso dall'informazione su segnalazione di Minoli. Capii subito che aveva una marcia in più. E infatti, da giornalista che era, si è rivelato un vero uomo di intrattenimento».
Vero che una volta lo stressò al punto da farlo svenire?
«Leggenda metropolitana.
Non gli davo tregua su non so più cosa e lui (forse) disse "mi farai morire", fingendo un mancamento. Poi il racconto è montato, fino a creare qualcosa di mai accaduto».
Fabrizio Frizzi.
«Grande professionista. Scrupoloso e gentile. Studiava, si preparava. Ricordo la volta che lo trovai angosciato perché in trasmissione doveva venire Andreotti. Lo tranquillizzai: "tu incontri la persona, non il personaggio". E infatti andò benissimo. Al di là di quel che si dice di lui, poi, Andreotti è uno simpaticissimo, battuta pronta e molta ironia. Come dimostrò anche in quella occasione».
MASSIMO GILETTI RITA DALLA CHIESA MICHELE GUARDI
Cosa accadde?
«Inciampò e stava per cadere. Giovanna Flora – mia storica, indispensabile autrice – ebbe la prontezza di prenderlo per le spalle e fermarlo.
Poi: "Vede, signora, lei è l'unica che può dire di avermi impunemente toccato la gobba" (Guardì ne imita la vocetta nasale, ndr)».
Alberto Castagna?
«Altro grande professionista mancato troppo presto. Di grande umanità. Ricordo che una volta, durante una telepromozione gli scoppiò la risarella. Andò avanti senza riuscire a fermarsi per una ventina di minuti. La mandammo in onda: ebbe ascolti da record».
giancarlo magalli michele guardì
E dei due attuali conduttori di "Fatti vostri"?
«Montrucchio è stato una vera sorpresa. Non lo conoscevo affatto: me l'ha proposto il direttore di Rai2 e ho capito subito che era perfetto per noi. Come Castagna ha la mia stessa concezione di tv: non esagera mai, è empatico con pubblico (NB: Falchi non pervenuta, ndr)».
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Cosa pensa della tv di oggi?
«È la fotocopia dei tempi. Racconta la vita com'è. Non possiamo dirla più bella o meno bella. Diciamo che oggi in pittura non c'è un Raffaello... Ecco, anche per la tv è così».
matteo salvini michele guardi'
umberto broccoli michele guardi foto di bacco
michele guardi foto di bacco
michele guardì

