NUOVO CENTRODEBOLE – ALFANO SOTTO ACCUSA PER LE CANDIDATURE DI CESA E SCOPELLITI MA SOPRATTUTTO PER LA STRATEGIA TROPPO FILO-RENZI – DUE GIGANTI: SCHIFANI IN ROTTA DI COLLISIONE CON QUAGLIARELLO

Francesco Cramer per ‘Il Giornale'

Tutti contro tutti. E tutti contro Alfano. Tira una brutta aria nel Nuovo centrodestra: personalismi, malumori e paura di non arrivare al fatidico 4% scuotono la truppa dei diversamente berlusconiani. Truppa che, letti i resoconti su tutti i quotidiani che parlano di divisioni e fratture, corre ai ripari con il seguente comunicato: «Noi, senatrici e senatori del Nuovo centrodestra, ribadiamo la nostra unità contro le faziose, e talora calunniose, campagne degli ambienti politico editoriali che ci vogliono fermare». Seguono le firme di tutti i senatori a eccezione del povero Paolo Bonaiuti. L'ultimo salito a bordo della nave e subito dimenticato nella stiva.

I mal di pancia, però, ci sono e l'insoddisfazione per la compilazione delle liste Europee è solo la punta dell'iceberg del malessere. Sul banco degli imputati c'è il leader in persona. L'accusa ricorrente: «Siamo un partito dall'impostazione troppo verticistica. Non si discute e soprattutto decide soltanto Alfano, dopo essersi sentito con i ministri». Brucia ancora la scelta di Angelino di voler candidare a tutti i costi per Strasburgo l'udiccino Cesa e il governatore calabro Scopelliti.

Ma non è soltanto la scelta dell'eurosquadra a far arricciare il naso agli alfaniani. Sulle nomine Angelino è stato ingordo. Tre nomi su tutti: l'avvocato Andrea Gemma piazzato nel cda dell'Eni; il finanziere Salvatore Mancuso nel cda dell'Enel e l'amica Marina Calderone in Finmeccanica. Tutta roba sua.

L'esercito degli scissionisti è piccolo ma troppo vasto per accontentare tutti i soldati. Da qui le inquietudini crescenti. È irritato Renato Schifani, entrato in rotta di collisione con Gaetano Quagliariello. «In fondo i due non si sono mai sopportati neppure ai tempi del Pdl», confessa un anonimo forzista. Schifani, che ha fatto la seconda carica dello Stato e poi il capogruppo azzurro, scalpita.

Ha fame di ruolo. È il più attivo nel premere per il matrimonio con l'Udc perché, qualora si perfezionassero le nozze e si facesse un nuovo gruppo al Senato, Schifani ambirebbe a fare il capo. Scalzando l'attuale capogruppo Maurizio Sacconi. A sbarragli la strada proprio Quagliariello che però, sulla compilazione delle liste, è uscito sconfitto: lui faceva il tifo per la ricandidatura di Erminia Mazzoni, l'asse Schifani-Alfano per Cesa.

Il rapporto con l'Udc è un altro motivo di scontro. Favorevoli alla fusione sono Alfano, Schifani e i ciellini Lupi e Formigoni. Non tutti la pensano così e la frattura interna diventa fossato quando quotidianamente partono i battibecchi via agenzia di stampa con gli ex amici forzisti. I più lesti a gettare benzina sul fuoco dell'antiberlusconismo sono Schifani, Formigoni, a tratti Cicchitto, e in genere gli alfaniani provenienti dall'ex An come Saltamartini e Piso.

Meno accanita, ad esempio, la capogruppo alla Camera Nunzia De Girolamo. In tanti lamentano: «Il nostro avversario non può essere Forza Italia, con cui siamo destinati ad allearci, ma la Lega Nord». Cicchitto, invece, da vecchio socialista ha il terrore di diventare una balenottera bianca: «Non possiamo fare una piccola Dc», ripete.

L'altra grana: «Siamo troppo appiattiti su Renzi», lamentano. Critica diretta ad Alfano, reo di pensare più al governo che al partito. Tant'è vero che nelle ultime ore sono partite dichiarazioni di guerra, specie sul tema lavoro: «Renzi ha dichiarato che è necessario trovare un punto di incontro tra le posizioni del Pd e di Ncd sul decreto lavoro. Ci aspettiamo dal Pd un atteggiamento conseguente. E se non sarà così, Ncd farà battaglia», giura Sergio Pizzolante.

 

alfano schifani saltamartini de girolamo ballano happy al congresso di ncd Silvio Berlusconi con Alfano e SchifaniQATIPM x alfano formigoni maroni Gaetano QuagliarelloLETTA ALFANO LUPI PAOLO NACCARATO ENZO CARRA andrea gemma.Maurizio Sacconi

Ultimi Dagoreport

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…