1. NON C'È PIÙ LA CENSURA, C'È QUALCOSA DI PEGGIO: L'INCRITICABILE. ESISTE, IN ITALIA, UNA CATEGORIA DI CELEBRITÀ PIÙ INTOCCABILI DI GARIBALDI. LE LORO OPERE SONO SACRE E NON POSSONO MAI ESSERE MESSE IN DISCUSSIONE. O SEI UN “ROSICONE” 2. NEGLI ULTIMI ANNI, IL TRONO DI GRAN CAPO DEGLI INCRITICABILI ERA TOCCATO A NANNI MORETTI, OGGI TOCCA A PAOLO SORRENTINO. CHI DISSENTE O FA UNA DOMANDA CHE NON SIA DA FABIOFAZIO È ‘NU CRETINO, COME DICE FUORI DALLO SCHERMO L’ATTORE SERVILLO INTERVISTATO DA UNA GIORNALISTA POI INDIRIZZATA AFFANCULO DALLO STESSO 3. E COSÌ UN FILM COME “LA GRANDE BELLEZZA” CHE CRITICA A OGNI FRAME L’ITALIANO COME CATEGORIA MORALE ED ESTETICA, DEVE ESSERE CIRCONDATO DA QUELL’AURA DI ENCOMIO, DI TONO UFFICIALE DA FRECCE TRICOLORI, DA CINEMATOGRAFO DI MARZULLO, DA INAUGURAZIONE DEL MUSEO DELLA PIZZA CON LA BENEDIZIONE DEL MONSIGNORE

http://www.youtube.com/watch?v=zmQgdsjfqdI

1. DAGOREPORT
Non c'è più la censura, c'è qualcosa di peggio: l'incriticabile. Esiste, in Italia, una categoria di celebrità più intoccabili di Garibaldi. Le loro opere sono sacre e non possono mai essere messe in discussione. Non soltanto non è concesso un giudizio negativo sulla loro produzione globale, ma ogni prodotto che esca dalla loro fucina gode di questa immunità alla critica.

Negli ultimi anni, il trono di gran capo degli incriticabili era toccato al tormentatissimo Nanni Moretti, i cui film hanno riscosso una percentuale di recensioni favorevoli come quella dei voti del partito unico in uno Stato dittatoriale: 99, 99 per cento a favore; O,O1.contro. Si provi a parlar male di un personaggio come lui, dall'aspetto così ritroso, scontroso e riottoso, e tutta la comunità dei fedeli e degli addetti ai lavori griderà al sacrilegio.

Oggi si cambia. Tocca ai film di Paolo Sorrentino. Ormai non è più un autore, ma la Messa cantata a San Pietro. Issato sull'altare il monumento del messia napoletano col ditino alzato e lo sguardo sprezzante, e intorno c'è una folla che gli lecca i piedi e i fotogrammi. Nella critica della "Grande Bellezza", per esempio, troviamo solo giudizi osannanti, trombe angeliche che squillano sempre più in alto come nel "Requiem" di Verdi, o nell'Hallelujah del "Messiah" di Haendel.

Eppure, quando un film di Woody Allen entra in sala, in America fervono critiche e discussioni. Sorrentino è stato, ed è, certamente un'anima onesta e coraggiosa, ma non tutto quello che ha "pellicolato" su grande schermo è degno del capolavoro. Anche Omero, secondo la leggenda, dormicchiava di quando in quando.

2. SORRENTINO: LODE OBBLIGATORIA
Daniela Ranieri per il "Fatto quotidiano"

Va bene, il dibattito no. Ma nemmeno crocifissioni in sala mensa per aver denudato cagate pazzesche o re che rilucevano di loro maestà. La grande bellezza ha vinto il Golden Globe ed è stato candidato all'Oscar. Bene.

Dice: ora non è più criticabile, bisogna applaudire. Perché? Paura che ci ripensino e si riprendano la statuetta? Superstizione? Strascichi di localismo autarchico? Bisogna dismettere ogni titubanza personale e vestire l'orgoglio del marchio-Italia, come per le fusioni d'alta finanza. Le atmosfere bipolari del film come i giri d'affari della Fiat, salutati con petali d'amor patrio, inchino e ossequi al Michelangelo della pellicola, al Leonardo del bullone.

Chi dissente o fa una domanda che non sia da cinegiornale è ‘nu cretino, come dice fuori dallo schermo l'attore feticcio Servillo intervistato da una giornalista poi indirizzata affanculo dallo stesso, rientrato nei panni di Jep Gambardella. E così un film apprezzato all'estero, e persino un film come La grande bellezza che critica a ogni frame l'italiano come categoria morale ed estetica, deve essere circondato da quell'aura di encomio, di tono ufficiale e commemorativo da frecce tricolori, da Capri, Hollywood, da Cinematografo di Marzullo, da inaugurazione del Museo della Pizza con la benedizione di un monsignore e il taglio del nastro.

Come se il film non competesse con le Muse, ma con chi casomai storce la bocca. Su testate on line e Twitter schiere di crociati hanno difeso Servillo dall'offesa di essere stato offensivo (!), ribadendo che il nostro cinema è migliore dei nostri costumi e della nostra vita pubblica e privata, anche quando ne è allegoria e mimesi geniale.

Ci risiamo: usare la cultura come testa d'ariete dell'italian flavour nel mondo, strategia di sfondamento che per funzionare ha bisogno del silenzio d'intorno, di servi diligenti e collaborativi, di cavalli infreddoliti in un'alba decorosa. Se è piaciuto agli americani vuol dire che il film è bello, e i matti siete voi. Salvo poi sputare sugli americani se tante volte il film non dovessero premiarlo nella più alta sede, restando con quel saporetto in bocca di capirci di più non solo rispetto al popolino ma pure rispetto a gente che in fondo, diciamolo, mette lo zucchero sui maccheroni.

Nessuno negli Stati Uniti si sognerebbe di azzerare la critica attorno a un film perché è candidato a Cannes. Vale la legge di Woody Allen: "Sono più apprezzato in Francia che a casa. I sottotitoli devono essere incredibilmente buoni".

Qui vale: vi meritate Alberto Sordi e non capite niente, almeno non rovinateci la festa, che certo non è festa in stile grandebellezza, movimenti sconquassati in una torbida salsa amorale, ma senz'altro festa impegnata, con gli intellettuali veri a degradare apposta il discorso dallo specifico filmico alla smagliatura-metafora sul seno della Ferilli quando si gira sul letto (che poi è l'Italia-bella-donna-attempata-che-muore).

"Non mi piacciono gli indiscutibili. Non mi piace 'o presepio", scrisse Edmondo Ber-selli in merito a quell'indiscutibile bellezza che coram populo era La vita è bella, con cui "Robberto" ci (a noi!) fece vincere l'Oscar. Se lì il sottinteso sbattuto in faccia ai perplessi era: "Non è che non ti è piaciuto il film, è che a te non piacciono gli ebrei", qui il messaggio della sordina è: non è che voi sappiate di movimenti di macchina e piani-sequenza, è che a voi non piace l'Italia, il successo altrui vi dà il sangue agli occhi, siete invidiosi della felicità in generale. Forse non vi piacciono i napoletani che vanno a abitare a Roma. Insomma, a te pareva che il film avesse delle pecche, e invece devi superare la fase anale nel rapporto col tuo Paese. I fenicotteri rosa stanno bene al Colosseo, sono quelli nella tua testa che fanno danni.

Il nostro provincialismo invece risiede proprio in questa polemica, che umilia il principio dell'autonomia assoluta dell'opera d'arte col "noi non siamo abituati a mangiare" di Miseria e nobiltà. Siamo sempre in competizione con gli altri, come in un eterno Mondiale, coi sorteggi che ci fanno incontrare Brasile e Argentina di fila. E gli spettatori snobbati perché assenti alla proiezione mattutina dell'Azzurro Scipioni sono chiamati a comportarsi come tifosi che quando gioca la nazionale mettono il silenziatore a tutte le idiosincrasie di curva.

In fondo restiamo, noi italiani, turisti del mediascape internazionale, sempre in bilico tra il complesso di superiorità di avere avuto Rossellini e Fellini, di aver fatto recitare le pezze al culo e i lucidi da scarpe, e la paranoia di dover restare incompresi, di non poter più rifulgere a causa dei tagli che ci rendono non competitivi con Avatar e delle zavorre del popolo bue. Paese strano e bellissimo, ha detto Sorrentino ritirando il premio, in cui i grandi artisti sono ambasciatori della nostra bellezza nel mondo, e a noi mediocri non resta che caracollare al suolo, proprio come il giapponese del film di fronte alla grande romezza di Roma.

 

Daniela e Paolo Sorrentino Paolo Sorrentino torna a dirigere Tony Servillo servillo Foto di scena del film La Grande Bellezza la grande bellezza sulla croisette - servillo-ferilli-sorrentino-verdonela grande bellezza sorrentino WOODY ALLEN PER WALL STREET JOURNAL MAGAZINE FOTO BY TERRY RICHARDSON WOODY ALLEN FOTO BY TERRY RICHARDSON Nanni Moretti Nutella prima foto la grande bellezza

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”