mafia capitale carminati

LA LUPA STRITOLATA DALLA “CAGNA” - NEL ROMANZO-VERITÀ DI DANIELE AUTIERI, “I GIORNI DELLA CAGNA”, TUTTO IL MARCIO DI ROMA RACCONTATO DAL TESTIMONE CHIAVE DI “MAFIA CAPITALE”, ROBERTO GRILLI - DALLA TRUFFA FASTWEB-TELECOM SPARKLE ALL’INCHIESTA FINMECCANICA, C’È DENTRO TUTTO

1 - “I GIORNI DELLA CAGNA” – DI DANIELE AUTIERI

Da http://www.articolo21.org

 

I GIORNI DELLA CAGNAI GIORNI DELLA CAGNA

Settembre 2005, Caraibi. Un Jeanneau di 12 metri  prende il mare, si lascia alle spalle l’uragano Katrina e inizia la traversata dell’Atlantico. A bordo, due uomini e 300 chili di coca piovuta dal cielo su gentile concessione del cartello di Maganguè. Un mese dopo gli skipper arrivano a Fiumicino dove li aspettano gli uomini della batteria di San Basilio, quelli che hanno comprato il carico e sono pronti a inondare di neve le strade di Roma.

 

Inizia così “I giorni della Cagna” (pagg. 498, Rizzoli), il romanzo scritto da Daniele Autieri che racconta la vicenda criminale di Claudio Accardi, un borghese qualunque, di buona famiglia e di scarse ambizioni, che un giorno decide di sfruttare il suo unico talento: andare per mare. Da quel momento Claudio è “lo skipper”, l’uomo capace di portare in solitaria carichi ingenti dal Sudamerica a Roma, e questo lo fa entrare nelle grazie e nelle confidenze dei boss.

 

DANIELE AUTIERIDANIELE AUTIERI

Mafia romana, camorra, ‘ndrangheta, estremisti di destra: tutti lo vogliono e gli aprono le porte degli affari. Ma il denaro ha un prezzo e Claudio lo paga assistendo alla guerra sanguinaria che nel 2011 lascia oltre trenta cadaveri sulle strade di Roma. Da un lato le batterie (Tor Bella Monaca, guidata da Sandro e Bobo; Primavalle, nelle mani di Osso; San Basilio, controllata da Manolo); dall’altro le mafie, unite per ristabilire il loro potere.

 

Una guerra che non ferma gli affari: le truffe miliardarie con la complicità di grandi società; gli appalti pilotati e assegnati dalle aziende controllate dallo Stato; i denari nascosti nei paradisi fiscali.

 

E alle spalle di tutto il sogno di costruire un grande “partito criminale” (con la complicità di frange deviate dei servizi) che tuteli gli interessi delle mafie dall’interno del Parlamento, senza più bisogno di intermediari.

finmeccanicafinmeccanica

 

Perso nella sua corsa folle verso la ricchezza, Claudio Accardi diventa così testimone di una delle stagioni più buie della Repubblica, quella della truffa Fastweb-Telecom Sparkle, delle inchieste Finmeccanica, dei senatori eletti con i voti della ‘ndrangheta, e di una nuova criminalità che – mutuando l’esperienza eversiva dei Nuclei armati rivoluzionari – guarda alle istituzioni con l’intento, non di corromperle, ma di possederle. Figlio di questo parto violento è la Cagna: il patto segreto che in questi ultimi dieci anni mafia autoctona, mafia siciliana, camorra e ‘ndrangheta hanno siglato per prendersi Roma. E da lì, lo Stato.

 

MAFIA CAPITALE PROCESSOMAFIA CAPITALE PROCESSO

2 - TRA COLOMBIA E FIUMICINO IL ROMANZO DI MAFIA CAPITALE. QUEI 500 KG DI COCAINA DA CUI TUTTO È COMINCIATO

Un brano del libro di Daniele Autieri “I giorni della cagna. La presa di Roma”

 

L’ufficio I è al secondo piano di un’anonima palazzina di via XXI Aprile, a pochi metri dal quartier generale della Guardia di Finanza. “I” sta per “informazioni”. Orecchie lunghe e ben addestrate raccolgono notizie in tutta Italia e le riportano in questo appartamentino di pochi metri quadrati dove vengono catalogate, analizzate e incrociate. Il senso è quello di prendere il polso al territorio, un po’ come fanno le cellule dei Servizi distaccate nelle province italiane: annusano, osservano, carpiscono, e quando serve segnalano. Negli anni l’archivio è cresciuto a dismisura e oggi buttare un occhio lì dentro significa conoscere i segreti di tutti. O quasi.

la cupola di mafia capitale carminatila cupola di mafia capitale carminati

 

Come ogni mattina, il Barbiere varca il portone dell’edificio alle 7.30 e passa un’ora seduto su una delle poltrone anatomiche della sala riunioni. Sorseggia un caffè americano, si confronta con il tenente di turno, studia le carte, analizza i dati, e alle 8.30 in punto si rimette in cammino per raggiungere via Cavour.

 

Un taxi lo lascia su via dei Fori imperiali, e da lì prosegue a piedi con la postura rigida e il passo svelto del militare. Raggiunta la bottega, guarda l’orologio con soddisfazione e apre la serranda. Poi entra, si chiude nello stanzino e indossa il camice bianco, tirando indietro con la gelatina lucida i pochi capelli rimasti. Il Sultano arriva sempre alle 9.30, ogni lunedì. Si sfila la giacca blu, siede sulla poltrona di pelle e si fa sistemare la barba.

MAFIA CAPITALEMAFIA CAPITALE

 

"I contatti con gli amici dalla Calabria sono a buon punto" dice, "tra poco chiudiamo il triangolo".

"Da A a B a C", scandisce l’altro pensando ad alta voce, "ho sempre adorato la geometria".

"Un bel triangolo che ci porterà soldi a palate".

"Hai mai letto l’Antigone di Sofocle?" domande il Barbiere.

Il Sultano sorride. Tutti conoscono le citazioni di quell’uomo, ma lui, oltre al Mein Kampf e a Julius Evola, bazzica poco. Meglio tacere, allora.

 

"Il primato della politica", si spiega l’altro, "solo questo conta: il primato della politica".

Il Sultano rimane interdetto. "Che vuoi dire?" chiede.

"Il denaro si consuma, il potere invece si moltiplica. C’è uno spazio a Destra che aspetta di essere riempito e uomini fedeli pronti a rispondere alla chiamata alle armi".

MAFIA CAPITALEMAFIA CAPITALE

"Prendersi il Parlamento, è questo che intendi?".

 

I due si scambiano un’occhiata complice. Il Barbiere strizza gli occhi e struscia una sull’altra le dita della mano sinistra.

"Non è forse questo il vostro sogno da quarant’anni? Prima le bombe, poi i militari, infine la P2. Quante volte c’avete provato?".

Il Sultano tenta di ignorarlo ma non è facile quando qualcuno calpesta la tua storia.

"Oddio", aggiunge il Barbiere per provocarlo, "a meno che non sia solo una questione di soldi…".

MAFIA CAPITALE - FERMO IMMAGINE DA UN VIDEO DEI ROSMAFIA CAPITALE - FERMO IMMAGINE DA UN VIDEO DEI ROS

 

L’uomo solleva lo sguardo e lo pianta nello specchio. Un riflesso obliquo e il passato è lì davanti: Renatino De Pedis, la strada, gli scontri in piazza, le armi, le bombe, le stragi.

Si porta la mano sull’addome, dove il dolore è più vivo, e mormora: «Non è mai stata una questione di soldi".

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...