1- “ARTICOLO 18, ACCORDO PIÙ VICINO”, TITOLA A TUTTA PRIMA ‘’LA REPUBBLICA’’ DEGLI ILLUMINATI (DALL’ABAT JOUR), COSTRETTA AD APPOGGIARE COTANTA LIETA NOVELLA CON UN AVVINCENTE INTERVENTO “GIUSTIFICAZIONISTA” DEL MIGLIORISTA GIORGIO BANALITANO 2- NESSUNO TOCCHI LE BANCHE, MAI. NEANCHE PER SBAGLIO. IL ‘’CORRIERE’’ DEGLI AZIONISTI TOSSICI DA FIATO ALLE TROMBE: “BANCHE IN PRESSING: ‘INTERVENGANO LE CAMERE’ 3- IL GARANTE DELLA PRIVACY FRANCESCO PIZZETTI PER SETTE LUNGHI ANNI CI È SEMBRATO UN UOMO INUTILE ALLA GUIDA DI UN’AUTORITÀ INUTILE. PERÒ ADESSO SE NE STA ANDANDO E HA PRESO A DIRE COSE CONTROCORRENTE: “DAL 1920 I FINANZIERI HANNO OGNI POTERE. POSSONO ENTRARE IN CASA SUA E FARE QUELLO CHE VOGLIONO. CHE COSA TROVO INDIGESTO? L’ACQUISIZIONE QUOTIDIANA DI TUTTI I DATI BANCARI, ANCHE I MINIMI, DI CIASCUN CONTO CORRENTE, ANCHE IL PIÙ TRASCURABILE. CHI LI TRASFERISCE E COME?”

A cura di MINIMO RISERBO e FALBALA'


1- PARLARE AL POPOLO...
"Articolo 18, accordo più vicino", titola a tutta prima la Repubblica degli Illuminati. Che appoggia cotanta lieta novella con un avvincente intervento di Re Giorgio Banalitano, dal benedicente titolo "Monti, la politica e l'interesse comune". Questo governo delle banche e del Re, esecutore di un pesante intervento su redditi e tutele, per nulla desideroso di intervenire sulle diseguaglianze con politiche di redistribuzione, ha bisogno di una cornice pseudo-ideologica di riferimento.

Ed ecco che arriva il giustificazionismo del migliorista Napolitano, gonfio di retorica come non mai: "Io credo che si stiano delineando alcuni campi d'intervento decisivi al fine di superare le contraddizioni e le crisi di questa fase cruciale: alcuni campi d'intervento che però richiedono e suggeriscono seri sforzi di riqualificazione culturale...". Può bastare così. La Fornarina del Canavese con le sue paccate di soldi e il cipiglio da maestrina del Regno di Sardegna ci sta indubbiamente sottoponendo a una "riqualificazione culturale". E in omaggio a Re Giorgio Banalitano, non diremo più che la supposta penetra. La supposta "riqualifica".

2- NON FA SOSTA LA SUPPOSTA...
"Così cambierà l'articolo 18. Trattativa sul lavoro, governo e sindacati ottimisti. Più facili i licenziamenti per motivi economici, reintegro sicuro solo per quelli discriminatori". Il Corriere delle banche (su commissione) si stropiccia gli occhi in prima pagina: "La partita è sbloccata, la riforma del mercato del lavoro si può fare". Sul Messaggero, il portavoce del padronato, occasionalmente ex ministro del Lavoro per Silvio Bananoni, dice la sua (o la loro): "Sacconi: ‘Ma così le imprese non ci stanno'. Restano le rigidità in uscita, pesa il blocco ideologico della sinistra" (p. 6).

Poi apri la Stampa e tocca leggere la seguente: "Il Tesoro torna a caccia di Bot-people. Grilli: uno zoccolo duro di famiglie per dare stabilità al debito pubblico" (p. 10). Dal che si evince che, oltre a ridurre il reddito delle famiglie lasciando galoppare accise e inflazione, lo Stato desidera continuare a incravattarsi, anziché ridurre gli sprechi della sua costosissima (e assai corrotta) macchina spiana-cittadini. Non solo, ma dovendo incravattarsi, preferisce avere come creditori i sudditi, e non i famosi e meravigliosi mercati. Anche perché i sudditi, poi, li tassi meglio di una banca che opera da Londra, no?

3- CHI TOCCA LA TV MUORE...
"L'appello del premier ai partiti: ‘Serve una tregua elettorale, il governo così non lavora" (Repubblica, p. 6). "Vertice da Monti, il nodo resta la Rai. Il Pdl spinge per il rinnovo del cda con le deleghe attuali, il Pd si arrocca: riformare la governance. Il sospetto del Pd, un grande scambio nomine tv-frequenze. Cruciali e da decifrare le ultime carte di Passera" (Stampa, pp. 8-9). Decifrare un tubo. L'Airone Passera ha già calato pubblicamente la mutanda domenica sul Sole: le tv non si possono toccare e non saranno toccate.

Il Corriere registra "il rischio di un consiglio scelto solo da Pdl, Lega e centristi". "Rai, Pd isolato contro le nomine. Anche l'Udc vuole un nuovo cda. Per il ruolo di direttore generale circolano i nomi di Lorenza Lei, Claudio Cappon, Rocco Sabelli ed Enrico Bondi" (p. 13). Noi ovviamente tifiamo per lo spettrale Bondi, che è quello che fa più male di tutti.

Ma quello che è veramente istruttivo è il pezzo di Luigi Ferrarella seminascosto a pagina 22 dello stesso Corriere ("Sentenza Hdc, assolto Confalonieri. "Crespi voleva ricattare Mediaset"). Incidentalmente, vi si apprendono particolari illuminanti su come fattura ai fornitori Mediaset, su che cosa la rende "ricattabile", su come nascono certi "scoop" e sulla propensione a testimoniare il vero di una certa Deborah Bergamini, la deputata pdl che sogna di mettere il bavaglio alla stampa.

4- NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN...
Nessuno tocchi le banche, mai. Neanche per sbaglio. Il Corriere degli azionisti tossici da fiato alle trombe: "Banche in pressing: ‘Intervengano le Camere' (p. 11). Il governo con il cappello in mano e il capo cosparso di cenere prova a fare il vago: "Sulle commissioni tocca al Parlamento". I partiti con il cappello in mano e affamati di soldi: "Meglio il decreto". "Commissioni bancarie vicine al ritorno. Rimpallo di responsabilità governo-partiti sul decreto. Vertice Abi, dimissioni congelate" (Repubblica, p. 24).

Poi passa il puffo bancario Rosario Dimito, l'uomo che dà lustro alle pagine economico-finanziarie del Messaggero di Calta-Papà, e sforna la sua bella brioscina calda su commissione: "Con minori ricavi per 10 miliardi, buco di 3 nei conti pubblici". Invece il Giornale di Mediolanum, da quando crede di essere all'opposizione, ci fa sognare: "Fuori i soldi. Ultimatum alle banche. Alfano detta le condizioni del Pdl per la crescita: più finanziamenti e meno burocrazia" (p.1). Pare che il suo consigliere sul tema sia il noto banchiere fiorentino Verdini Denis.

5- SPIATEMI TUTTO, MA NON LA BANCA...
Il Garante della privacy Francesco Pizzetti per sette lunghi anni ci è sembrato un uomo inutile alla guida di un'autorità inutile. Però adesso se ne sta andando e ha preso a dire cose controcorrente. Come queste scucitegli da Antonello Caporale: "Dal 1920 i finanzieri hanno ogni potere. Possono entrare in casa sua e fare quello che vogliono. Serpico è un sistema che aspetto al varco. Che cosa trovo indigesto? L'acquisizione quotidiana di tutti i dati bancari, anche i minimi, di ciascun conto corrente, anche il più trascurabile. Acquisirli ogni giorno produrrebbe poi miliardi di operazioni, un traffico rischioso per tutti. Chi li trasferisce e come?" (Repubblica, p. 11).

Noi questo non lo sappiamo, però siamo abbastanza sicuri che in un Paese che mette il segreto di Stato a capocchia, centinaia di nuovi Pio Pompa sapranno come trovare i conti giusti, vedere le movimentazioni bancarie che rendono potenzialmente ricattabili e farne adeguato dossierino.

6- PIRELLONI & FORNICONI...
Si stringe il cerchio intorno ai pochi consiglieri non indagati della maggioranza del Celeste. "Mazzetta da 10.000 euro", nono indagato a Milano. E' un consigliere regionale del pdl. I pm: soldi per appalti nei parchi pubblici. Coinvolto Angelo Giammario. La difesa di Formigoni: "Non è una condanna". (Repubblica, p. 12)

7- LE INCHIESTE CHE NON INTERESSANO PIU'...
"Conclusa l'inchiesta Selex. Il pm: tante fatture gonfiate. L'ex presidente Marina Grossi rischia il processo per frode e corruzione". "P3, dosposte nuove indagini sugli incarichi dati al Csm". Nomi grossi e storie di un certo spessore, tra Finmeccanica e toghe che arrotondano. Ma se ne occupa giusto il Messaggero a pagina 17.

8- FREE MARCHETT...
"Gli Usa riscoprono il mito della Vespa. Le vendite Piaggio negli Stati Uniti salite del 60%. Obama la usa per la sua campagna elettorale. Il gruppo aprirà un nuovo centro stile a Pasadena per il Nord America" (Glauco Maggi da New York, per la Stampa, p. 30)

9- ORA D'ARIA...
"Oggi è il mio ultimo giorno da Goldman Sachs. Dopo quasi dodici anni trascorsi qui - ho iniziato un'estate come stagista, quando ancora studiavo a Stanford, sono stato per dieci anni a New York e adesso mi trovo a Londra - credo di conoscere questa azienda abbastanza bene da capire la traiettoria della sua cultura, della sua gente e della sua identità. E posso affermare, in tutta onestà, che oggi questo ambiente è più tossico e distruttivo che mai".

Inizia così la lettera di dimissioni di Greg Smith, uscita ieri sul New York Times come "strumento di riflessione" per la comunità dei banchieri, e rilanciata oggi da Repubblica a pagina 27. Vieni qui da noi, Greg. Se la pianti di piagnucolare, un posto da ministro lo troviamo anche per te.

 

 

napolitano montiElsa ForneroMAURIZIO SACCONI gb40 viittorio grilli corrado passeraLORENZA LEICLAUDIO CAPPON ROCCO SABELLI ENRICO BONDI FEDELE CONFALONIERI

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...