hugh jackman in pan

IL CINEMA DEI GIUSTI - C’ERA PROPRIO BISOGNO DI UN PREQUEL DI PETER PAN DA 275 MILIONI DI DOLLARI (PROMOZIONE INCLUSA)? “PAN” DI JOE WRIGHT È UN GIOCATTOLONE FATTO A PEZZI DA TUTTA LA CRITICA ED E’ STATO UN FLOP CLAMOROSO, CON UNA PERDITA DI 150 MILIONI

Marco Giusti per Dagospia

 

hugh jackman  in panhugh jackman in pan

Aridanghete con Peter Pan e l’isola che non c’è! Ma non abbiamo visto dieci anni fa un Neverland con Johnny Depp nel ruolo di J.M.Barrie, un altro Neverland televisivo con Keira Knightley come Campanellino, un bel Peter Pan diretto da P.J.Hogan, molto classico, prodotto da Mohamed Al-Fayed in memoria del figlio morto assieme a Lady Diana? C’era proprio bisogno di un prequel di Peter Pan da 275 milioni di dollari (promozione inclusa)? Ora.

 

Joe Wright per questo Pan, costosissimo giocattolone nato da una sceneggiatura dell’americano Jason Fuchs, già attore nonché autore di un Ice Age 4, ha avuto tutto quello che poteva avere. Anche perché dopo Anna Karenina si è dimostrava un metteur en scene di grande talento. Così ecco la fotografia incredibile di Seamus McGarney e John Mathieson in 3D, scenografie strepitose di Aline Bonetto, collaboratrice di tutti i film di Jean-Paul Jeunet, i costumi di Jacqueline Durran, passata da Anna Karenina a Turner, La talpa, il nuovo Macbeth, i trucchi di Ivana Promarac, ricordo solo Sweeney Todd e La fabbrica di cioccolato.

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E ha potuto avere un gran cast, Hugh Jackman come Barbanera, Rooney Mara come Tiger Lili o Giglio Tigrato, Garrett Hedlund come James Uncino, Amanda Seyfried come mamma di Peter, l’esordiente Levi Miller come Peter Pan e perfino la meravigliosa Cara Delevingne come sirena. Eppure il film è stato un flop clamoroso, si calcola una perdita di minimo 150 milioni di dollari secondo The New York Times. Quasi tutta la critica, anche quella inglese, lo ha fatto a pezzi, ironizzando che finiremo col rivalutare perfino il tremendo Hook di Steven Spielberg con Robin Williams e Dustin Hoffman.

 

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Unica eccezione il sofisticatissimo Anthony Lane del New Yorker, che lo ha invece esaltato come grande film d’avventure per bambini. Apprezzando moltissimo il fatto che l’azione sia spostata dalla Londra vittoriana a quella della Seconda Guerra Mondiale, proprio sotto i bombardamenti tedeschi.

 

Lane ha apprezzato pure una delle trovate più criticate della sceneggiatura, il fatto cioè che Uncino, il nostro Capitan Uncino senza una mano e senza un occhio, cattivo e impettito, sia diventato un bel ragazzo buono con due mani e due occhi pronto a stare dalla parte di Peter Pan e di Giglio Tigrato. Un eroe alla Orlando Bloom.

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Ora. Lasciamo perdere lo spostamento temporale della storia, anche perché riconosciamo che vedere la nave volante di Barbanera che schiva i caccia della Raf nel cielo di Londra è piuttosto accattivante, ma fare di Uncino un buono e creare un cattivo come Barbanera in tutto simile al vecchio Uncino solo perché ci vuole un pirata cattivo ci pare un po’ inutile. Non solo. Se Uncino ha giustamente il suo fedele Spugna, interpretato qui benissimo da un attore indiano, Adeel Akhtar, anche Barbanera ha una sorta di Spugna, cioè il grosso e nero Nonso Anozie.

 

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E’ come se si raddoppiassero i personaggi del Peter Pan originale, Barbanera e Bishop sono la versione dark di Uncino e Spugna di Disney. Mentre, mancando totalmente Wendy e dando a Campanellino un piccolissimo ruolo senza volto, la parte femminile è tutta spostata su Giglio Tigrato, qui Rooney Mara, bravina ma un po’ fragile, che funziona un po’ come compagna di avventure di Uncino alla Keira Knightley.

 

Ritroviamo il coccodrillo e la mania degli orologi, ma è tutto citato con un po’ di distrazione. Certo, il film si vede con gran piacere, ha ritmo, eleganza, divertimento, ci sono grandi momenti, e la trasformazione di Barbanera in padre-che-non-fu, già amante della madre di Peter, è una bella trovata, anche perché scava bene nel rapporto del Peter Pan di Barrie sul conflitto di Peter con i maschi adulti, cioè con Capitan Uncino.

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Ma il film rimane sempre qualcosa a metà strada tra un mischione di una puntata di Harry Potter e una dei Pirati dei Caraibi, con un Barbanera che canta tipo Les Miserables e si comporta come la strega di Biancaneve o il cattivo di Mad Max, non trovando mai una sua vera identità. Rimaniano stupiti dalla bravura di Joe Wright e della sua squadra, e Hugh Jackman si muove e canta benissimo, ma spesso sembra che attori e tecnici stiano coprendo la mancanza di una sceneggiatura e quindi del film stesso.

 

cara delevingne pancara delevingne pan

E’ quello che non c’è, non l’isola. Probabile che il pubblico non sia andato a vederlo per motivi diversi, ma certo il fatto che si sia davanti a un Peter Pan non chiaro con personaggi che non sono quelli di sempre deve aver pesato negativamente. Voglio vedere Wendy, Campanellino, voglio il coccodrillo, voglio il mio Capitan Uncino. Però, se Anthony Lane dice che “è la sopresa più accattivante della stagione” lo dobbiamo vedere. In sala dal 12 novembre. 

 

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