cairo paragone salerno

SCAZZI SENZA PARAGONE: ‘LA7 MI PAGA FINO A LUGLIO 2018 MA HA CHIUSO IL MIO PROGRAMMA. ANDREA SALERNO È UN PRODOTTO DEI SALOTTI ROMANI, ZORO È IL GUITTO DEI SALOTTI ROMANI. UNA TV CHE NON ESCE DAL RACCORDO ANULARE’ - URBANETTO S’ADIRA: ‘LE ULTIME PUNTATE DE ‘LA GABBIA’ ERANO IN CALO. E NON SI SPUTA NEL PIATTO IN CUI SI MANGIA’. LA7 ORA SPERA IN ANDREA PURGATORI E (FORSE) CORRADO GUZZANTI

1. CAIRO: ASCOLTI FLOP PER LE ULTIME 20 PUNTATE DE ‘LA GABBIA’

Da ‘Italia Oggi

 

urbano cairo andrea salerno, tiziana panella e diego bianchi

Urbano Cairo, editore e presidente di La7, non intende ribattere punto su punto alle dichiarazioni di Gianluigi Paragone. Parlando con ItaliaOggi si limita soltanto a osservare: «Capisco che Paragone sia deluso per il fatto di non andare in onda, ci sta. Però, se non è in onda, si deve anche fare qualche domanda. Con noi ha realizzato 140 puntate della Gabbia. E la media di ascolti delle ultime 20 non è stata soddisfacente. Forse quel tipo di racconto non piaceva più. Per il resto», prosegue Cairo, «non mi sembra elegante sparlare di una rete che ti paga lo stipendio. Come dice qualcuno: non si sputa nel piatto in cui si mangia».

 

Quanto ai palinsesti di La7, le novità promesse agli investitori pubblicitari devono quasi tutte ancora partire: il prossimo 8 novembre, mercoledì, debutta il programma di Massimo Giletti; il 12 novembre, domenica, sarà il momento di Andrea Purgatori e Atlantide; il direttore di La7, Andrea Salerno, e lo stesso Purgatori, inoltre, stanno lavorando per convincere Corrado Guzzanti a buttarsi nella pillola quotidiana di cinque minuti, che tuttavia potrebbe iniziare verso la fine dell' anno. E pure Myrta Merlino dovrebbe avere il suo programma di prime time, di cui si parla da tempo.

urbano cairo andrea salerno, marco ghigliani

 

I confronti con gli ascolti del settembre e dell' ottobre 2016 sono naturalmente impietosi. Ma, a parte il fatto che il palinsesto di La7, quest' anno, non è a regime (per esempio non ha ancora preso il via il programma di Giovanni Minoli, che parte il 29 ottobre), va sottolineato che nell' autunno 2016, oltre a Crozza ancora su La7, c' era il tema del referendum di riforma della Costituzione che, da solo, ha portato mezzo punto medio di share alla rete.

 

 

2. PARAGONE, LA7 SBAGLIA STRATEGIA - DA STAR TREK A DIEGO BIANCHI, IL PALINSESTO NON FUNZIONA

Claudio Plazzotta per ‘Italia Oggi

 

gianluigi paragone

Gianluigi Paragone è a libro paga di La7 ancora fino al luglio 2018. La sua Gabbia è stata però chiusa dal nuovo direttore del canale, Andrea Salerno. Che, tuttavia, non è partito bene nella stagione autunnale: -20% degli ascolti in prima serata in settembre, e un calo anche superiore in ottobre (da ricordare, tuttavia, che nell' autunno 2016 c' era ancora il programma di Maurizio Crozza, che su La7 macinava il 7% di share al venerdì).

 

Male Skroll (il preserale affidato al vignettista Makkox), che ora è stato spostato in seconda serata, male anche PropagandaLive di Diego Bianchi (si sta attestando al 2,4% di share), male il ciclo di film di Nanni Moretti (medie dell' 1,6%). Si attendono le novità di Massimo Giletti, di Corrado Guzzanti, di Andrea Purgatori. E intanto la rete si regge sui successi di Otto e mezzo, diMartedì, Piazzapulita, tutta roba che già c' era in epoca pre-Salerno. Paragone, quindi, gira il coltello nella piaga, in polemica col direttore : lo fa pubblicamente su Twitter, su Facebook, e con un certo accanimento.

 

Domanda. Dica la verità, lei è arrabbiato. La Gabbia l' ha chiusa Salerno, ma Salerno lo ha scelto Cairo

Risposta. L' editore Urbano Cairo sceglie il direttore, che deve essere libero, come un allenatore di una squadra di calcio, di schierare i suoi giocatori. Certo, se scegli un allenatore pop come Salerno, devi stare molto attento. E infatti si assiste alla perdita di pubblico di La7 anche a favore di Tv8 e Nove.

 

 

D. Quali sono i problemi tecnici di La7, senza entrare nel merito della sua polemica personale con Salerno?

andrea salerno zoro diego bianchi makkox urbano cairo

R. Io penso che il palinsesto sia tecnicamente sbagliato. Ed entrerò nei dettagli se direttore o editore vorranno chiamarmi. Sono anche stato vicedirettore di Rai Due, di palinsesti capisco qualcosa, e pure all' epoca Rai ho fatto una battaglia con Massimo Liofredi, che è comunque un gigante in confronto a Salerno.

 

D. Mi faccia l' esempio di un errore tecnico di palinsesto su La7.

R. Per esempio scegliere di mandare in onda Star Trek. Anche io sono un nostalgico, un romantico, ci mancherebbe, e sarebbe bello rivedere pure la serie Hazzard. Ma Star Trek o Hazzard sono prodotti appesantiti dagli anni, il mondo della tv è cambiato. Non puoi pensare di mettere Star Trek come contenitore di pubblico da consegnare poi a Skroll di Makkox. Skroll, peraltro, che è un niente dal punto di vista televisivo.

 

D. Ma, dicono da La7, Skroll è un esperimento, costa poco. Ora andrà in seconda serata

R. Ripeto, Skroll è un niente televisivo. Certo costa poco, ma una fotografia costa molto meno. E con una foto a schermo fisso avresti fatto gli stessi ascolti. Va in seconda serata solo perchè Salerno è autore del programma, e non può ammettere la sconfitta totale.

PARAGONE LA GABBIA

Stesso discorso per PropagandaLive: tra un paio di mesi sarebbe stato chiuso. Invece durerà almeno fino a giugno solo perché Salerno ne è autore.

 

D. Certo, nei primi 15 giorni di ottobre La7 è stata per cinque prime serate sotto il 2%, e per altre sei prime serate sotto il 3% di share. Ma devono ancora partire alcuni programmi nuovi, con Giletti, Guzzanti, Purgatori

R. Sì, è vero. Siamo quasi a novembre e ancora nessuno sa nulla del programma di Andrea Purgatori, annunciato alla presentazione dei palinsesti, o di quello di Corrado Guzzanti, che secondo me non si farà. Peraltro mettere Guzzanti dopo Otto e mezzo della Gruber sarebbe un altro madornale errore.

 

La Gruber parla di attualità. Poi arriva Guzzanti, registrato, che magari affronta altri argomenti, distoglie. Fai slittare più tardi l' inizio della prima serata, cosa che non si fa perché ci sono anche gli altri canali, e poi ecco Floris, Formigli o Mentana che devono riportare il telespettatore sui temi di attualità. Tra un po' arriverà anche Giletti, che farà bene, ma non benissimo. E comunque Giletti lo ha voluto Cairo, non Salerno.

 

D. L' errore principale che imputa a Salerno?

maionchi paragone

R. Ha fatto una tv romana, che peraltro non invoglia neppure gli investitori pubblicitari. Mentre tutte le grandi tv moderne spostano il loro baricentro da Roma a Milano, lui fa una tv che non esce dal Grande raccordo anulare.

 

Non si possono infliggere tre ore di Diego Bianchi-Zoro, con quella narrazione effimera, retorica. Il pubblico dice: ma come, dalla mattina alla sera su La7 fate le cronache sui casini che combinano gli immigrati, e poi arriva questa anima bella che ci dice che tutti sono buoni e belli? Salerno deve ricordarsi che non c' è più il canale unico. E che la gente, quindi, cambia canale.

 

D. Insomma, Salerno non le piace proprio

R. Salerno non è un direttore, non sa nulla di palinsesti, pensa ingenuamente di poter fare una tv generalista a suo gusto, sulle cose che piacciono a lui. Salerno è un autore.

In fase di presentazione dei palinsesti era stato detto che io avrei dovuto realizzare dei docu-film alla Michael Moore. Ma Salerno ha già finito tutti i soldi del budget, e mi hanno annunciato che non si farà nulla. Io ho un contratto fino al luglio 2018. Non credo che Cairo sia contento di pagarmi per non fare niente. E anche a me fa rabbia.

 

D. Lei nel giro di pochi mesi ha perso la conduzione radiofonica su 105, e poi il programma su La7. Perché? Non è che lei è un po' troppo rompiballe?

Makkox

R. In entrambi i casi non sono state scelte dell' editore. A 105 sono stato allontanato dall' amministratore delegato di RadioMediaset, Paolo Salvaderi, a cui non piaceva quel tipo di radio. Poi, però, la mia sostituzione non ha portato a risultati (nella fascia oraria 18-19 il programma di Paragone con Mara Maionchi era il più ascoltato in Italia, ndr). E ora hanno chiamato Nicola Porro per fare un programma di attualità simile al mio. A La7 mi ha silenziato Salerno, e non Cairo. Fino adesso Salerno mi ha solo preso in giro. Non ho sentito Cairo.

 

D. Le sue posizioni vicine alla Lega la avevano portato a ruoli di vertice in Rai. Poi si è avvicinato ai 5 Stelle. Come giustifica questi suoi cambiamenti?

R. Faccio tv da quando ho 29 anni, ed ero direttore di Rete 55 a Varese. Io sono sempre stato antisistema. All' epoca ero vicino alla Lega, poi mi sono allontanato dalla Lega di Maroni, che è di sistema. La Lega di Salvini mi piaceva, era antisistema, poi col voto a favore della nuova legge elettorale si è un po' tradito. I più antisistema al momento sono i 5 Stelle, ma dialogo anche con Fassina, Cuperlo. Mi piacciono tutti quelli che vanno contro la retorica del neoliberismo. Un neoliberismo che, invece, ci porta a ulteriori crisi.

 

D. Quindi dovrebbe andare d' accordo con Diego Bianchi e Salerno che, a modo loro, sono antisistema, no?

R. Assolutamente no. Loro fanno la politica del cazzeggio. Salerno è un prodotto dei salotti romani, Zoro è il guitto dei salotti romani. Non perdo tempo con loro.

gazebo diego bianchi zoro andrea salerno makkox

 

D. Queste sue esternazioni non piaceranno a Salerno e, ancora meno, a Cairo

R. Io aspetto, vorrei delle spiegazioni. Intanto giro l' Italia a presentare il mio libro e i miei monolghi.

 

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….