
ALTRO CHE "PHICA.NET", IL PRIMO A PUBBLICARE SENZA PERMESSO LE FOTO HOT DELLE VIP FU HUGH HEFNER! - BARBARA COSTA RACCONTA COME FECE IL FONDATORE DI "PLAYBOY" A OTTENERE LE IMMAGINI BOLLENTI DI GINA LOLLOBRIGIDA E SOPHIA LOREN: LE TRAFUGO' SENZA PERMESSO DALLE VERSIONI FRANCESI DEI LORO FILM, DOVE APPARIVANO CON SENI E NATICHE AL VENTO - IL COLMO È CHE HEFNER VENNE ARRESTATO NEL 1963 PER IL NUDO DI JAYNE MANSFIELD, LEGALMENTE ACQUISTATO...
Barbara Costa per Dagospia
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Tutte l’hanno data in cambio di qualcosa. Per interesse. Funziona così. Dalla notte dei tempi. E se nel caso di "Playboy", quando da rivista porno deteneva un potere (+6 milioni di copie vendute, ogni mese, e solo in USA) è più giusto dire che l’hanno mostrata, e non per forza data, il do ut des vale uguale.
Si sono tutte denudate per ottenerci denaro, fama, mediatica sopravvivenza, e promozione di sé, di un loro film, progetto, canzone, matrimonio, programma tv. E c’è pure chi si è smutandata per fare contento il marito. O la sua agente. E chi l’ha spiattellata gratis. Addirittura a sua insaputa.
Una insistita e pretesa autopubblicità della topa iniziata nel 1951, con Marilyn, sul primo numero di Playboy. Hugh Hefner compra quelle foto del 1949 di una luminosa Monroe nuda su drappo rosso e… sapeva di stare guardando il futuro. Una attricetta di serie b (e escort per tirar a campare), Marilyn, è immortalata discinta dal fotografo in erba Tom Kelley, e Marilyn sceglie Kelley perché con lui ha un debito: una mattina per strada lui l’aveva rimorchiata, lei con l’auto in panne, accompagnandola a un provino.
Marilyn fa quello shooting nudo solo per pagarsi l’affitto del buco in cui vive. E Tom Kelley non ha altro set che il pavimento del suo miserevole monolocale, stretti i mobili alle pareti. Marilyn si lascia andare bruciante al suo obiettivo mentre nella cucinetta accanto la moglie di Kelley prepara la cena.
Quegli scatti finiscono prima su porno fogliacci grossolani, poi su calendari di quart’ordine. È anche così che li scopre Hefner. Alcuni deturpati da "toppe", dei foto-montati, senza garbo. Hefner "strappa" quelle pezze e dà alla Storia il nudo originale, integrale, liberando e permettendo orgasmi planetari.
A migliaia hanno seguito il destino di Marilyn: da anonime a star. Le prime playmate di Playboy sono le "fidanzate a tempo" di Hef. Le sue preferite, e per quel mese. Un mese è playmate pure la sua segretaria. Ma col successo di Playboy, Hefner volge lo sguardo ai corpi europei, a una afrodisiaca Anita Ekberg, in seguito a Ursula Andress.
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Alla fortuna di Playboy ha indubbiamente contribuito la buona abitudine di John Derek di sposarsi donne splendide, farne delle star, e fotografarle slacciate a Hef. La prima è proprio Ursula Andress. In "quel" torrente. Poi Linda Evans. La terza è Bo Derek.
Sono italiane le fanciulle le cui grazie nude finiscono su Playboy a loro insaputa. Non ho mai capito come se la sia cavata Hefner, con Carlo Ponti, perché le foto nude di Sophia Loren su Playboy sono foto rubate. Al pari di Gina Lollobrigida, in bikini e non nuda come Sophia, i loro nudi non sono dei posati bensì delle foto di scena che Hef si procura. Senza permesso. Sono foto, come quelle di Sophia, trafugate dalle versioni francesi dei suoi primi film, versioni dove appariva in scene ben più scollacciate, con seni e natiche al vento.
Se Hef non finisce nei guai per questo, e sebbene i primi numeri di Playboy vanno sotto sequestro, nel 1963 Hefner è arrestato per il nudo legalmente acquistato di Jayne Mansfield, e realizzato con l’assenso di Jayne e del fotografo. È il nudo di Jayne sul letto rosa. "Quel" seno, "quella" lascivia, sfrontata, "quel" corpo come appena sciolto da un amplesso, appena reduce da più orgasmi, dalla pelle ancora fremente, sudata… è inaccettabile per il comune senso del pudore.
Come è inaccettabile, per le piaghe razziali con cui vivono gli USA, il primo nudo afro sul coniglietto bianco di Playboy. E per primo Hef mette a nudo le milf e il loro sessuale valore. La 54enne Nancy Sinatra. Pelosa! E Brigitte Bardot che si ridà a Playboy a +40 anni perché le serve: a marcare l’abbagliante distanza tra LEI e le altre. Il suo corpo che ancora c’è, vibra, non si sazia di toy boy.
Raquel Welch non si è mai spogliata completamente, per Playboy. Farrah Fawcett sì, più volte, ma solo a condizione che tutti gli altri sul set fossero nudi con lei. Una giovanissima Cindy Crawford fu portata dalla sua agente a Hef quasi di peso e liberata dai vestiti per gli scatti di un "certo" Herb Ritts. Ritts che ha dettato la moda dei 90s con top model che erano top perché distanti anni luce sia dal bisturi che dalle donne comuni. I 90s sono stati l’ultima decade d’oro di Playboy. E dei suoi nudi. Dei record di Pamela Anderson in copertina. Quando la rivista di Hef fa 60, si regala Kate Moss a 4 zampe. Sei glamour per ciò che vuoi e fai, e mai dare spiegazioni.
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