
PIU’ CHE “BLOW UP”, BLOW JOB – ELISABETTA ANTONIONI RACCONTA LA SFRENATA PASSIONCELLA DELLO ZIO MICHELANGELO, REGISTA DI “BLOW UP”, PER LA MOGLIE DEL PESCIVENDOLO DI FERRARA. UNA NOTTE IL PESCIVENDOLO FECE RIENTRO PRIMA DEL PREVISTO, COSÌ LEI, PER NON FARSI SCOPRIRE, CHIUSE IL REGISTA NELLA CELLA FRIGORIFERA DEL NEGOZIO. PASSÒ LÌ QUALCHE ORA. DA QUELLA NOTTE NON VOLLE MAI PIÙ MANGIARE PESCE E NEPPURE SENTIRNE L’ODORE” – ANTONIONI, RICONOSCIUTO COME IL PADRE DEL CINEMA DELLA INCOMUNICABILITA’, IN QUESTO CASO SEMBRA IL PROTAGONISTA DI UN B-MOVIE CON RENZO MONTAGNANI…
Articolo di Amelia Esposito per corriere.it - Estratti
«Se c’era una cosa che mio zio detestava quella era il pesce».
Il pesce?
«Sì, a causa della sua passione per le donne. Sin da ragazzino le ha sempre amate tanto. E ne ha avute tante. Fra le sue amanti c’era la moglie del pescivendolo di Ferrara.
Aveva il negozio proprio qui dietro — Elisabetta Antonioni indica una via alle spalle della piazza del Comune, dove ora siamo sedute a bere un caffè e mangiare una “ricciola”, la tipica brioche dolce-salata ferrarese —. Quella volta la combinò grossa».
Nei ricordi di Elisabetta, quelli più personali, Michelangelo Antonioni è soprattutto questo: prima ancora del regista geniale e visionario, suo zio è l’uomo bellissimo, charmant e corteggiatissimo da donne «d’ogni età e d’ogni estrazione sociale», che volentieri ricambiava, combinando più di qualche pasticcio. Come quello con la moglie del pescivendolo:
«Una notte che il marito della signora era uscito a pesca, mio zio andò a casa sua. Ma il pescivendolo fece rientro prima del previsto, così lei, per non farsi scoprire, chiuse Michelangelo nella cella frigorifera del negozio. Passò lì qualche ora, al freddo e con la puzza di pesce, prima che lei riuscisse a liberarlo. Da quella notte non volle mai più mangiare pesce e neppure sentirne l’odore».
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michelangelo antonioni renzo arbore - cari amici vicini e lontani
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ANTONIONI JEFF BECK
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