1. SANREMO DISASTRO! PEGGIO DI IERI: 30,13% NELLA FASCIA 20,20-22,30 – LA MEDIA DELLA PUNTATA TERMINATA ALL’UNA DI NOTTE: 35% CON 7 MILIONI 673MMILA TELE-MORENTI 2. LA TERZA SERATA DEL 2013 FAZIO CATTURÒ 10.7 MILIONI DI SPETTATORI E IL 42.8% DI SHARE 3. E SENZA UNO STRACCIO DI CONTRO-PROGRAMMAZIONE: LA7, AD ESEMPIO, HA FATTO L’1%. MA CON “SERVIZIO PUBBLICO” DI SANTORO IN ONDA SAREBBE STATO NAUFRAGIO 4. IL PROBLEMA CON IL FAZIO SANREMINO NON SONO GLI ASCOLTI (PROBLEMA CHE RIGUARDA SOLO GLI INSERZIONISTI PUBBLICITARI E LA SIPRA DELLA RAI) MA CHE È PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, UN FUNERAL-FESTIVAL CHE SOSTITUISCE LA QUARESIMA 5. “SE VUOI TENERE INCOLLATO ALLA TV IL VECCHIETTO CHE MI SI IMBIZZARRISCE ANCORA PER LA COSCIA DI UNA KESSLER INGUAINATA IN UN COLLANT SANAGENS E MANDARE IL BIMBOMINKIA A LETTO, POI NON PUOI PIAZZARE LÌ UNA A CUI CHIEDI CHE ORA È E TI RISPONDE “CULO!” 6. ‘’SICCOME SANREMO È SANREMO E NON UNA VEGLIA FUNEBRE, TUTTO SOMMATO VIENE DA DIRE: RIDATECI LE APERTURE CON LA CLERICI VESTITA DA TORTA NUZIALE, RIDATECI BAUDO CHE MALTRATTA LE VALLETTE ANZICHÉ FINGERSI ESTASIATO DALLA SOAVE BELLEZZA DI DONNE ALLA CASTA, CHE INDUCONO ALLO SBADIGLIO ANCHE IN REGGICALZE”

1. DAGOREPORT
Sanremo disastro! Peggio di ieri: 30,13% nella fascia 20,30-22,30 - La media della terza puntata terminata all'una di notte: 35% con 7 milioni 673mila tele-morenti -
Lo scorso anno la terza serata di Fazio catturò 10.7 milioni di spettatori e il 42.8% di share. E senza uno straccio di contro-programmazione: La7, ad esempio, ha fatto l'1%. ma con "Servizio pubblico" di Santoro in onda sarebbe stato naufragio.

Selvaggia Lucarelli per "Libero quotidiano"

Non ci si può mai rilassare un attimo in questo Paese. Uno si illude che sia in atto una rinascita, un ricambio, un nuovo corso. Perfino Berlusconi non fa in tempo a dire «Abbiamo un presidente del Consiglio che ha la metà dei miei anni, è un segnale positivo», che si apre il sipario dell'Ariston e ci ritroviamo davanti gente col doppio degli anni di Berlusconi. Io non so cosa sia preso a Fazio quest'anno, ma a un certo punto, guardando il Festival l'altra sera, ho pensato di assistere a una replica di Cocoon.

Quando ho visto aprire lo show con un omaggio al maestro Manzi, già ho avvertito una leggera preoccupazione. D'accordo che la Rai ha una fiction in promozione, ma Santamaria che legge una lettera di Manzi, nella scala dell'allegria, viene subito dopo Saviano che legge Verlaine.

VEGLIA FUNEBRE
E siccome Sanremo è Sanremo e non una veglia funebre, tutto sommato viene da dire: ridateci le aperture con la Clerici vestita da torta nuziale, ridateci Sanremo con la valletta che scende le scale sui tacchi troppo alti, ondeggiando come Pier Ferdinando Casini nell'ultimo decennio o con Bonolis che si porta dietro il suo circo Barnum.

O con Baudo che maltratta le vallette anziché fingersi estasiato dalla soave bellezza di donne alla Casta, che inducono allo sbadiglio anche in reggicalze. Metti sul palco la Carrà, le Kessler, Franca Valeri, Cat Stevens, Tito Stagno, Ron, Baglioni e altri personaggi che erano in pubertà quando Garibaldi incontrò Anita, e poi succede quello che è successo: la prima sera il festival fa il 45% di ascolti raccattando spettatori tra ospizi e bocciofile, la seconda sera il festival perde l'11% degli ascoltatori.

E li perde nel senso che tre milioni di spettatori sono purtroppo venuti a mancare per decessi naturali, mica perché hanno cambiato canale. Ora, capisco anche la scelta di voler escludere i Marco Carta e gli Scanu dalla competizione perché vedere umiliati i Perturbazione da In tutti i luoghi in tutti i laghi fa male al cuore e Mario Luzzato ormai, negli ultimi due anni, dopo la proclamazione del vincitore, va avanti a Prozac fino a primavera inoltrata, ma tra Amici e Walking Dead esistono infinite vie di mezzo. Perché anziché rischiare qualcosa Fazio in termini di coraggio e novità, devono rischiare il femore le gemelle Kessler?

Perché non invitare Franca Valeri a Che tempo che fa raccontando con grazia e delicatezza il suo momento, anziché portarla a Sanremo e costringerla a una gag malinconica e imbarazzante? Perché due ore e quaranta di Carrà? E abbiate pazienza, lo so che parlar male della Carrà in questo Paese è reato e sulla Carrà, sulla Loren, sulla pizza, sul calcio e sui cani abbandonati non si può dire nulla perché poi ti ritrovi minacce di morte estese ai tuoi consanguinei per due anni di fila,ma a settantuno anni si può anche dire basta ai balletti e ai guantini di pelle e fossi in lei mi sarei pure rotta le balle di sentirmi dire «incrollabile» o «monumento» manco fossi il Colosseo.

Fossi in lei, direi «Per ballare invitate una più giovane, io vengo a portare il mio humor, la mia personalità, il mio carisma », altrimenti l'effetto «Angela favolosa cubista» è pericolosamente in agguato. Che poi scusate eh, ma la logica di un Sanremo imbastito così mi sfugge totalmente. Fazio decide di abolire il talent per il Kukident, Emma per la flemma, e vabbè. Ma allora a coprire il segmento «comicità» ci metti Cochi e Renato, non la Littizzetto.

Se vuoi tenere incollato alla tv il vecchietto che mi si imbizzarrisce ancora per la coscia di una Kessler inguainata in un collant Sanagens ottanta den e mandare il bimbominkia a letto, poi non puoi piazzare lì una a cui chiedi che ora è e ti risponde «Culo!». E già che ci siamo: qualcuno può spiegare alla Littizzetto che ogni tanto si può anche tentare di dire qualcosa senza infilarci una battuta e che se pure la gente non ride per un tempo superiore ai dodici secondi, non è narcolessia, ma è il ritmo naturale della vita?

Passiamo poi all'argomento Casta. Chiamata, da sola, a coprire l'ambito ruolo della gnocca sanremese assieme alla varie sportive in abito da sera (le quali confermano in via definitiva l'equa - zione «una sportiva sta all'abito da sera quanto la Pascale sta al trucco acqua e sapone»), la Casta, anche se bella come il sole, ha confermato di non sapere fare nulla, di non avere nulla da dire, di non avere la personalità della showgirl edi non poter fare bene neppure la cosa che a una showgirl viene facile: sorridere. A occhio, direi che nella storia di twitter, i tweet sulla sua dentatura hanno superato quelli sul Superbowl.

STRANE DONNE
E anche qui veniamo al discorso Fazio, perché a vedere le donne di cui si circonda (Littizzetto a parte, che è l'uomo che Fazio non ha il coraggio di essere), viene da pensare che nelle sue scelte, ci sia una patologica continuità. Come Santoro, lui le donne accanto a sè le vuole bionde, angelicate, scarsamente parlanti e con funzione puramente contemplativa.

Santoro ha le Granbassi, le Borromeo, le Innocenzi, Fazio ha le Blasi, le Lagerback, le Bar Refaeli, le Casta. Lui, le cose intelligenti, le fa dire ai Saviano, ai Gramellini, mica a una donna. Le donne, nei suoi programmi sono i suoi «Ohhhh come sei bella!» o i «Culo! » della Littizzetto. Perfino la struccata direttrice di teatro dall'aria radical che annuncia la canzone che passa il turno potrebbe essere una sua valletta ideale. Perfino le Cagnotto o la Dallapè. Perfino la Capotondi.

Chissà perché quest'uomo necessita di un gineceo di merluzzette rassicuranti, per sentirsi sereno e dominante. Forse perché se è vero che dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna, dietro a un uomo medio c'è sempre una donna sciapa. Come questo Sanremo, che ha il colore pallido e mesto delle minestrine servite all'ospizio.

 

 

SELVAGGIA LUCARELLI E IVANA GERMANI FABIO FAZIO E LAETITIA CASTA A SANREMO NOVANTANOVE TERZA SERATA SANREMO RENZO ARBORE FAZIO E LITTIZZETTO SI SUICIDANO DOPO IL FLOP DI SANREMOFAZIO LITTIZZETTO TERZA SERATA SANREMO PIF GIANCARLO LEONE E FABIO FAZIOSANREMO CARRA SANREMO CARRA SANREMO CARRA TERZA SERATA SANREMO FLAVIO CAROLI TERZA SERATA SANREMO UCIANA LITTIZZETTO sso47 alice hellen kessler

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