1. PERCHÉ GUBITOSI HA SENTITO IL BISOGNO DI SCRIVERE PUBBLICAMENTE A ZAVOLI, DOPO IL COMUNICATO IN CUI LA RAI AVEVA GIÀ ASSICURATO, IN QUESTA FASE DI PRE PAR CONDICIO, ANALOGHI SPAZI DI COMUNICAZIONE AI LEADER DI TUTTI I PARTITI PER RIEQUILIBRARE IL TELEGOLPE DEL BANANA? HA SCRITTO A NUORA PERCHÉ SUOCERA INTENDA 2. L'ANTEFATTO: LO SHOW DEL CAVALIERE A “UNOMATTINA” CHE MANDAVA A DIRE A MONTI CHE SAREBBE DOVUTO NECESSARIAMENTE "SALIRE" IN POLITICA, PERCHÉ PROVENIENTE DA UN RANGO INFERIORE, HA FATTO DEFLAGRARE LA RABBIA DI AGENDA MONTI 3. SCHIAFFONE DI GUBITOSI AL TG1: HA ESAUTORATO LA REDAZIONE, GUIDATA DA GIORGINO, DAL CUORE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE, AFFIDANDO ALLA MONTINA MONICA MAGGIONI LE INTERVISTE AI LEADER (TAGLIATO FUORI ANCHE IL NEODIRETTORE MARIO ORFEO) 4. FRECCERO LIQUIDA: “IL GOVERNO MONTI NON HA COMPIUTO GRANDI RIVOLUZIONI IN RAI”

DAGOREPORT/1
Perché il direttore generale della Rai Gubitosi ha sentito il bisogno di scrivere pubblicamente a Sergio Zavoli, dopo il comunicato in cui l'azienda aveva già assicurato, in questa fase di pre par condicio, analoghi spazi di comunicazione ai leader di tutti gli schieramenti politici per riequilibrare le presenze di Berlusconi in radio e tv? Ha scritto a nuora perché suocera intenda.

L'antefatto: pochi minuti dopo l'intervista nella quale il Cavaliere, dagli studi di Uno Mattina, mandava a dire a Monti che sarebbe dovuto necessariamente "salire" in politica, perché proveniente da un rango inferiore. La rabbia del Professore e' stata trasmessa a Gubitosi dalla fidata portavoce Betty Olivi, che ha chiesto conto della vicenda al capo azienda, come già avvenuto con la richiesta di massimo risalto per il Nobel per la pace al'Unione europea, ad Oslo.

E lui, Gubitosi, pronto a scaricare tutte le responsabilità sui direttori di reti e testate, trattati alla stregua di praticanti di primo pelo, colpevoli, a suo dire, di essere stati contattati da Berlusconi e di averci parlato direttamente. Sara' bastato a far sbollire Supermario?

DAGOREPORT/2
E' sul piede di guerra il "politico" del Tg1, dopo lo schiaffone del direttore generale della Rai Gubitosi, che ha esautorato la redazione, guidata da Francesco Giorgino, dal cuore della campagna elettorale, affidando a Monica Maggioni le interviste ai leader politici. L'annuncio, che non ha precedenti in azienda per modalità e contenuti, in una nota di viale Mazzini, che taglia fuori anche il neodirettore della testata Mario Orfeo.

3- FRECCERO: IL GOVERNO MONTI NON HA COMPIUTO GRANDI RIVOLUZIONI IN RAI
Da La Repubblica

Carlo Freccero, quanto rimane del potere di Berlusconi in Rai? «Premetto che la mia posizione è particolare perché sono un dirigente dell'azienda. Ho fatto ricorso ai 15 giorni di sospensione, chiedendo un arbitrato alla Direzione territoriale del lavoro di Roma invece la Rai ha fatto ricorso al Tribunale civile del lavoro, sotto la spinta degli Affari legali, curati da Lax, avvocato molto legato alla precedente alla direzione generale. Si discuterà del mio caso il 31 gennaio, rispondo denunciando la Rai per ridimensionamento delle mansioni. È tutto peggiorato ».

Parlavamo del potere di Berlusconi.
«Ha quattro consiglieri nel Cda, in pratica ha la maggioranza: Pilati, il più competente, Verro, l'amico di Dell'Utri, la Todini e Rositani. Impediscono qualunque scelta positiva. L'organigramma mi sembra che non sia cambiato, gli uomini di Berlusconi sono nelle più importanti, ci sono legami».

Il direttore generale Gubitosi ha preannunciato un cambiamento.
«È vero, ma se metti ‘Un minuto per vincere' il giovedì, al posto di Santoro, si capisce come l'ideologia berlusconiana resista; non c'è stato piano editoriale, aspettiamo. Si dice che il potere fosse legato a Catricalà, a sua volta vicino a Letta e quindi, per la proprietà transitiva... Berlusconi non è solo una presenza, è una filosofia, un'estetica. Il governo Monti non ha compiuto grandi rivoluzioni in Rai».

Però le buone intenzioni ci sono, no?
«Ci vuole tempo per cambiare. Non è solo un problema di uomini ma di atteggiamento».

Berlusconi quanto influenza il voto con la sua presenza in tv?
«Dalla D'Urso non incide, parla ai suoi elettori. L'effetto l'ottiene sulle altre reti, sul pubblico che non ha deciso come votare. Sarò pessimista, ma la presenza massiccia vale più dei tweet. Berlusconi, a differenza di Monti, che è il potere democristiano, crea empatia col pubblico. Il Cavaliere utilizza il mezzo, parla alla pancia; il Professore parla alla testa. Monti non ha mai avuto bisogno della comunicazione, questo è interessante. Vedremo come se la caverà con la tv».

Finora le è sembrato che fosse così in difficoltà?
«La forza di Monti è che veniva dopo Berlusconi, nega il berlusconismo e cosa fa? Si mette sul piedistallo: è talmente autorevole che presuppone un atto di fede, la gente ha paura e gli crede. Oggi la partita è aperta».

Perché Berlusconi è intervenuto in modo massiccio a Natale?
«Perché è l'emblema del consumismo, che in questo Natale è negato agli italiani. Monti rappresenta l'economia calvinista e in questa fase delle dieci piaghe d'Egitto, entra in scena Silvio, eroe da commedia: "Sulle tavole c'è meno roba, vi faccio capire che vi ha tolto tutto". C'è un film che fotografa il Paese,
I 2 soliti idioti in cui Ruggero è Berlusconi e Teocoli fa Monti. Mentre noi analizziamo ogni parola, i ragazzi hanno liquidato tutto».

Non esageriamo.
«È così, i ragazzi sono avanti. Berlusconi, l'eroe che ha fatto diventare l'Italia un emporio, dice: visto cosa siete diventati senza di me? E siccome in tv non c'è pubblicità, ha più tempo. Monti ha vinto perché non voleva avere la comunicazione del re Travicello ma oggi che sale in politica deve esporsi. Chissà che
succederà».

 

Mario Monti al brindisi dopo la conferenza stampa con la Olivi al centro Con loro anche il ministro Severinoarticle MARIO MONTI ED ELISABETTA BETTY OLIVIgubitosi-tarantolaTARANTOLA GUBITOSITARANTOLA GUBITOSISergio Zavoli Silvio Berlusconi a Uno MattinaSilvio Berlusconi a Uno MattinaFRANCESCO GIORGINO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…