regeni al sisi

LA VERITA’, VI PREGO, SU GIULIO REGENI - THE INDEPENDENT: IL RICERCATORE ITALIANO AVEVA SCOPERTO LA VERA MINACCIA PER IL REGIME: NON L’ESTREMISMO MUSULMANO MA L’OPPOSIZIONE SOCIALISTA - I SUOI AGUZZINI VOLEVANO I NOMI...

REGENI FAMIGLIAREGENI FAMIGLIA

Robert Frisk per "The Independent" pubblicato da il “Fatto Quotidiano”

 

Ci siamo talmente abituati alle favole del "terrorismo musulmano" dei nostri dittatori preferiti - parlo ovviamente di Nasser , Sadat , Mubarak e ora del presidente egiziano Al-Sisi - che rischiamo di crederci.

 

La Fratellanza Musulmana e la sua campagna di "terrore" (in realtà la violenza in Egitto nulla ha a che vedere con la Fratellanza) hanno consentito ai macellai di Al-Sisi di malmenare, rinchiudere, torturare, uccidere e giustiziare migliaia di persone colpevoli solo di opporsi al comportamento disumano dello Stato di polizia instaurato in Egitto.

 

Ma il vero pericolo per il regime di Al-Sisi è sempre venuto dall' opposizione laica e socialista che in Egitto è simboleggiata dall' autonomia e dal coraggio dei movimenti sindacali. Laicità e socialismo sono sempre stati i nemici giurati dei dittatori egiziani.

Giulio RegeniGiulio Regeni

 

La preveggenza dello studioso

Qualche settimana fa, un giovane dottorando ha scritto con grande preveggenza che "la sfida dei sindacati allo stato di emergenza e l' appello del regime alla stabilità e all' ordine sociale - giustificato dalla "guerra al terrorismo" - fanno emergere la retorica dissimulata che il regime utilizza per giustificare la sua esistenza e la repressione della società civile".

 

Lo studente di Cambridge che ha scritto queste parole era Giulio Regeni il cui corpo brutalmente torturato - al punto che la madre lo ha riconosciuto solo dal naso - è stato trovato a febbraio lungo la strada che dal Cairo porta ad Alessandria. Nei nove giorni precedenti era stato percosso, torturato con l' applicazione di elettrodi, pugnalato e aveva avuto una grave emorragia cerebrale.

VIGNETTA GIANNELLI - AL SISI COLLABORA SUL CASO REGENIVIGNETTA GIANNELLI - AL SISI COLLABORA SUL CASO REGENI

 

Le autorità di polizia hanno snocciolato una serie di spiegazioni che andavano dall' incidente stradale, al sequestro di persona, all' assassinio da parte di una banda di criminali fino all' omicidio per una lite causata da ragioni sentimentali.

 

L' Italia ha reagito con rabbia - a questo proposito va detto che il ministero degli Esteri britannico ha fatto sentire le sue flebile voce sulla tragedia dello studente di Cambridge solo dopo aver ricevuto 10.000 lettere di protesta provenienti dalla Gran Bretagna - affermando con chiarezza che la presunta "banda di criminali" era formata da uomini delle forze di sicurezza di Al-Sisi.

 

MAMMA REGENIMAMMA REGENI

In questa sede non è il caso di intrattenersi sulle solite, penose giustificazioni di Al-Sisi che, naturalmente, ha parlato di "complotto" e se l' è presa, tanto per non smentirsi, con i giornalisti che credono troppo alle notizie che circolano sui social media.

 

Le lotte degli operai di Mahala

Più utile è rivolgere la nostra attenzione alle istituzioni delle quali Regeni si stava occupando al Cairo: i sindacati autonomi che sul lungo periodo rappresentano un pericolo assai più grave per il governo di Al-Sisi. Le ricerche condotte da Regeni - e non altro - sono state il motivo del suo assassinio. Le fabbriche di cotone di Mahala hanno sempre rappresentato una voce importante nel bilancio dell' Egitto e le operaie e gli operai di Mahala hanno una lunga storia di lotte.

 

manifestazione per giulio regeni manifestazione per giulio regeni

I sindacati dei lavoratori di quelle fabbriche organizzarono una sorta di colpo di Stato per rovesciare Mubarak nel 2006, ben sette anni prima della rivoluzione di piazza Tahrir. Gli operai guidati dalle donne occuparono il centro di Mahala (anche lì la piazza principale si chiama Tahrir) e tennero in scacco la polizia per una settimana. Ottennero la liberazione di alcuni sindacalisti incarcerati, aumenti salariali, ma non riuscirono ad abbattere Mubarak. Ci riprovarono nel 2008 ma la rivolta fu soffocata nel sangue.

 

Socialisti più pericolosi della Fratellanza

Ma il sindacato operaio unitario, una sorta di "sindacato giallo" voluto da Mubarak, ha tentato di distruggere i sindacati autonomi. Scioperare con l' attuale governo militare è "tradimento".

 

renzi al sisirenzi al sisi

È una delle ragioni per cui Al-Sisi parla continuamente di complotto contro lo Stato. I socialisti laici erano ritenuti più pericolosi della Fratellanza. E qui entra in scena il povero Regeni. Il suo ultimo pezzo anonimo inviato al quotidiano Il Manifesto è stato tradotto e pubblicato dalla rivista socialista britannica Red Pepper.

 

SIT IN AMBASCIATA EGITTOSIT IN AMBASCIATA EGITTO

Regeni parlava del Centro dei servizi per i sindacati e i lavoratori - "un luogo di incontro dei sindacalisti autonomi", lo definiva - e di come l' attacco di Al-Sisi alle libertà sindacali avesse causato "un diffuso malcontento tra i lavoratori". Che ne è stato della primavera egiziana? Regeni sottolineava la grande partecipazione delle donne e scriveva di molti scioperi recenti di cui in Occidente non si è parlato.

 

Scriveva che "in un contesto autoritario e repressivo come quello creato dal generale Al-Sisi" questi fatti "avrebbero infranto il muro della paura". Regeni nei giorni passati in Egitto deve aver avuto molti contatti con sindacalisti "traditori" che volevano "distruggere" l' Egitto.

 

Chi erano i suoi contatti, hanno sicuramente chiesto a Regeni le forze di sicurezza. E in un Paese in cui tutte le organizzazioni, persino studentesche, finanziate da nazioni straniere sono viste come spie, per chi lavorava veramente Regeni? Questa la logica dell' apparato repressivo di Al-Sisi.

EGITTO PROTESTA OPPOSIZIONEEGITTO PROTESTA OPPOSIZIONE

 

I giornali italiani e non solo hanno fatto il nome del generale delle forze di sicurezza Khaled Shalabi , responsabile del Governatorato di Gaza dove è stato rinvenuto il corpo di Regeni. È stato Shalabi a parlare in un primo momento di incidente stradale. Ma in fondo non è questo il punto. Regeni, come qualsiasi altro studente e giornalista, aveva individuato da dove poteva venire il pericolo maggiore per il regime e ha pagato questa scoperta con la vita.

REGENI AL SISIREGENI AL SISI

(Traduzione di Carlo A.Biscotto)

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