de andre malgioglio

“DORI GHEZZI? MA CHI QUELLA CHE ASSOMIGLIA A BRIGITTE BARDOT?” – CRISTIANO MALGIOGLIO RICORDA DE ANDRE’ E RACCONTA CHE FU LUI A FAR CONOSCERE LUI E DORI GHEZZI - “SENZA FABER NON AVREI MAI FATTO NULLA. MI DICEVA: SEI UN PUMA”- "EREDI? UN ALTRO DE ANDRE’ NON NASCERA’ PIU’. I TALENT HANNO ROVINATO TUTTO. LE UNICHE DUE VOCI MERAVIGLIOSE OGGI IN ITALIA SONO QUELLE DI GIORGIA E ARISA". E POI BAGLIONI, SALVINI, SANREMO, CALIFANO E CELENTANO…

Francesco Persili per Dagospia

 

CRISTIANO MALGIOGLIO

“Mi diceva: ‘Tu sei un puma. Sei diverso dagli altri, ce la farai’. A lui devo tutto”. Cristiano Malgioglio affida a Dagospia il ricordo di Fabrizio De Andrè a 20 anni dalla morte: “Se non l’avessi incontrato, non avrei fatto questo lavoro”. Racconta di averlo conosciuto nel periodo in cui entrambi vivevano a Genova. “Ero sfacciato, un giorno mi presentai a casa sua per fargli leggere i testi che avevo scritto. Lui la mattina dormiva. Mi aprì alle 17…C’era un brano “Impossibile riabbracciarti”, mai inciso, che gli piacque molto. Da quel momento ho iniziato a tormentarlo, non gli davo pace, volevo che mi portasse a Milano”.

 

E pensare che alla “Malgy” piaceva Gino Paoli (“La sua voce mi cullava, ora non l’ascolto più”) ma il punto di svolta della sua vita, e della sua carriera, avvenne grazie a Faber: “Mi pagò il biglietto del treno, mi portò a Milano e mi presentò ad alcuni dirigenti della Ricordi. Io con loro firmai il mio primo contratto. Fu l'inizio di tutto”.

 

de andrè dori ghezzi

Memorie di notti insonni e di puttane allegre nella pensione vicino alla stazione si rincorrono con i viaggi in autostop e le risate di Faber: “Era un uomo moderno, sensibile e giocoso. Quando mi vedeva pallido, gli dicevo che avevo dimenticato di mettere la cipria. E lui si divertiva tantissimo. Gli raccontavo molte cazzate…”.

 

Ma nei momenti difficili Faber c’era sempre. Al telefono, quando prevaleva lo sconforto, lui con il suo vocione era sempre pronto a rassicurare: “Scrivi, non ti preoccupare, i tempi cambieranno, e tu sarai come David Bowie, Elton John, come gli artisti che ami. A parte che io, in quel periodo, mi sentivo come Carmen Miranda…”. Malgioglio racconta  che Faber impazzì per la sua versione di ‘I love you honestly’ di Olivia Newton John (“ho imparato a scrivere grazie a lei, traducevo tutte le canzoni”) e quando Iva Zanicchi incise “A parte il fatto” scritto dalla Malgy lo chiamò per dirgli: “E’ una delle canzoni più belle ascoltate in questi ultimi anni”.

 

A Milano Malgioglio trovò una “sorella”, Dori Ghezzi, e si ritagliò anche un ruolo “da Cupido”. Fu lui infatti a propiziare l’incontro con Faber. “Sono pazzo di lui”, mi confessò lei quando gli dissi che stavo parlando al telefono con De Andrè. Così chiesi a Fabrizio se potevo portarla a cena. “Ma chi, quella che assomiglia a Brigitte Bardot? Sì, portala”. E fu subito colpo di fulmine. “Nei loro occhi quella sera c’era qualcosa di straordinario, una luce immensa. Nacque una bellissima storia d’amore”.

 

de andrè dori ghezzi

La loro amicizia proseguì anche quando loro si trasferirono in Sardegna. “Nei giorni del rapimento, entrai in crisi. Mi feci una colpa di quello che era successo pensando che fui io a farli conoscere. Ho passato quel periodo con un’ansia incredibile…”. Si parla di chi mette l’amore sopra ogni cosa e di “Bocca di Rosa” (“la canzone che Faber amava di più mentre io preferisco “Il testamento di Tito”), di Brassens e di Umberto Bindi (“L’unico che come scrittura si può avvicinare a De Andrè, anche se era più malinconico”).

 

Verranno a chiederti del nostro Faber e di chi possa essere il suo erede, Malgioglio non ha dubbi: “Un altro De Andrè non nascerà più, come non nascerà più un’altra Patty Pravo”. I talent? “Hanno un po’ rovinato tutto. Prima si faticava. Adesso bastano un riflettore, quattro ballerini e le ragazzine impazziscono. Le case discografiche non danno tempo a un artista di crescere. Da tempo non vediamo fenomeni uscire da ‘X Factor’, gli ultimi sono stati Giusy Ferreri e Marco Mengoni. “Amici” è più interessante, è una scuola…. Le uniche due voci meravigliose che abbiamo oggi in Italia sono Giorgia e Arisa”. Inevitabile parlare di Sanremo e delle polemiche di Salvini dopo le parole di Baglioni sul caso migranti. “Siamo in un Paese libero, ognuno può avere le sue opinioni. Immigrazione e sicurezza sono temi delicati, lasciamo fare ai politici. Al Festival si deve parlare di canzoni. E Baglioni mi ha fatto arrabbiare per l’esclusione di un pezzo bellissimo come “Caramelle” di Carone e Dear Jack e perché ha detto che Sanremo non ha bisogno di star internazionali come figurine…”.

malgioglio cr4

 

Malgioglio, che in tv impazza da Chiambretti e ha in uscita un cofanetto contenente 5 album dal titolo "International Suite", afferma che quest’anno non seguirà il Festival. L’anno scorso si era battuto come un leone (meglio, come "un puma”) per far assegnare all’Ariston il Premio alla carriera a Milva. “Quest’anno mi piacerebbe vedere assegnato due riconoscimenti: uno a Franco Califano e un altro a Adriano Celentano, un personaggio di rottura straordinario. Tanto poi lui, conoscendolo, non andrebbe neanche a ritirare il premio”. La forza di essere se stessi, fuori dalle righe, mai convenzionali. Faber, Celentano, Malgioglio: per brevità chiamati artisti.

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