1- CON LO SHOW DI FIORELLO LA RAI SI GIOCA LA SUA STAGIONE PIÙ DISGRAZIATA. LADY LEI LO SA BENE E CI HA INVESTITO UNA CIFRA ENORME PER QUATTRO PUNTATE: 11,9 MLN € 2- SÌ, TRE MILIONI DI EURO A PUNTATA PER UN’AZIENDA CHE AL 31 DICEMBRE AVRÀ DEBITI PER LA SOMMETTA DI 350 MLN E LA PAURA DI CONGELARE 13MILA TREDICESIME (SE LO SA TREMENDINO TREMONTI, AZIONISTA DI RIFERIMENTO DELLA RAI, LI AMMAZZA TUTTI) 3- CONDANNATO AL SUCCESSO, FIORELLO SI SCATENA SU TUTTI I MEDIA, DA TWITTER A SKY 4- MENTRE IL TG1 CELEBRAVA IL LANCIO DEL PROGRAMMA, FIORELLO RINGRAZIA CON ENTUSIASMO I CINQUE MILIONI DI ABBONATI DI MURDOCH: “SKY S'È FATTO UN MAZZO COSÌ PER 5 MILIONI DI VOI. STATE BENE A SKY, PER DUE ORETTE, SE POTETE, GUARDATEMI SU RAI1. AUGURI!”. SU SKY: “PER 2 ORETTE, SE POTETE, GUARDATEMI SU RAI1. AUGURI!”

Carlo Tecce per "il Fatto quotidiano"

Dio salvi Fiorello. Perché Fiorello deve salvare la Rai. Più che un gioco di parole, una puntata disperata: l'ultima carta sul tavolo per stecchire la concorrenza (per fortuna Mediaset è moribonda); rianimare la cianotica Rai1; bullonare le poltrone di quei dirigenti spaventati. Quelli che pensano, a volte: persino in viale Mazzini ti puniscono. E Fiorello, mistico, deve convertire un milione di italiani che mancano all'appello: cavolo, dove siete finiti? Tornate su Rai1, ferma in prima serata al 17,85 per cento di share, meno 3,6 punti rispetto al 2010.

E Fiorello, comico, deve far sorridere una rete che trasmette drammi veri o finti. E Fiorello, imitatore, deve rispolverare la voce psichedelica di Silvio Berlusconi: mi consenta, si parla ancora di Lei. E Fiorello, mattatore, dal 14 novembre deve reggere per quattro lunedì di fila, quattro eventi, quattro epopee. Il titolo cita Jovanotti, eroe dei perdenti gentili del Pd: Il più grande spettacolo dopo il weekend. Va di lunedì, e dunque: "Non è che siamo i più bravi, ma perché il lunedì ci siamo solo noi", dice Rosario da Catania con parruccone di Elvis.

Fiorello è un'apparizione, improvvisa, passeggera. La cometa di Halley che si concede poco, però: se si fa vedere, tutti la guardano con stupore. Che viene coccolata dai dollari di Sky e col canone Rai, un po' a teatro, un po' in radio. La Rai chiede a Fiorello di impastare un briciolo di credibilità, in diretta ovviamente, di constatare l'esistenza più che il decesso, di rievocare Celentano o Benigni senza Celentano e Benigni. Il dg Lorenza Lei investe milioni di euro, 11,9 per l'esattezza, una cifra enorme per un successo (obbligato!) planetario. Fiorello convoca i Coldplay, ecco. Indica Shakira, ecco.

Ordina la migliore scenografia, ecco. Un paio di milioni per i costi esterni, nessun problema. Il contratto per la società di Bibì Ballandi vale 5,6 milioni, perfetto. I ragionieri di viale Mazzini sparano un numero: 5 milioni di euro, la pubblicità che vendiamo. Non è questione di segni positivi o negativi, qui è robaccia di vita o di morte. Di un'azienda che al 31 dicembre avrà debiti per 350 milioni di euro e la paura di congelare le tredicesime per i 13 mila dipendenti.

Come i miti sbandati e dimenticati, e con le copertine scolorite appese in salotto per il tempo che fu, la Rai compra 4 serate di gloria per oscurarne 361 di noia. È una Rai di rapporti occasionali, di lusso per carità, ma ugualmente sporadici. Il pranzo domenicale, macché: peggio, l'abbuffata pasquale e natalizia. Mentre il Tg1 celebrava il lancio del programma, Fiorello ringrazia con entusiasmo i cinque milioni di abbonati di Rupert Murdoch: "Sky s'è fatto un mazzo così per 5 milioni di voi. State bene a Sky, per due orette, se potete, guardatemi su Rai1. Auguri!".

Andare in video con il marchio Rai è un segno tinteggiato di rosso all'interno di un'ampia agenda, una piacevole tappa, mica il traguardo per il trionfo. La direzione ha smesso di provare palliativi, qui serve un chirurgo specialista, il migliore sul mercato (visto che Celentano o Santoro o Baudo li teniamo fuori, e Vieni via con me fa incazzare il ministro Bobo Maroni). Fiorello accetta con intelligenza, pretende strumenti sofisticati per un'operazione delicata.

Cucina l'attesa su Twitter, la tecnologia che affascina i cinquantenni di fibra giovane: "Questa la mia ricetta: finocchi, sedano, pomodorini, menta, bottarga. ‘E chi so, la Parodi?'". Fiorello correda il profilo con fotografie estemporanee, facce assonnate, massime di resistenza: "Ore 5 del mattino, vado in giro per Roma a fare colazione, leggere giornali e incontrare 'mbriaghi ! Bentornati a casa gente della notte! Io esco! Qualcuno deve pur farlo questo sporco lavoro!".

Carica immagini e commenti con ossessione, saluta amici vicini (Pippo Baudo) e lontani (Mike Bongiorno), fa il tifo per Flavia Pennetta e per la rossa Ducati. Tiene stretta l'attualità senza scorie demagoghe: "La tassa di solidarietà? Sì!". Non dice cazzate. Domanda: "Quando ti vedremo al Festival di Sanremo?". Sincero: "Forse mai". Con invidiabile senso strategico, s'inserisce fra Berlusconi e Tre-monti con un video.

Marco Baldini, l'amico spesso nei guai e mai abbandonato, intervista il Cavalier Fiorello: "Ma porca paletta, sono incazzato come una biscia. Ma ti pare, ti rendi conto? Una votazione così importante che riguarda il bilancio del governo e il ministro dell'Economia non viene a votare". Riferimento a Ruby politicamente corretto: "È un po' come se ci fosse un'orgia e io non andassi. Adesso basta, stasera gli chiudo facebook, niente youporn e a nanna. Va bene?". Qualsiasi cosa, va bene, pur di onorare le spoglie Rai. San Rosario, preghiamo.

 

FIORELLO LORENZA LEI BIBI BALLANDI viale mazzini medium BENIGNI E CELENTANO - ROCKPOLITIK 2005COLDPLAYSHAKIRA

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?