diletta leotta di dazn

DAZN, UN PESSIMO AFFARE  - NEL 2023 LA PIATTAFORMA HA PERSO 1,5 MILIARDI DI DOLLARI A LIVELLO INTERNAZIONALE, PERDITE CHE SI AGGIUNGONO AGLI ALTRI ROSSI DI BILANCIO: NEGLI ULTIMI CINQUE ESERCIZI IL GRUPPO DAZN È ANDATO SOTTO DI 7,7 MILIARDI DI DOLLARI, CON UNA MEDIA DI MENO 1,54 MILIARDI ALL'ANNO - IN ITALIA? NUMERI UFFICIALI NON CE NE SONO. LE STIME CALCOLANO CIRCA 200 MILIONI DI PERDITE OGNI 12 MESI...

Estratto dell'articolo di Claudio Plazzotta per www.italiaoggi.it

 

dazn

In questi ultimi giorni il mercato è stato un po’ travolto da numeri su Dazn, con una certa confusione tra ricavi a livello internazionale, perdite, cifre cristallizzate in bilancio o solo previsioni più o meno affidabili della piattaforma in streaming dedicata allo sport.

 

Giusto per fare ordine: gli unici dati ufficiali, e che quindi si possono commentare con oggettività, sono quelli contenuti nel «Consolidated annual report and financial statements» di Dazn group limited al 31 dicembre 2023, appena pubblicato sul sito GOV.UK.

 

DAZN

I ricavi 2023 del gruppo Dazn nel mondo sono stati pari a 2,863 miliardi di dollari (+30,3% sui 2,197 miliardi nel 2022), di cui 2,807 miliardi da ricavi per «contratti coi clienti» (2,122 miliardi nel 2022) e 55,5 milioni da partnership con altri broadcaster (in calo rispetto ai 74,7 milioni del 2022).

 

I costi operativi sono invece stati pari a 4,213 miliardi di dollari (+29,2% sui 3,26 miliardi nel 2022), di cui 3,123 miliardi di dollari di costi per i diritti tv, con perdite complessive per 1,488 miliardi (1,262 miliardi nel 2022). E i diritti tv resteranno la maggiore spesa per la piattaforma, considerando che fino al 2033 Dazn, spiega nel suo bilancio, ha già impegni per il pagamento di diritti per 9,3 miliardi di dollari. [...]

 

DAZN

 

Il business di Dazn è concentrato soprattutto in Europa: l’area Europa, Medioriente e Africa, infatti, vale ricavi complessivi per 2,285 miliardi di dollari nel 2023 (1,654 miliardi nel 2022), mentre l’Asia pesa appena 290 milioni di dollari (266 milioni nel 2022) e le Americhe 287,7 milioni (276,8 milioni nel 2022). Gli utenti mensili, in base alle dichiarazioni di Dazn, sono circa 300 milioni nel mondo, ma gli abbonati paganti, in base a stime di mercato, sono invece appena 20 milioni.

 

DAZN

Come si diceva, i conti di Dazn non sono ancora in equilibrio: le perdite di quasi 1,5 miliardi di dollari nel 2023 vanno a sommarsi agli altri rossi di bilancio, con una perdita aggregata del gruppo Dazn a livello mondiale che negli ultimi cinque esercizi chiusi è stata pari a circa 7,7 miliardi di dollari, con una media quindi di 1,54 miliardi di perdita annua.

 

L’azionista di Dazn, ovvero il gruppo Access di Len Blavatnik, ha dovuto versare quasi sette miliardi di dollari nelle casse di Dazn dal 2016 a oggi.

 

E per dotare il gruppo della liquidità necessaria a operare, anche di recente Blavatnik è stato costretto a staccare assegni per complessivi 827 milioni di dollari, di cui 587 milioni nel corso del 2024 (l’ultimo, pari a 100 milioni di dollari, proprio il 2 dicembre scorso).

 

dazn eleven sports

Entrando invece nell’ambito delle stime, i vertici di Dazn ritengono che il 2024 potrebbe chiudersi con ricavi pari a 3,4 miliardi di dollari e che, a tendere, grazie alla acquisizione (lo scorso dicembre per un valore di 2,2 miliardi di dollari) della media company australiana Foxtel e dei diritti per i Mondiali di calcio per Club Fifa 2025 (un miliardo di dollari), i ricavi del gruppo potrebbero raggiungere nel corso di pochi esercizi quota sei miliardi di dollari annui.

 

E come vanno le cose in Italia? Dazn paga 700 milioni di euro all’anno solo per i diritti della Serie A di calcio. Poi ci sono i costi per i diritti di Liga, Serie B e altre manifestazioni sportive. Applicando all’Italia lo schema del bilancio di Dazn Group (in cui i costi dei diritti tv incidono per circa il 75% sul totale costi), possiamo quindi stimare che i costi complessivi di Dazn in Italia, sommando marketing, personale, amministrazione, banda, ecc siano attorno ai 930 milioni di euro all’anno. [...]

 

DILETTA LEOTTA DI DAZN 1

Sul mercato gli abbonamenti a Dazn sono stimati in 1,7 milioni. Che, se tutti pagassero 34 euro al mese, assicurerebbero entrate attorno ai 700 milioni di euro annui. Cui sommare pure 50-60 milioni dalla raccolta pubblicitaria a cura di Mediaset. Più realisticamente si può immaginare che le entrate da abbonati per Dazn si collochino sotto i 600 milioni di euro. Quindi la società in Italia viaggia ancora con un rosso di circa 200 milioni di euro all’anno.

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”