LEGA DI FASCIO E DI GOVERNO - CON SALVINI IL CARROCCIO SVOLTA A DESTRA E SI RIUNISCE CON LE FORMAZIONE PIÙ XENOFOBE DI TUTTA EUROPA

Paolo Berizzi per "la Repubblica"

Dalla corsa alle auto blu al pedinamento del ministro «orango» (copyright Calderoli). Dai vecchi fucili spuntati di Bossi - agitati per mungere poltrone e privilegi statali - al nuovo asse con gli ultranazionalisti europei che marciano in camicia bruna e vomitano odio contro immigrati, islamici, «invasori»: i diversamente etnici. Quelli da ricacciare nelle «riserve indiane» o da «impallinare » mentre attraversano il Mediterraneo sui barconi. Quelli come Kyenge: e i leghisti 3.0 gliel'avevano giurata dall'inizio. In mezzo, la battaglia un po' pretestuosa contro l'euro e l'Europa «nemica dei popoli».

Che cosa si nasconde dietro la svolta "oltranzista" impressa alla Lega dal neosegretario Salvini? Qual è la nuova faccia del movimento che, in crisi di voti e di identità, torna a gridare, a insultare e a minacciare («chi ci tocca inizi ad avere paura», segretario federale dixit) e salda il Sole delle Alpi coi simboli delle formazioni più xenofobe in circolazione in Europa?

Il Partito nazionale slovacco, i Democratici svedesi, i bulgari di Ataka e i belgi fiamminghi del Vlamms Belang, l'Udc svizzero che vuole cacciare i lavoratori italiani e i liberal nazionalisti austriaci del Fpo, per finire o iniziare con il Front dei Le Pen, sodalizio confermato anche ieri. Per capirlo si può partire da un convegno.

Un convegno saltato all'ultimo per «problemi tecnici», secondo la versione ufficiale. Venerdì 17 gennaio in un'aula dell'Universita Statale di Milano, Mario Borghezio, europarlamentare ex leghista, espulso obtorto collo dai vertici del partito (ma mai rinnegato) e confluito nel Gruppo misto, ex Ordine Nuovo e sedicente secessionista, avrebbe dovuto essere la guest star di un incontro dal titolo «Il Mondo verso un futuro multipolare».

Il seminario, temuto dalla Digos per le proteste dei collettivi studenteschi, era organizzato dal Gruppo Alpha, una formazione vicina a Lealtà e Azione che a Milano vuole dire Hammerskin, la falange nata da una costola del Ku Klux Klan, presente in tutto il mondo e famosa per pestaggi contro immigrati e inni alla superiorità della razza bianca.

Assieme al prodigo zio Borghezio - rientrato nella casa e entusiasta per il nuovo corso della Lega salviniana alleata con l'estrema destra europea - a Milano avrebbe dato il suo contributo anche un ospite russo: Andrew Kovalenko, assistente deputato di Yevgeny Fyodorov (scienziato politico) presso la Duma di Stato della Federazione Russa, e rappresentante del Movimento Eurasiatista Russo.

Chi sono gli amici postsovietici degli Hammerskin e di Borghezio? Due parole: «Marcia Russa». Quattro novembre 2013, 30mila persone, 100 città coinvolte. Sono i numeri della più importante manifestazione dei movimenti di estrema destra nello Stato governato da Putin. La giornata dell'unità nazionale celebra l'espulsione degli invasori stranieri da Mosca nell'autunno del 1612.

Passo indietro: congresso della Lega al Lingotto di Torino, quello che acclama Salvini segretario. Assieme al gotha leghista ci sono i nuovi «amici» del Carroccio. Ospiti internazionali. Rappresentanti di partiti xenofobi, anti europeisti e a forte trazione nazionalista. I russi, certo. «Noi e i leghisti abbiamo importanti valori in comune» chiosa il parlamentare Viktor Zubarev di Russia Unita, il partito di Putin.

Erano giorni in cui la crociata contro il ministro Kyenge sembrava essersi un po' attenuata. Solo una falsa tregua. Mentre le menti della propaganda leghista pensavano alle prossime iniziative contro il ministro, «che deve tornare in mezzo agli africani», gli ambasciatori di Salvini rinforzavano i rapporti coi nuovi compagni di viaggio oltre i confini padani. I liberal nazionalisti austriaci del Fpo fino alla scissione del 23 aprile 2005 erano guidati da Jorg Haider.

La figura di spicco oggi è Heinz Christian Strache, nipote di un soldato delle SS, ex odontotecnico. I punti fermi degli austriaci? Lotta contro turchi e africani, omosessuali, badanti straniere, islamici, stato sociale solo per gli autoctoni. Al grido di «Vienna non deve diventare Istanbul», alimentano l'incubo dell'islamizzazione.

Tutta roba già vista tra Lombardia Piemonte e Veneto. Gli stessi programmi dei Democratici svedesi, 5,7% alle ultime elezioni e una lotta aperta contro gli stranieri, che in Svezia hanno una percentuale record (14%). O del Partito nazionale slovacco che - ricordano Saverio Ferrari e Gennaro Gatto, Osservatorio democratico sulle nuove destre - per combattere i Rom li ha sbattuti sui cartelloni seminudi al grido di «non diamo da mangiare a chi non vuole lavorare».

Camicie verdi e camicie brune. Qualche anno fa l'Fpo austriaco, neo alleato della Lega, ha organizzato a Vienna una conferenza tra i partiti di destra europei che si è conclusa con la «Dichiarazione di Vienna". Si chiedeva l'abbandono della politica dell'immigrazione in Ue e tante altre cose che la Lega in questi anni ha propinato al suo elettorato. Hanno firmato la dichiarazione, tra gli altri, il Front national di Le Pen, Alessandra Mussolini per Azione Sociale, Alternativa Espanola, Grande Roumanie, Ataka, il Vlamms Belang belga. La Lega non ha partecipato - altri tempi - ma ha aderito all'iniziativa. Poi l'euromatrimonio si è compiuto.

 

SALVINI E MARONI MATTEO SALVINI COME RENATO POZZETTO FLAVIO TOSI MATTEO SALVINI ROBERTO MARONIborghezio x BOSSI BORGHEZIOmarine le pen david duke ku klux klan KYENGE MARINO FUNERALI DELLA TRANS ANDREA QUINTERO FOTO LAPRESSE

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte elly schlein matteo ricci giorgia meloni francesco acquaroli

DAGOREPORT - COME E' RIUSCITO CONTE, DALL’ALTO DEL MISERO 5% DEI 5STELLE NELLE MARCHE, A TENERE IN OSTAGGIO IL PD-ELLY? - L'EX ''AVVOCATO DEL POPOLO'' È RIUSCITO A OTTENERE DALLA "GRUPPETTARA CON L'ESKIMO" LE CANDIDATURE DI ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA, E SENZA SPENDERSI GRANCHE' PER MATTEO RICCI. ANZI, RIEMPIENDO I MEDIA DI DISTINGUO E SUPERCAZZOLE SULL’ALLEANZA (“NON SIAMO UN CESPUGLIO DEL PD”) – IL PIU' MADORNALE ERRORE DEL RIFORMISTA RICCI E' STATO DI FAR SALIRE SUL PALCO L'"ATTIVISTA" DEL NAZARENO, AGITANDOSI PER GAZA ANZICHE' PER UNA REGIONE DOVE LA GLOBALIZZAZIONE HA IMPOVERITO LE INDUSTRIE (SCAVOLINI, TOD'S, ETC.), LA DISOCCUPAZIONE E' ARRIVATA E I MARCHIGIANI SI SONO SENTITI ABBANDONATI - VISTO IL RISCHIO-RICCI, E' ARRIVATA LA MOSSA DA CAVALLO DELLA DUCETTA: ''ZONA ECONOMICA SPECIALE'' E UNA PIOGGIA DI 70 MILIONI DI AIUTI...

al-thani netanyahu trump papa leone bin salman hamas

DAGOREPORT – STASERA INIZIA LA RICORRENZA DI YOM KIPPUR E NETANYAHU PREGA CHE HAMAS RIFIUTI IL PIANO DI PACE PER GAZA (ASSEDIATO IN CASA DALLE PROTESTE E DAI PROCESSI, PIÙ DURA LA GUERRA, MEGLIO È). NON A CASO HA FATTO MODIFICARE LAST MINUTE IL TESTO RENDENDOLO PIÙ DIFFICILE DA ACCETTARE PER I TERRORISTI CHE, A LORO VOLTA, INSISTONO SU TRE PUNTI: UN SALVACONDOTTO PER I CAPI; UN IMPEGNO A CREARE LO STATO DI PALESTINA; IL RITIRO DELL’ESERCITO ISRAELIANO, ANCHE DALLA ZONA CUSCINETTO – PRESSING FORTISSIMO DI VATICANO, ONU E PAESI ARABI PER CHIUDERE L'ACCORDO – EMIRI E SCEICCHI INFURIATI PER IL RUOLO DI TONY BLAIR, CHE BOMBARDÒ L’IRAQ SENZA MAI PENTIRSI – L’UMILIAZIONE DI “BIBI” CON LA TELEFONATA AL QATAR: L’EMIRO AL THANI NON HA VOLUTO PARLARE CON LUI E HA DELEGATO IL PRIMO MINISTRO – L’OBIETTIVO DEI “FLOTILLEROS” E L’ANTISEMITISMO CHE DILAGA IN EUROPA

luca zaia matteo salvini roberto vannacci

IL CORAGGIO SE UNO NON CE L'HA, MICA SE LO PUO' DARE! LUCA ZAIA, ETERNO CACADUBBI, NICCHIA SULLA CANDIDATURA ALLE SUPPLETIVE PER LA CAMERA: ORA CHE HA FINALMENTE LA CHANCE DI TORNARE A ROMA E INCIDERE SULLA LEGA, DUELLANDO CON VANNACCI E SALVINI CONTRO LA SVOLTA A DESTRA DEL CARROCCIO, PREFERISCE RESTARE NEL SUO VENETO A PIAZZARE QUALCHE FEDELISSIMO – SONO ANNI CHE MUGUGNANO I “MODERATI” LEGHISTI COME ZAIA, FEDRIGA, GIORGETTI, FONTANA MA AL MOMENTO DI SFIDARE SALVINI, SE LA FANNO SOTTO...

elly schlein tafazzi

DAGOREPORT: IL “NUOVO PD” DI ELLY NON ESISTE - ALIMENTATA DA UN'AMBIZIONE SFRENATA, INFARCITA SOLO DI TATTICISMI E DISPETTI, NON POSSIEDE L'ABILITÀ DI GUIDARE LA NOMENKLATURA DEL PARTITO, ISPIRANDOLA E MOTIVANDOLA - IL FATIDICO "CAMPOLARGO" NON BASTA PER RISPEDIRE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO L'ARMATA BRANCA-MELONI. NELLE MARCHE IL PD-ELLY SUBISCE IL SORPASSO DELLE SORELLE D'ITALIA - QUELLO CHE INQUIETA È LO SQUILIBRIO DELLA DUCETTA DEL NAZARENO NELLA COSTRUZIONE DELLE ALLEANZE, TUTTO IN FAVORE DI UN'AREA DI SINISTRA (M5S E AVS) IN CUI LEI STESSA SI È FORMATA E A CUI SENTE DI APPARTENERE, A SCAPITO DI QUELLA MODERATA, SPAZIO SUBITO OCCUPATO DALLA SCALTRISSIMA DUCETTA DI VIA DELLA SCROFA, CHE HA LANCIATO AMI A CUI HANNO ABBOCCATO LA CISL E COMUNIONE E LIBERAZIONE - CHE ELLY NON POSSIEDA VISIONE STRATEGICA, CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE, INTELLIGENZA EMOTIVA, PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO MELONI, E' LAMPANTE - OCCORRE URGENTEMENTE, IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, RISPEDIRE ELLY SUI CARRI DEI GAY-PRIDE, PUNTANDO, DOPO LE REGIONALI D'AUTUNNO, SU UNA NUOVA LEADERSHIP IN SINTONIA COI TEMPI TUMULTUOSI DI OGGI

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…

beatrice venezi

DAGOREPORT: VENEZI, IL "MOSTRO" DELLA LAGUNA – COME USCIRANNO IL MINISTRO "GIULI-VO" E IL SOVRINTENDENTE COLABIANCHI DAL VICOLO CIECO IN CUI SONO FINITI CON L’INSOSTENIBILE NOMINA DELLA “BACCHETTA NERA”? – IL “DO DI STOMACO” DEGLI ORCHESTRALI DEL TEATRO LA FENICE HA RICEVUTO LA SOLIDARIETÀ DEI PIÙ IMPORTANTI TEATRI LIRICI, DA LA SCALA DI MILANO AL SAN CARLO DI NAPOLI: CHE FARE? – CHISSÀ SE BASTERÀ LA MOSSA ALL’ITALIANA DI “COMPRARSI” LE ROTTURE DI COJONI COL VIL DENARO, AUMENTANDO LO STIPENDIO DEGLI ORCHESTRALI? – L’ARMATA BRANCA-MELONI DEVE FARE I CONTI NON SOLO CON IL FRONTE COMPATTO DEL MONDO SINDACALE LIRICO, MA ANCHE CON I 48MILA VENEZIANI RIMASTI A SOPRAVVIVERE NELLA CITTÀ PIÙ FATALE DEL MONDO. ABITUATI AD ALTI LIVELLI DI DIREZIONE D’ORCHESTRA, DA ABBADO A CHUNG, I LAGUNARI SONO SCESI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LO SBARCO DELL’”ABUSIVA” VENEZI (I LAVORATORI DELLA FENICE HANNO ORGANIZZATO UN VOLANTINAGGIO CONTRO LA BIONDA VIOLINISTA)E GIULI E COLABIANCHI FAREBBERO BENE A RICORDARSI CHE I “VENESIAN” SONO POCHI MA IRRIDUCIBILI: I PRINCIPI NON SI COMPRANO. COME SI È VISTO NELLA LORO VITTORIOSA GUERRA CONTRO IL PASSAGGIO DELLE GRANDI NAVI DA CROCIERA NEL CUORE DELLA CITTÀ…- VIDEO