vasco rossi 5

LO "SBUDELLATO" VASCO - IN UN LIBRO GLI ARTICOLI CHE EDMONDO BERSELLI HA DEDICATO AL "KOMANDANTE" – LE "BATTUTE CATTIVELLE" DI BONCOMPAGNI A ’DISCORING’, LO SCRITTORE TONDELLI CHE LO SDOGANO' E VASCO DIVENTO' "L'ANTITESI PERFETTA" DI BAGLIONI - “LA SUA VOGLIA DI FAR MUSICA PER RACCATTARE POLLASTRELLE E LA “LEADERSHIP MORALE SULLA MUSICA ITALIANA” - IL DOCU-FILM SUI CONCERTI A SAN SIRO E LO SCHERZO DI VICTORIA CABELLO - VIDEO

https://www.mediasetplay.mediaset.it/article/mediasetplay/vivere-il-tributo-di-vasco-rossi-a-massimo-riva_b100001053_a3660

 

 

 

 

 

PIANETA VASCO – Franco Angeli edizioni

vasco rossi

Pianeta Vasco. Nel panorama del rock e della musica pop italiani, Vasco Rossi rappresenta un vero unicum, un rabdomante dei sentimenti, capace di riflettere e intercettare nel tempo gli stati d'animo di milioni di italiani e italiane. Un autentico specchio intergenerazionale e trasversalissimo di un pezzo di antropologia di questa nostra nazione.

 

Un fenomeno quello del "Komandante" così importante che non poteva certo sfuggire a un altro illustre e famoso modenese, quell'Edmondo Berselli che è stato un brillantissimo narratore dell'Emilia e un conoscitore impareggiabile della cultura popolare e della musica leggera.

 

vasco rossi cover

In questo volume si trovano raccolti gli articoli e i testi che, in momenti diversi del suo lavoro, Berselli ha dedicato al "rocker maledetto" (e, al tempo stesso, genuino e spontaneo come pochi) di Zocca. Un "ribelle filosofo" che ha parlato a tutto il Paese, ma con le radici ben piantate in Emilia e in una certa fase della storia italiana. Nonché il "poeta" di un momento preciso dell'esistenza di ciascuno - l'adolescenza e la giovinezza - che insegue il desiderio di una vita spericolata (e, quindi, a volte, finisce necessariamente anche per venire frustrata). E che fa sì che il suo pubblico si identifichi con lui con una forza travolgente e fusionale.

 

Un cantante che ha inventato la comunità prima delle community e dei fandom. E le parole di Berselli, ancora una volta, lo fanno capire con un acume e una profondità più uniche che rare.

 

 

VASCO IL MAGNIFICO

Articolo di Edmondo Berselli pubblicato da L’Espresso il 12 luglio 2007 – www.espresso.it

 

 

vasco rossi

Veniva da Zocca, sull’Appennino modenese, aveva alle spalle studi di ragioneria non proprio convinti e l’università a Bologna presto abbandonata. Rocker, per modo di dire: dentro la sensibilità musicale del Blasco c’erano echi cantautorali, una passione per Lucio Battisti, la sensibilità commerciale del disc jockey, il gusto moderno di Punto Radio, e in fondo a tutto la voglia di fare musica per raccattare pollastrelle. Era il meglio che Boncompagni potesse aspettarsi per divertirsi, con battute finto-comprensive e vero-cattivelle.

 

foto di vasco rossi di guido harari

D’altronde, come si fa a non divertirsi con il terribile e placido Vasco: perfino quando rispondeva con piccoli movimenti delle labbra agli sfottò del cinico presentatore Boncompagni, in cui si intuiva il suo inevitabile e represso ’vffncl’, c’era nel suo sguardo un aspetto giocoso, quello di uno che si sta giocando la vita e un avvenire, senza troppi scrupoli e senza nessuna illusione, dunque con un divertimento implicito.

 

vasco rossi

Partirono le note di pianoforte introduttive della sua canzone, "Respiri piano senza far rumore...", e qualcosa cambiò, nell’atmosfera in studio: come se ci si rendesse conto che quella canzoncina romantica contenesse qualche piccola verità, l’aura che si dispiega misteriosamente intorno ai pezzi destinati a fare epoca. Il tempo tiranno infierì sull’esecuzione (vabbè, era un playback, ma non importa), e mentre partiva la schitarrata cosmica ed elettrica a metà esecuzione, il regista fece sfumare la musica. Vasco addio. O meglio, arrivederci.

 

Più tardi fu Pier Vittorio Tondelli, lo scrittore reggiano morto così presto, e così malinconicamente, a sdoganarlo, proprio su ’L’espresso’. Perché descrisse la sua voce "da fumatore", i suoi gesti vagamente schizzati, il suo corpo da proletario, intuendo che dentro e dietro l’aspetto del contadino e del montanaro c’era qualcosa di più di un’apparenza.

 

 

VASCO ROSSI 1

Vasco era già destinato a diventare il re dei giubbotti neri, antitesi perfetta del divo dei pianoforti bianchi, il crepuscolare stornellatore Claudio Baglioni. Sarebbe andato a Sanremo, avrebbe litigato con Nantas Salvalaggio, avrebbe accentuato il suo atteggiarsi da bevitore, avrebbe ripetuto ad libitum "capìtto", come fa ancora adesso nel suo lessico che è esattamente identico a quello dei suoi fan. Sarebbe anche finito in una di quelle storiacce da ragazzo precipitato troppo rapidamente nel successo, in cui la coca fa da contrappunto nasale alle notti da sballato, e a un ritmo di vita che è quello di ’Siamo solo noi’, generazione senza santi né eroi, protagonista di peccati prevedibili e di redenzioni sempre precarie. Una vita estrema, ma anche una vita provinciale, e perciò comprensibile.

 

vasco rossi

La vita di uno che è sempre consapevole che il successo in fondo è casuale: poteva andare bene, poteva andare male, è andata benissimo, più che benissimo, è andata alla grandissima.

 

Vasco infatti è diventato un idolo. Idolo per la vita spericolata, perché va o è andato al massimo, perché ha sfidato la notte e la discoteca, si è perso nei parcheggi fuori da un locale fumando Lucky Strike e guardano le cartacce per terra: perché si è identificato fino in fondo con i suoi ammiratori, con le generazioni che l’hanno amato e che lo amano, che affollano i suoi concerti, e si commuovono e si divertono perché condividono qualcosa (molto) di lui.

 

Condividono anche la sua parabola. Era magro, capelluto, poetico, trasognato, cattivo. Adesso è grasso, pelato, tollerante. Quello che ha perso in immagine l’ha guadagnato nella passione del pubblico. Perché lo "sbudellato" Vasco, come lo definì Roberto D’Agostino, è riuscito in un’impresa formidabile: cioè a farsi voler bene da tutti, diconsi tutti, gli italiani.

 

vasco rossi

Non è un fenomeno facilmente spiegabile. Nessuno infatti è in grado di spiegare la ragione per cui Vasco Rossi riscuote un successo travolgente e generalissimo. In Svizzera o a Innsbruck, appena fuori dal confine, sarebbe uno sconosciuto. La sua non è musica all’avanguardia, è un suono di mainstream, potente e accattivante ma senza vertici di originalità.

 

Eppure, grazie anche ad autori e collaboratori come Tullio Ferro (ex chitarrista di tendenza che ha firmato i suoi hit più clamorosi), le sue composizioni sono diventate l’accompagnamento più naturale per l’intera società italiana, senza distinzioni d’età o di classe sociale.

 

vasco rossi e laura

Che cosa c’è allora nelle canzoni di Vasco? C’è la trasgressione controllata, lo scarto consentito, la rivoluzione comportamentale moderata. Non c’è tanta politica, dato che il suo mondo è una realtà sostanzialmente individualistica.

 

In quanto rocker, ha sempre manifestato simpatie per Marco Pannella, anche in seguito alle campagne antiproibizioniste dei radicali. Ma si tratta di un radicalismo non di destra, almeno nei pronunciamenti ufficiali, che fa da compagno di strada al progressismo implicito dei suoi tifosi sugli spalti e sul prato.

 

Poi c’è la formidabile energia che si trasmette dal palco, quel muro di suono che non cessa di affascinare il pubblico, la potenza delle chitarre, dato che il rocker sa che la musica va fatta con le sei corde elettriche, e con il pulsare di una batteria percossa con giusta violenza, altro che storie.

vasco rossi

 

Salvo qualche intervallo lirico, in cui come i grandi guitti spreme lacrime con il cinismo dei poetastri. E infine ci sono le sue parole, così semplici e così efficaci: ancora oggi, a metà dei suoi cinquant’anni, Vasco scrive come scrivono gli adolescenti, con le maiuscole e le sottolineature, i punti esclamativi, i puntini di sospensione, come se si trattasse di un diario da mostrare in pubblico.

 

Con tutto questo, chi può negare l’efficacia degli slogan vascorossiani? "Coca Cola sì, coca casa e chiesa... Con tutte quelle bollicine...". Sembra uno spot pubblicitario, lo stacco perentorio di un messaggio che sottolinea vicende scolastiche e avventure da tribù generazionale, ragazzate pericolose e innocue, sentimento collettivo, ingenuo e mica tanto, tradotto in perfetta formula cantata.

VASCO ROSSI PANNELLA 9

 

Lo si vede agitarsi sul palco, come di recente a San Siro e all’Olimpico di Roma. E ci si chiede come sia possibile la passione di massa per un tipo così. Poco attraente, viziato, ’brutto’: in una parola, irresistibile. Si capisce: Vasco è una polarità semantica che riassume tutto il suo pubblico, le esistenze dei fan, le loro parole, le loro frustrazioni, consentendo a ognuno dei suoi ammiratori e ascoltatori di identificarsi con lui.

 

Anzi, ancora meglio: di pensare che il suo successo clamoroso è tanto incomprensibile da non generare invidie, e quindi capace di generare comunità. Vasco vince, convince, trionfa, urla e magari si commuove, perché anche i rocker hanno un’anima, magari di seconda mano, senza instillare frustrazioni nell’indistinto collettivo che si riunisce festosamente intorno a lui. ricco ma tratta la ricchezza con la nonchalance dell’ex povero, consapevole che tutto questo, i soldi, il fuoristrada, la vita comoda, può andarsene com’è venuto.

vasco rossi 5

 

Al massimo dovrà pensare a come saranno i suoi sessant’anni, se il miracolo della sua leadership morale sulla musica italiana potrà ancora replicarsi. Ma per adesso, a dispetto di tutti gli altri, c’è un solo leader, non vuole comandare nulla, e si chiama Vasco: per sempre.

 

 

 

CABELLO

Da www.tgcom24mediaset.it

 

VASCO ROSSI BARI

"Avevo realizzato un servizio in cui fingevo di essere la figlia illegittima di Vasco Rossi". A parlare è Victoria Cabello che, durante il docu-film, dedicato al concerto a San Siro del cantante emiliano, racconta dello scherzo a Vasco quando ancora era un'inviata delle "Iene"

 

"Ero una matta - spiega la Cabello - riuscii a bloccare le riprese del set di un film in cui c'era proprio lui". Uno scherzo che la rock star italiana, che ha appena concluso il suo tour milanese con 6 sold out a San Siro - prese bene e con ironia. "Alla fine della giornata lo misi a letto - conclude l'ex iena - gli cantai "Una vita spericolata", in versione ninna nanna".

 

vasco rossi 5vasco rossi la verita' 9

 

Vasco RossiVASCO ROSSI VASCO ROSSI ghergo boncompagniVASCO ROSSI ALLE PROVE DEL NUOVO TOUR

ghergo boncompagni

vasco rossi 5vasco rossi la verita' 6vasco-ligabueVASCO MODENA PARKVASCO MODENA PARKVASCO MODENA PARKVASCO MODENA PARKVASCOLA NOTTE DI VASCOvictoria cabelloRAGAZZA CON LE TETTE AL VENTO CONCERTO VASCOvictoria cabellovasco modena parkvasco rossi la verita' 7claudio golinelli vasco rossiclaudio golinelli vasco rossivasco rossi la verita' 5vasco rossi 5

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…