1. BIONDI, PREVITI, MANCUSO, NITTO PALMA, DILIBERTO. SE UNO DI QUESTI PESSIMI PREDECESSORI DELLA CANCELLIERI AL MINISTERO DI GIUSTIZIA SI FOSSE DICHIARATO “A DISPOSIZIONE” DEI LIGRESTOS DI TURNO SAREBBE SALTATO PER ARIA POCHI MINUTI DOPO 2. E INVECE A FAVORE DI NONNA PINA SONO INTERVENUTI, ESIBENDO LE FAMOSE PALLE DI FERRO, RE GIORGIO E LETTANIPOTE, SUPPORTATI DALLA COSIDDETTA GRANDE STAMPA (‘’REPUBBLICA’’ ESCLUSA, QUESTA VOLTA) CHE ORMAI APPARE SEMPRE PIÙ INFASTIDITA DALLE NOTIZIE E CHE SI PRESTA VOLENTIERI A CONFONDERE I FATTI PER “RAGION DI STATO” 3. I FATTI PERÒ SONO SEMPLICI E SONO IN QUELLE PAROLE GRAVI E INOPPORTUNE PRONUNCIATE DA NONNA PINA AL TELEFONO CON LA COMPAGNA DI SALVATORE LIGRESTI, IL GIORNO STESSO DELLA RETATA. PAROLE DA SERVITÙ PRIVATA, PIÙ CHE DA SERVO DELLO STATO

1. SERVITORI DELLA RAGION DI STATO E STATO DELLA SERVITU'
Biondi, Previti, Mancuso, Nitto Palma, Diliberto. Se uno di questi pessimi predecessori della prefettessa Cancellieri al cosiddetto piano nobile di Via Arenula si fosse dichiarato "a disposizione" dei Ligrestos di turno, non senza essersi lamentato anche per le "ingiustizie" subite dalla povera famigliola ad opera della magistratura, sarebbe saltato per aria pochi minuti dopo la pubblicazione delle sue telefonate.

E invece a favore di Nonna Pina sono intervenuti con pugno di ferro Re Giorgio in persona e Lettanipote, pienamente supportati da una grande stampa (‘'Repubblica'' esclusa, questa volta) che ormai appare sempre più infastidita dalle notizie e che si presta volentieri a confondere i fatti. I fatti però sono semplici e sono in quelle parole gravi e inopportune pronunciate da Nonna Pina al telefono con la compagna di Salvatore Ligresti, il giorno stesso della retata. Parole da servitù privata, più che da servo dello Stato.

In Italia, l'autodifesa dei poteri marci presi con le mani nella marmellata avviene secondo uno schema ben consolidato. Nel caso emergano subito profili penali difficili da occultare, si ripete l'ipocrito ritornello del "Non anticipiamo il giudizio, lasciamo che la magistratura faccia il suo lavoro"; mentre avvocati e legislatori lavorano alacremente su prescrizioni e depenalizzazioni e i manutengoli della stampa cominciano a delegittimare il dito che indica la luna e a riaffermare il sacro primato della politica sulla magistratura.

Se invece saltano fuori per primi imbarazzanti profili politici, come nel caso della Cancellieri "a disposizione" degli spolpatori di Fonsai, allora si ribalta la frittata e si afferma falsamente il primato dell'azione giudiziaria trincerandosi dietro alla mancanza di avvisi di garanzia. L'importante è autoassolversi e guadagnare tempo. Come farà oggi il governino di Lettanipote.

2. E ASPENIO LE PALLE D'ACCIAIO SE LE GIOCO' SU NONNA PINA
Gran parte dell'onorabilità e del buonismo del giovane-vecchio Letta, insieme alle (auto)celebrate "balls of iron", vengono sacrificate alla difesa dell'indifendibile Nonna Pina. La Repubblica dei renziani riassume lo strappo in prima pagina: "Letta: sfiduciate me se cade la Cancellieri. E il pd obbedisce". Dentro, "Lo psicodramma dei democratici. ‘L'assemblea è stata un tutti contro tutti'. Tregua tra i leader. Ipotesi rimpasto a dicembre per la Giustizia. Nonostante la fiducia il titolare di via Arenula esce ammaccata dal dibattito interno. Resa dei conti rinviata all'8 dicembre, giorno delle primarie" (p. 11).

E soprattutto, l'invasione di campo di Re Giorgio: "L'altolà del Quirinale a Renzi. ‘Sul governo serve responsabilità'. Il Colle blinda premier e Guardasigilli" (p. 12).

Toni morbidi sulla Stampa di Bella Napoli: "Cancellieri, Letta convince il Pd" (p. 1). Più fattuale la prima pagina del Messaggero: "Letta salva la Cancellieri. Il Pd rinuncia alla sfiducia". Il Giornale della coppia Sallusti-dechè infierisce: "Letta ostaggio di Colle e Pd corre a salvare il ministro" (p. 4). E chiede, semmai, la testa di Gelatina Sacconi, accusato di aver sbagliato i conti sull'Imu (p. 3).

Sul Corriere, spettacolare inversione della notizia: "Il premier in trincea e lo ‘sconcerto' per le mosse di Renzi" (p. 10). E già, lo "sconcerto", tipica parola di regime, lo crea il Rottam'attore. Loro, invece, sono tutto un concerto. Per fortuna che nella redazione di Palazzo Blackstone c'è ancora chi cerca notizie e oggi Luigi Ferrarella, con l'aria di dedicarsi al figlio della ministra Pelusa, apre il delicato capitolo dei concambi Fonsai-Unipol: "Irregolarità nella fusione'. Le confidenze di Peluso. Un teste: il figlio della Cancellieri accennò a illeciti. Nel mirino il valore delle due società in vista del ‘matrimonio'. La confidenza riferita da Gismondi, dirigente di Fondiaria, ai magistrati e alla Finanza. Il manager Peluso motivò in questo modo la decisione di uscire dal gruppo Ligresti" (p. 11).

3. LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
L'house organ di Nonna Pina è sempre Illustrato Fiat, che oggi si supera: "L'onore ritrovato del ministro. Oggi andrà a Montecitorio con un discorso ‘a testa alta'. I prossimi impegni. Il Guardasigilli intende proseguire con le riforme" (Stampa, p. 8). Bene, brava, bis. Nel pezzo di Guido Ruotolo ci sono anche ammaestramenti di vaglia:

"E non può (il ministro, ndr) non prendere atto con soddisfazione del ‘rammarico' della procura di Torino per la fuga di notizie dell'inchiesta e per le precisazioni che non c'era materia per indagare. Dovrebbero riflettere i ‘colpevolisti' che questo riconoscimento arriva a scoppio ritardato, dopo che un ministro si è sentita vittima (lo è stata) di un processo mediatico senza potersi difendere perché gli elementi dell'accusa non erano neppure stati depositati alle parti".

Completa il Manuale di Rosicamento da buco un pezzo a firma Massimiliano Peggio che ci informa: "Fuga di notizie, Torino potrebbe aprire un fascicolo. Gli accertamenti della Finanza sulle telefonate di Antonino Ligresti erano sottoposti a segreto" (p. 9). Ma sì, nell'Italietta Marcia finirà così: la ministressa al suo posto, i Ligrestos a casa e i due bravi cronisti di Repubblica Torino a doversi difendere.

4. NANO DECADENCE
Imperdibile intervista di Skifano Skifani, lo statista panormita che come apre bocca ti fa tornare simpatico Papi Silvio. Al Corriere racconta: "Non ho tradito Berlusconi ma ora si pone il tema della sua successione. Purtroppo temo che tra poco il presidente Berlusconi, ingiustamente e comunque temporaneamente, non sia più candidabile" (p. 13). Ah, ma quindi la legge Severino è legittima? Interessante il retroscena del Messaggero: "Alfano, summit nella notte: decadenza prova del fuoco. ‘Manovra poi voto su Silvio, niente errori'. Tramite il Vaticano, l'interesse di Passera" (p. 11). AirOne Passera è davvero terrorizzato dall'idea di restare fuori dai giochi.

Repubblica invece racconta: "Decadenza, Berlusconi andrà in tv. ‘Voto illegale al Senato, va rinviato'. Ma i falchi lo bacchettano: ora rompi davvero con Alfano" (p. 16). Mentre i segugi del Giornale spiano le mosse del Nuovo Centrodestra: "Alfano a caccia di un simbolo. E con Bondi è lite sulle offese. Depositati sei possibili nomi per il nuovo movimento. Anche in Europa si va verso la scissione del gruppo del Pdl" (p. 8). Ma la vera pugnalata è il titolo sui sondaggi di Euromedia, che per il Giornale darebbero gli alfaniani al 3,6% (Giornale, p. 9)

E a proposito, è dal Canada che ci arrivano notizie interessanti: "Droga, alcol e molestie sessuali. Toronto ‘ripudia' il suo sindaco. Tolti i poteri a Rob Ford: ‘E' un golpe, non mi dimetto'. Inchiodato da un video mentre fuma crack, da tempo era al centro di risse e scandali. Solo in 5 hanno votato a suo favore. E tra questi il fratello, consigliere comunale. L'alcol? "Non bevo più da tre settimane, ho avuto un avvicinamento a Gesù'. Il Crack? ‘Un incidente isolato, devo averlo fumato da ubriaco" (Repubblica, p. 19).

Se gli diamo il passaporto italiano, abbiamo bello pronto il nuovo leader di Farsa Italia. Tra l'altro, anche lombrosianamente, questo Ford è assolutamente perfetto.

5. AGENZIA MASTIKAZZI
Per rispetto dei sardi e della Sardegna, vi evitiamo la poltiglia di retorica e buonismo d'accatto sull'alluvione. In attesa che domani qualche coglione faccia per primo il titolo "La Spoon River della Gallura", segnaliamo solo le idee cretine. Come questa: "Zola: quel ponte crollato, ricordo della mia infanzia" (Repubblica, p. 9). Oppure titolare il bel pezzo di Gian Antonio Stella, che ha il merito di fornire dati inoppugnabili alla riflessione, come fosse un romanzo Adelphi: "Urla inascoltate della terra ferita" (Corriere, p. 1).

6. LINGOTTI IN FUGA
Notevole contro-inchiesta di Federico Fubini (Repubblica, p. 27) sulle furbate di Sergio Marpionne e del suo padroncino Kaki Elkann, quello che si è riscoperto Gran Giornalaio nel momento di coprirsi la fuga dall'Italia. "Fiat riceve dallo Stato più di quanto versa. Il ricorso alla Cig superiore ai contributi. Il saldo del Lingotto nei confronti dell'Inps è negativo".

Nel 2012, i vertici Fiat avevano sventolato un saldo attivo. Ora, silenzio. Pezzo tutto da leggere. Per le notizie di giornata, ci pensa il Giornale: "Fiat giù in Europa, l'Italia è un ‘peso'. Tra i big del Vecchio Continente (+4,6%) il nostro è l'unico Paese negativo. Il Lingotto paga soprattutto l'assenza di novità, i ritardi su Alfa e un mercato domestico non più strategico" (p. 20).

7. ULTIME DA SFIG-MECCANICA
Il passato non passa gratis, neppure tra i mercanti di armi. "A rischio gli elicotteri italiani per l'India. New Delhi vuole cancellare una commessa di Finmeccanica da 560 milioni di euro su cui gravano sospetti di tangenti. L'azienda si difende: procedure trasparenti, accuse inesistenti. Per la stessa vicenda finì in carcere l'ex presidente della holding". "E il processo ad Orsi riparte tra sette giorni. Quattro nuovi interrogatori a Ralph Haschke, l'uomo d'affari accusato di aver gestito l'operazione" (Messaggero, p. 15).

8. VENERATI MAESTRI
"Trafitto per sempre dallo spillo di Lee Harvey Oswald come una incantevole farfalla amazzonica inchiodata alle pareti di un museo, John Fitzgerald Kennedy vola immobile da mezzo secolo nella fissità luminosa del suo mito". Il grande Vittorio Zucconi, in prima su Repubblica, ci pone un'inquietante domanda: ma nella rivoluzione digitale dell'informazione, la retorica resterà sulla carta stampata o volerà sul web come un'incantevole farfalla amazzonica?

colinward@autistici.org

 

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