facebook

SALUTAME A SOROS – NEL GIRO DI 48 ORE SHERYL SANDBERG, LA VICE DI ZUCKERBERG, CAMBIA VERSIONE E AMMETTE DI ESSERE STATA A CONOSCENZA DELLA CAMPAGNA ANTISEMITA CONTRO SOROS – MARK SMENTISCE LE DIMISSIONI DELLA NUMERO DUE E PURE LE SUE (SULLE QUALI SI VOCIFERA INSISTENTEMENTE), ANCHE PERCHÉ HA GIÀ TROVATO IL CAPRO ESPIATORIO: ELLIOT SCHRAGE, CHE SI PRENDE TUTTE LE COLPE E PRESTO SARÀ TROMBATO

1 – E L' ATTACCO A SOROS METTE NEI GUAI ZUCKERBERG E LA VICE

Estratto dell’articolo di Federico Rampini per “la Repubblica”

 

Sheryl Sandberg

Attacchi antisemiti contro George Soros? Non sapevo nulla». «Anzi sì, sapevo tutto». Nel giro di 48 ore la numero due di Facebook, la direttrice generale Sheryl Sandberg, si contraddice e così facendo rilancia alla grande lo scandalo. Mark Zuckerberg la difende comunque e smentisce che la Sandberg sia avviata alle dimissioni. Ma al tempo stesso il fondatore e chief executive deve smentire le proprie, di dimissioni: la voce è insistente, a conferma che la tempesta continua a investire il colosso dei social media. (…) Sembra lontano il tempo - ed era appena un anno fa - in cui di Zuckerberg si parlava come possibile candidato alla Casa Bianca, e lui stesso era partito in una tournée esplorativa degli Stati Uniti. (LEGGI L’ARTICOLO INTEGRALE SU “REP – LA REPUBBLICA”)

 

 

2 – ZUCKERBERG E SOROS, IL RE DEGLI SPECULATORI CONTRO L'IMPERATORE SOCIAL: LA GUERRA CHE FA TREMARE FACEBOOK

Da “TiscaliNews”

 

GEORGE SOROS E LA OPEN SOCIETY

Sul fronte dei profitti le cose vanno benissimo (40 miliardi di ricavi soltanto nel corso del 2017). Su quello dell'immagine e della reputazione, che quando dirigi il più importante social del mondo è tutto, la situazione peggiora. Costantemente. Dopo lo scandalo di Cambridge Analytica, Mark Zuckerberg non si è più ripreso dall'ombra che lui stesso si è gettato addosso.

 

E nonostante perfino alcuni dei maggiori investitori di Facebook chiedano la sua testa perché il potere che ha assommato su di sé è pressoché assoluto e risponde solo a se stesso, l'inventore di Fb appena un giorno fa ha ribadito che non si dimetterà. Correndo poi a difendere la sua partner prediletta, l'altra persona coinvolta negli attacchi ad uno dei più grandi speculatori del mondo che ora sta quasi diventando un mecenate umanista: George Soros. L'altra persona sulla graticola assieme a Zuckerberg è Sheryl Sandberg.

IL DECLINO DELL'IMPERO DI FACEBOOK

 

"La mia partner più importante"

Della Sandberg, Mark Zuckerberg ha solo stima, lo ha ribadito dopo aver sottolineato che non si dimetterà: "Ha guidato il lavoro sulle grandi questioni relative a elezioni, contenuti e sicurezza. E' una partner importante per me da 10 anni e spero che lavoreremo insieme per i decenni a venire".

 

zuckerberg

Nel mentre è il New York Times a svelare i metodi di Facebook contro chi attacca il social network che oggi comprende oltre due miliardi e duecento milioni di persone, il 30% della popolazione mondiale. In estrema sintesi: George Soros, l'uomo che scommise sul crollo della lira nel 1993 guadagnandoci su mentre crollava l'economia del Paese e il governo Amato, e che oggi fa il filantropo senza dimenticarsi le gioie della speculazione finanziaria, da tempo conduce la sua guerra a Facebook.

 

Ha criticato quello e altri social network come forme di oligopolio economico antidemocratiche e pericolose per la loro opacità. E finanzia la fondazione Open Society che comprende attivisti del gruppo Freedom For Facebook. La controffensiva di Zuckerberg contro Soros non si è fatta attendere.

SOROS HILLARY CLINTON

 

Il discredito e l'ombra dell'antisemitismo

Dopo lo scandalo di Cambridge Analytica, la società che organizzò la campagna pro Trump, rappresentando anche investimenti di gruppi di interesse russi sulla politica americana, con i dati degli utenti Facebook ceduti e manipolati per questo scopo, Mark Zuckerberg andò di fronte al Congresso degli Stati Uniti facendo lo gnorri.

 

Sheryl Sandberg1

Non sapeva, non era al corrente, faceva il pentito dicendo che la sua azienda non era stata abbastanza attiva nel controllare azioni di pirati informatici e campagne "sporche" per orientare la pubblica opinione. Ma subito dopo partì con la controffensva, lanciando una campagna di lobbying e diffamazione a tutto campo (attraverso la società Definers Public Affairs) che comprendeva chi stava minacciando l'immagine di Facebook, compreso Soros.

UDIENZA DI ZUCKERBERG AL SENATO

 

Shery Sandberg ha prima negato, poi ammesso si essere a conoscenza della campagna diffamatoria con contenuti antisemiti orchestrata contro Soros. Il Nyt ha svelato come, per rafforzare l'asse fra il social network ed esponenti del partito democratico americano, a lavorare nell'azienda sia stato assunto il figlio del capogruppo dem al Senato, Chuck Schumer.

 

La Sandberg, ebrea come Zuckerberg (e Soros), è tornata sul caso dicendo: "Non era nostra intenzione sfruttare una narrazione antisemita contro Soros o chiunque altro". Ma il caso resta in piedi, un gruppo di forti investitori di Facebook chiede la testa di Zuckerberg e il titolo sperimenta una serie di importanti cali di quotazione in Borsa.

 

SOROS

Mentre proprio dal fronte democratico, il senatore Mark Warner ribadisce: "E' in atto una sfida a tutto il modello di business di Facebook". Una guerra che sta costando a tutti e che ha già sporcato l'immagine di Zuckeberg, che finora aveva prosperato presentandosi come riservato e neutrale.

 

3 – FACEBOOK HA TROVATO UN CAPRO ESPIATORIO PER I SUOI DISASTRI, MA IL TRUCCO SI VEDE

Eugenio Cau per “il Foglio”

 

Non c’è momento migliore della sera subito prima del giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti per pubblicare un’ammissione di colpa. E’ quello che ha fatto Facebook mercoledì sera tardi, quando ha pubblicato un comunicato di Elliot Schrage, il capo (uscente) della comunicazione e della policy dell’azienda, braccio destro di Sheryl Sandberg.

 

ELLIOT SCHRAGE

Nel comunicato, Facebook conferma punto per punto l’inchiesta durissima del New York Times che accusava il social network di avere usato strategie di comunicazione scorrette e perfino fake news per “intorbidire le acque” e per attaccare surrettiziamente la concorrenza. Sì, abbiamo assoldato Definers, la compagnia di pr che ha diffuso notizie tendenziose sul finanziere e filantropo ebreo George Soros e sulle aziende concorrenti su siti di estrema destra, ha scritto Schrage; sì, abbiamo chiesto esplicitamente a Definers di lavorare su Soros; sì, abbiamo chiesto a Definers di mandare ai giornalisti materiale per danneggiare la concorrenza. L’unica accusa che Schrage ha negato è stata quella di aver contribuito a diffondere fake news – anche se l’inchiesta del New York Times sembra suggerire il contrario.

 

JEFF BEZOS LARRY PAGE SHERYL SANDBERG MIKE PENCE DONALD TRUMP PETER THIEL

Soprattutto Schrage, che ha già un piede fuori da Facebook e sarà sostituito dall’ex vicepremier britannico Nick Clegg, ha ammesso che la colpa è sua: la responsabilità di aver assunto Definers e diretto l’attività di pr su pratiche malsane – per usare un eufemismo – sarebbe tutta sua.

 

Segue il comunicato di Schrage un “commento” di Sheryl Sandberg, che dice che forse sì, lei aveva qualche responsabilità di supervisione, e forse qualche documento su Definers potrà anche essere passato sulla sua scrivania, ma che in fondo lei non sapeva delle pratiche scorrette dell’azienda che guida assieme a Mark Zuckerberg.

 

Cambridge Analytica

Chiude il commento una condanna dell’antisemitismo – quello che si scatena tutte le volte che si accusa Soros di essere a capo di un grande complotto, come Definers ha fatto per conto di Facebook. Delle due l’una: o Schrage è stato scelto come capro espiatorio, oppure Sandberg e Zuckerberg hanno un grave problema di leadership, e non sapevano che mentre la loro azienda prometteva di combattere le fake news in realtà contribuiva a diffonderle. Grave in entrambi i casi.

 

MARK ZUCKERBERG

Tanto più perché ieri un’ulteriore inchiesta del New York Times ha chiarito ancora di più il ruolo di Definers non soltanto in relazione a Facebook. Definers è una delle tante agenzie di “opposition research” di Washington, ma è stata una delle poche a decidere di portare i propri talenti sulla costa ovest, in un momento in cui la Silicon Valley era nel pieno di una crisi di reputazione.

 

Sono state molte le aziende tech che hanno assoldato Definers per lanciare campagne di comunicazione senza scrupoli. Quando il produttore di chip Qualcomm si è trovato in dissidio con Apple, per esempio, ha chiesto a Definers di produrre una finta campagna per sostenere una fantomatica candidatura di Tim Cook alla presidenza degli Stati Uniti nel 2020. L’obiettivo era minare il buon rapporto che Cook aveva stabilito con Donald Trump.

sheryl sandberg

 

Tattiche simili sono piuttosto comuni nel mondo della politica di Washington, e certo lo sono anche in certi ambienti di business. Non sono illegali, non hanno mai destato troppo scandalo. Ma la Silicon Valley ha sempre sostenuto davanti al mondo di non essere un business qualunque.

 

Ha sempre preteso di trovarsi su un piano morale più elevato, di avere una missione più nobile del semplice far cassa (per Facebook è “connettere il mondo”) e per questo ha sempre preteso trattamenti preferenziali da parte della politica e dei regolatori. La delusione, il techlash, è scoprire che le grandi aziende tech sono come tutte le altre, e scoprirlo dopo aver dato loro fiducia, vantaggi e una montagna di dati.

Ultimi Dagoreport

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIASI SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE...