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1. TALENT SELVAGGIA! NONOSTANTE FEDEZ, IDOLO DELLE GIOVANI MASSE TELEVOTANTI MA SOPRATTUTTO UNO CHE ORMAI HA L'IMPATTO MEDIATICO DI UNA MINACCIA DELL'ISIS, SCONFITTI GLI URBAN STRANGERS. HA VINTO GIOSADA, BARESE, 26 ANNI, UNO CHE NON È DA ESCLUDERE CHE A BREVE FINISCA A INAUGURARE SUPERMERCATI COME LA MAGGIOR PARTE DEI VINCITORI

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Selvaggia Lucarelli per “il Fatto Quotidiano”

 

L' edizione di X Factor 2015 si potrebbe definire l'edizione "Alessandra Moretti alle regionali venete". Tutti i favoriti, che sulla carta si credevano destinati a stravincere, spiccare, svettare sugli altri, hanno finito per soccombere di fronte ad avversari su cui non avrebbe scommesso 10 euro neanche Marco Baldini.

 

Prendiamo gli Urban Strangers. Fin dalla loro prima esibizione s' è pensato che avrebbero vinto a mani basse. Parevano lanciati verso il trionfo. Giovanissimi, aria da youtubers e atteggiamento vagamente scoglionato in cui le adolescenti leggono un irresistibile male di vivere che poi in realtà magari è solo "ho finito il fumo", gli Urban Strangers erano i perfetti candidati per la vittoria.

x factorx factor

 

Arrivati in finale senza sbavature, si sono presentati alla sfida decisiva pure con un inedito piuttosto bello. Certo, parevano un po' i Depeche Mode versione bimbominkia, ma chiedere di più era veramente troppo. Ad avvantaggiarli c' era anche il fatto che il loro coach fosse Fedez, idolo delle giovani masse televotanti ma soprattutto uno che ormai ha l' impatto mediatico di una minaccia dell' Isis.

 

urban strangersurban strangers

Fateci caso. Se Putin promette di usare l' atomica per radere al suolo la Siria, basta un trafiletto. Se Fedez va in bagno e lascia la tavoletta alzata, l' Ansa batte la notizia, Salvini commenta l' accaduto su Facebook, il sindacato lavoratori nel ramo sanitario diffonde un comunicato e Renzi fa un tweet per dire che pure se lascia la tavoletta alzata Fedez è un orgoglio italiano come la Nutella, la Pennetta, Valentino Rossi, Sorrentino, la pizza, lo zecchino d' oro, il costume a fascia, Anna Tatangelo e l' apericena.

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Pare che quest' anno Mattarella rinuncerà al consueto messaggio di Capodanno alla nazione per lasciare la sedia a Fedez che spiegherà a reti unificate il significato del suo ultimo tatuaggio sulla clavicola.

 

E invece, nonostante le premesse favorevoli, nonostante Cattelan ieri sera al momento della proclamazione del vincitore abbia aperto la busta con la faccia di una donna quando apre la lettera di un ex fedifrago ("so già che c' è scritto"), gli Urban Strangers non hanno vinto.

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A fregargli la vittoria c' ha pensato Giosada, barese, 26 anni, uno che alla domanda "Cosa faresti pur di rimanere nel mondo della musica?" ha risposto "quello che farebbe un affamato per sfamarsi". E in effetti non è da escludere che a breve finisca a inaugurare supermercati come la maggior parte dei vincitori di talent musicali.

 

Va detto però che sebbene Giosada non fosse il super favorito, era indubbiamente uno dei più dotati vocalmente e infatti la sua vittoria ha sorpreso più che altro per l' inedito con cui s' è presentato alla finale. Se il titolo della canzone, Il rimpianto di te, si riferisce al rimpianto di non aver scelto un altro paroliere allora sarebbe pure calzante, solo che poi segue il testo completo.

 

Una roba che nemmeno Sandro Bondi sotto lexotan avrebbe potuto partorire. Indimenticabili le strofe "Fermo e restante mi muovo, fermo e restante ti trovo" o "Oltre le barche, oltre i pescatori ritrovo te che hai sempre voglia di andare in ogni cosa che manca dentro di me" che voglio dire, a questo punto date il premio Tenco a Scanu e a "in tutti i luoghi e in tutti i laghi".

 

Fatto sta che la vittoria di Giosada non ha solo scippato la gloria agli Urban Strangers e a Fedez, ma ha anche regalato una clamorosa soddisfazione al suo coach, unico vero mediano di quasi tutte le edizioni di X Factor: Elio. Alla fine se la batteva con due star internazionali e con Fedez, e zitto zitto, senza mai sgomitare, senza mai strafare, col suo travestimento da "Elisabeth Taylor morta", come ha sottolineato Mika, ha fregato tutti.

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C' è poi la parentesi Skin.

 

Intanto vorrei svelare ai telespettatori il perché delle spalline a mo' di installazione di ieri sera: dentro si nascondeva il suo insegnante di italiano. Che comunque, dopo questa esperienza, credo sia più provato di un mulo sui tornanti del Monte Sinai.

 

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Ora, non so se è quella sedia che porta sfiga ma Skin, il giudice che doveva essere cazzuto e battagliero, ha subito l'effetto Cabello. A X Factor s' è ammosciata. Che non abbia interagito un granché con gli altri è comprensibile, visto che probabilmente non capiva una cippa di quello che dicevano, ma al di là dell' effetto macchietta il suo contributo non è stato determinante.

 

E a proposito di effetto macchietta, propongo agli autori di Mistero di indagare sulla sua voce perché le sue corde vocali sono settate sugli ultrasuoni per cani e non è detto che i suoi monologhi in italiano non si possano utilizzare per comunicare con intelligenze extraterrestri come alternativa al radiotelescopio.

chris martin coldplaychris martin coldplay

 

Non so voi, ma io a ogni frase di Skin partorita come se fosse sempre alla spinta finale quando si intravede la testa del nascituro, ho dovuto girare e vedere cinque minuti di Nicola Porro per calmarmi un attimo.

 

MIKA FEDEZ X FACTORMIKA FEDEZ X FACTORSKINSKINX FACTOR SKINX FACTOR SKINelio in mutandeelio in mutande

L' unico che si conferma una certezza è Mika, che quest' anno grazie all' assenza di Morgan (il quale al momento è certamente in diretta dalla D' Urso per ricordare a tutti che senza di lui X Factor non è la stessa cosa e che i produttori di X Factor sono i principali finanziatori di Al Baghdadi), ha potuto impadronirsi del ruolo di infame del gruppo, tramando alleanze e smontando i cantanti altrui con la maestria del cecchino navigato.

 

Detto ciò, Mika si può permettere tutto: le giacche improbabili, i pantaloni skinny, le scarpe di cuoio senza calzini. Si potrebbe presentare a X Factor pure con il vestito verde della Santanchè alla Scala e tutti noi continueremmo ad amarlo lo stesso.

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