jas gawronski

A TUTTO JAS (GAWRONSKI) – DA PAPA WOJTYLA A MARGARET THATCHER, IN UN LIBRO GLI INCONTRI DELL'AMICO PIU' INTIMO DI GIANNI AGNELLI ED EX PORTAVOCE DI BERLUSCONI – L’INTERVISTA AL PAPA CHE PARLO' DI UN "NOCCIOLO DI VERITA'" NEL MARXISMO E APRI', DAVANTI AI MASSACRI SERBI IN BOSNIA, ALLA POSSIBILITÀ DI UNA “GUERRA GIUSTA” CONTRO MILOSEVIC – LA BATTUTA DI FIDEL CASTRO: “PERCHÉ INDOSSO L'UNIFORME DA GUERRIGLIERO? LEI, AL PAPA, GLIELO HA CHIESTO PERCHÉ PORTA SEMPRE QUEL VESTITO BIANCO?” - LA CHICCA: “GIANNI AGNELLI NON AVREBBE MAI VOLUTO INVESTIRE NELL'AUTO”

Francesco Perfetti per “il Giornale”

 

jas gawronski papa giovanni paolo II

Non mi è mai capitato di incrociare Jas Gawronski, ma ho avuto il piacere (e la fortuna) di conoscere, intervistare e frequentare, sia pure episodicamente, la madre. Si trattava di Luciana Frassati, figlia del mitico fondatore e direttore del quotidiano torinese La Stampa. Ebbi modo di incontrarla nel 1978 in occasione della pubblicazione del primo tomo della sua ponderosa opera dedicata al padre.

 

Ne conservo il ricordo di una donna eccezionale, di grande vivacità intellettuale e fascino umano. Aveva conosciuto tante importanti personalità culturali - da Franz Werfel ad Alma Mahler, da Wilhelm Furtwängler ad Arturo Toscanini e via dicendo - e, moglie di un diplomatico polacco, si era impegnata per salvare, da nazisti e bolscevichi, tante vite. Avevo letto un suo libro di memorie, Il destino passa per Varsavia, che racconta dei suoi incontri con Mussolini e che, oltre ad essere coinvolgente, è anche storicamente importante, tant' è che Renzo De Felice, anni dopo, volle farlo ripubblicare.

jas gawronski cover

 

All'epoca di quell'incontro, Jas Gawronski, il più noto dei suoi figli, era già un personaggio di successo: un grande giornalista, inviato speciale in tanti Paesi e poi corrispondente della Rai a New York e Parigi. Quel che colpiva, nei suoi servizi, era la capacità di raccontare gli avvenimenti e soprattutto di spiegarli attraverso i loro stessi protagonisti. Non si era ancora convertito alla politica che lo avrebbe visto più volte parlamentare e per qualche tempo portavoce di Silvio Berlusconi. Il giornalismo, insomma, era la sua vita.

 

E, credo di poter dire, le sue doti di analista politico e di ritrattista erano il retaggio di una tradizione familiare. Un suo bel libro appena uscito per i tipi di Aragno, dal titolo Da Giovanni Paolo II a Giovanni Agnelli. Dialoghi del '900 (pagg. 198, euro 18), testimonia la passione di Gawronski per il giornalismo.

 

Vi sono raccolte interviste a uomini e donne che in qualche misura hanno lasciato una traccia nella storia, profili di uomini politici e non solo, nonché reportage da territori lontani e poco conosciuti, ovvero da zone particolarmente calde. Un piccolo campionario, insomma, dell'attività (e delle «avventure») di un cronista di razza, scrupoloso e attento.

jas gawronski fidel castro

 

Gawronski appartiene, come precisa lui stesso, a quella schiera di giornalisti i quali, più che descrivere i fatti, si dedicano ai personaggi, perché «in fondo sono gli individui che determinano gli avvenimenti» e il «ricercare ed esplorare i protagonisti della storia è un po' come andare alla fonte delle vicende umane, piuttosto che analizzarne l'evoluzione».

 

L'esempio più conosciuto, e certo più clamoroso, del suo modo di fare giornalismo è una celeberrima intervista a Giovanni Paolo II pubblicata in contemporanea da molti giornali in tutto il mondo. Fu davvero uno scoop perché mai prima di allora un pontefice aveva rilasciato un'intervista su temi politici a un giornalista. A rileggerlo, oggi, quel colloquio risalente alla prima metà degli anni Novanta, ha non solo un valore di testimonianza storica, ma contiene anche chiarimenti sulla posizione della Chiesa di fronte alla guerra e sull'idea della possibilità di una «guerra giusta».

 

jas gawronski foto di bacco

Sotto questo profilo, appare di sorprendente attualità in un momento nel quale il mondo è percorso dai venti di guerra provocati dall'aggressione russa all'Ucraina. Giovanni Paolo II, riferendosi alla guerra di Bosnia, disse che «in caso di aggressione bisogna togliere all'aggressore la possibilità di nuocere» e precisò che «secondo la dottrina tradizionale della Chiesa la guerra giusta è solamente quella di difesa» perché «ogni popolo deve avere il diritto di difendersi».

 

Il colloquio tra Gawronski e Giovanni Paolo II toccò tanti altri temi: dall'analisi della crisi del sistema comunista al parallelismo fra Stalin e Hitler, dalla situazione dei Balcani alla decadenza del mondo occidentale, dal giudizio su Gorbacev al confronto fra comunismo e capitalismo con una celebre battuta sul «nocciolo di verità» presente nel marxismo e via dicendo.

 

jas gawronski foto di bacco

Una intervista a tutto campo, insomma che, come disse un illustre prelato vaticano, valeva «tre encicliche». Dell'intervista a Giovanni Paolo II si trovano echi in colloqui che Gawronski ebbe con altre figure importanti del Novecento. Quando, per esempio, incontrò Fidel Castro, con quella sua faccia «mimica, espressiva» e la voce «leggermente stridula, quasi felliniana» che stonava con il «corpo possente» dal quale ci si sarebbero attese «note da basso», Gawronski si sentì rispondere, alla domanda sul perché indossasse sempre l'uniforme da guerrigliero, con questa battuta: «Lei, al Papa, glielo ha chiesto perché porta sempre quel vestito bianco?».

 

Tutt' altro che spiritosa fu la risposta che Gawronski ebbe da Margaret Thatcher alla domanda se anche lei, come Giovanni Paolo II, scorgesse qualche «seme di verità» nel comunismo: «non riesco a trovare aspetti positivi in un'ideologia che ha come obiettivo di privare la gente della libertà e non concede né dignità umana né prosperità. Il comunismo è semplicemente il credo di pseudo-intellettuali, per il potere di pseudo-intellettuali che si credono al di sopra del popolo.

 

gianni agnelli jas gawronski

Una delle più grandi tragedie che sia capitata al mondo». Parole che spiegano il carattere della Lady di ferro. Nel volume di Gawronski ci sono altre interviste - al filosofo marxista György Lukács, per esempio, allo scienziato Albert Sabin o allo storico Arthur Schlesinger, forse la più celebre delle cosiddette «teste d'uovo» di John Fitzgerald Kennedy - ma anche ritratti come quelli del reverendo Malcom X, paladino islamico degli afro-americani, o del generalissimo Chiang Kai-shek o, infine, di Giovanni Agnelli, l'avvocato che non avrebbe mai voluto investire nell'auto. E non mancano corrispondenze dalla Corea del Nord, dal Kazakistan, dal Laos e via dicendo, tutte scritte con un linguaggio scarno ma coinvolgente e dettate da quello scrupolo per la ricerca della verità che contraddistingue il vero giornalista. Quale è Jas Gawronski.

jas gawronski luciano fontana foto di baccojas gawronski foto di bacco jas gawronskijas gawronski wojtyla 1jas gawronskijas gawronski luciana frassati gianni agnelli jas gawronski luca cordero di montezemolo jas gawronskienrico mentana jas gawronskigiampiero mughini jas gawronskijas gawronski silvio berlusconi jas gawronskigianni agnelli jas gawronski jas gawronski 2jas gawronski corrado augias foto di bacco (2)

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?