cinema the end

"CI HANNO TRATTATI COME SALE BINGO. UNA VERGOGNA FRUTTO DI IGNORANZA" – L’IRA DI MASSIMO POPOLIZIO CONTRO LO STOP A CINEMA E TEATRI: “BASTA, NON VOTIAMO PIÙ. SIAMO IN GUERRA, GUERREGGIAMO” – VANZINA: "CON 50 CINEMA APERTI A ROMA NEL FINE SETTIMANA ENTRANO 100 PERSONE AL GIORNO. SU 3 AUTOBUS SOLTANTO NE ENTRANO 180" – CRISTINA COMENCINI: “CHIUDERE SARA’ UN COLPO MORTALE. IN FRANCIA HANNO PREVISTO APERTURE POMERIDIANE”

Michela Tamburrino per “la Stampa”

cinema the end

 

Non è più tanto la protesta che monta, ma il dolore che attanaglia. Chiudono cinema, teatri, sale da concerti. Poco rispetto, nel Paese culla della cultura classica, per la cultura stessa, soprattutto scarsa conoscenza e nessun attitudine al dialogo con gli esperti.

 

È molto rattristata Cristina Comencini: «Al netto di zero contagi nelle sale attrezzate ai protocolli rigidi, si pensa solo a chiudere. E di assembramenti giovanili non se ne vedono davanti a cinema e teatri. Ieri sera sono andata alla Festa del Cinema, e anche lì massimo controllo. Chiudere sarà un colpo mortale anche per tutto l' indotto, sistemi che non si riprenderanno più. In Francia hanno previsto aperture pomeridiane, che vedranno afflussi di certo inferiori a quelli delle piazze».

massimo popolizio foto di bacco

 

Anche per Cinzia Th Torrini, le sale sono più garantite di un supermercato. «Parlare di cultura sembra una bestemmia, allora parliamo di salute mentale. Chiudere equivale ad abbassare la capacità intellettuale e a mettere alla fame un settore enorme. Con il rischio di disabituare il pubblico alla sala».

 

cinema chiusi

Enrico Vanzina ribadisce: «Lungi dal fomentare polemiche politiche, ma un calcolo va fatto. Avremo 50 cinema aperti a Roma e nel fine settimana entreranno 100 persone al giorno. Su 3 autobus soltanto ne entrano 180. E le nostre sale hanno speso soli per attrezzarsi alla sanificazione. Perdiamo sul campo migliaia di lavoratori e quando si chiude la cultura è un brutto segno. Senza dare giudizi, i nostri appelli vogliono invitare il governo a ripensarci».

 

enrico vanzina foto di bacco

C' è un celebrato direttore d' orchestra, Michele Mariotti, che in questi giorni è impegnato nelle prove del Falstaff per l' opera di Stato di Monaco di Baviera. «I nostri governanti stentano a capire che siamo indispensabili per la crescita di una società. Mancano loro la conoscenza, la considerazione, la volontà, premesse indispensabili per predisporre un piano nazionale. La chiusura grida vendetta proprio perché l' Italia è il Paese che più si identifica con la cultura che invece disprezza. Noi siamo indispensabili quanto un maestro di scuola. Ne parlavamo con Riccardo Muti giorni fa e ne eravamo rattristati. In Germania si lotta per restare vivi».

Michele Mariotti

 

Inneggia alla battaglia consapevole Massimo Popolizio: «Ho firmato appelli inutili. Io dico ad attori, tecnici, cantanti, ballerini: non votiamo più. Basta con i piagnistei, con il pietire lavoro. Dimentichiamoci delle tessere elettorali. Quando a questi signori verrà a mancare l' appoggio politico di tutta una categoria allora forse qualcosa faranno.

cinema chiusi

 

Restiamo chiusi fino a maggio, facciamoci sentire come forza, l' alternativa è la morte perché ci stanno uccidendo. Io non sono un artista ma un lavoratore che se non alza il sipario non mangia. Più facile chiudere noi che mettere un autobus in più. Ci hanno equiparato alle sale Bingo, una vergogna frutto di ignoranza. Siamo in guerra, guerreggiamo».

 

cristina comencini

Massimo Ghini da artista con un passato da politico avverte: «Gestire questa situazione è difficile. Non vorrei essere nei panni di chi decide. Mi chiedo solo perché questa scelta non viene fatta consigliandosi prima con la categoria. Tutti dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e abbiamo dimostrato che sappiamo adeguarci alle strategie di contenimento. Posso testimoniare di colleghe e colleghi in stato di indigenza mentre una serie di istituzioni, sempre in campo artistico, continuano a mantenere gli stipendi.

 

Io parlo di lavoratori penalizzati da un lockdown mascherato. Ora, l' attività prima di questo governo deve essere quella di pensare a questi uomini e donne attivando immediatamente gli ammortizzatori sociali. Gli artisti non possono lavorare in smart working».

 

MASSIMO GHINI

Per Iaia Forte, «questo è un colpo dal quale sarà difficile riprendersi. La soluzione francese sarebbe auspicabile. Il guaio è che da noi i teatri non riescono a diventare luoghi perché esauriscono la loro funzione nel tempo di uno spettacolo. Invece sono strumento sociale necessario dove poter accogliere scuole, laboratori, letture. I teatri sono speculari ai musei».

massimo popolizio un nemico del popolomassimo popolizio in scenamassimo popolizio era d estatemassimo popolizio marco giustiMassimo Popolizio mussolini sono tornato popolizio massimo popolizio massimo popoliziomassimo popoliziomassimo popolizio cyranocinema chiusi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?