marina ripa di meana

VIDEO: IL TESTAMENTO E LE ULTIME PAROLE DI MARINA RIPA DI MEANA A MARIA ANTONIETTA COSCIONI: 'IL TUMORE SI È IMPOSSESSATO DEL MIO CORPO MA NON DELLA MIA COSCIENZA' - ALTRO CHE SALOTTI: COL SUO ULTIMO RESPIRO, UNA BATTAGLIA DI CIVILTÀ. ''VOLEVO ANDARE IN SVIZZERA, POI HO SCOPERTO LA SEDAZIONE PROFONDA CONTINUATA. FATELO SAPERE, CHE SI PUO' SCEGLIERE DI RESTARE IN CASA, VICINO AI PROPRI CARI, CON LE CURE PALLIATIVE'' - MERLO CITA PARISE: ''GATTA, IMPREVEDIBILE, BUGIARDA, LEGGERA E CAPRICCIOSISSIMA...NON È SCHIAVA DI NESSUNO, IL SUO UNICO PRIVILEGIO È DI ESSERE GENIALMENTE PUTTANA'' - FERRARA: ''BELLA, ELEGANTE E SCOSTUMATA. UNICA NELL'ARTE DI VIVERE EN PLEIN AIR''

VIDEO: LE ULTIME PAROLE DI MARINA RIPA DI MEANA PRIMA DI ADDORMENTARSI CON LA SEDAZIONE PROFONDA CONTINUATA: ''FATE SAPERE ALLE PERSONE CHE POSSONO SCEGLIERE UNA VIA DIGNITOSA ALLA MORTE, IN CASA E VICINO AI PROPRI CARI'' - IL SUO TESTAMENTO A MARIA ANTONIETTA COSCIONI PUBBLICATO DA RADIO RADICALE

 

 

2. L'ULTIMA BATTAGLIA DI MARINA NOSTRA SIGNORA DEGLI ECCESSI

Francesco Merlo per ''la Repubblica''

 

 

È morta in gennaio, che è il mese più scuro, quello che le somigliava di meno. È morta in inverno, che è la stagione più lontana dal cuore che aveva sempre caldo. È morta una grande romana, come Bruno Zevi e Alberto Sordi e Marcello Mastroianni, che se ne andarono anche loro in inverno. E forse perché nella stagione del freddo e del buio, che pure ormai dura sempre meno, la bellezza e la grandezza di Roma perdono la straordinaria luminosità naturale e diventano fragili.

il testamento di marina ripa di meana a radio radicale e maria antonietta farina coscioni

 

Adesso che è morta finalmente il Paese si accorgerà quanto sia stato luminoso il viso così familiare di Marina Ripa di Meana e quanto sia stata importante per le italiane quella sua esagerazione sempre elegante, quanto i suoi eccessi ci abbiano liberato dai luoghi comuni e dall' idea pigra che sia scandaloso e non liberatorio mostrare, contro la barbarie delle pellicce, il proprio sesso - non oggi, né ieri, ma addirittura l' altro ieri - dicendo: «È l' unica pelliccia che riesco ad indossare».

 

Si affacciò così, a mostrare la pelliccia, da una finestra di Palazzo Farnese, scandalosa allora come sempre, scandalosa sino alla fine, sino al terribile video di rara potenza dove anche la malattia terminale è diventata eccesso di vita.

marina ripa di meana alberto moravia

 

È un video d' arte e di politica dove di nuovo Marina Ripa di Meana si è mostrata elegante ma intubata, con la vanità di una principessa, i capelli rossi e la voce spezzata, un accappatoio stretto come una vestaglia, e la stanza che le fa da sfondo tutto bianco come in quel quadro chiacchierato del suo De Dominicis - "Ritratto da dieci chilometri": un punto rosso e poi il bianco che è la purezza dell' Assoluto.

 

 Accanto c' è Maria Antonietta Coscioni che le presta la voce per farci sapere che alla fine non è andata in Svizzera, che ha molto sperimentato la tentazione di finirla e di finirsi, ma poi ha scelto la "sedazione profonda" affidandosi ai radicali che più di tutti amano la vita e dunque sanno come liberare i corpi estenuati come quello di Marina, il guscio dove ha abitato l' ultima artista della femminilità italiana.

marina ripa di meana by franco angeli

 

Anche quando fu sfigurata da un' allergia alle medicine invece di nascondersi in casa, come avrebbe fatto chiunque, la signora Marina andò in tv a mostrare le foto choc del viso deturpato, poi si accomodò nei peggiori salotti televisivi con la faccia coperta da una veletta che alla fine si tolse a mostrare "il gonfiore creativo", lo stesso che abbiamo visto adesso nel video-testamento. Pensate: neppure l' arte moderna era arrivata al "gonfiore creativo", neppure De Dominicis, che fu caro a Marina e che fu processato, assolto e parodiato da Alberto Sordi.

 

marina ripa di meana e la pelliccia

Capisco che possa sembrare irriverente l' accostamento all' architettura di Zevi e al grande cinema di Sordi e Mastroianni, ma anche Marina Ripa di Meana è stata unica nel suo genere e con lei l' Italia perde pure lo stampo della cortigiana sfrontata ma orgogliosa di esserlo, sempre dominando la scena e sempre sfolgorante in ogni periodo della sua vita, a suo agio sia nel potere craxiano - ma ben più in alto dei nani e delle ballerine - e sia nelle soffitte degli artisti per i quali ha raccontato di essersi venduta, come fecero le muse di Andy Warhol.

 

Marina è stata regina e padrona alla memorabile (ma chi ne ha memoria?) Biennale del dissenso quella che appunto il marito Carlo organizzò con gli artisti e gli scrittori vietati nei Paesi comunisti e non ancora consacrati in Occidente. E basti ricordare qui i tre Nobel Solenicyn, Sacharov, Brodskij.

marina ripa di meana

 

Marina fu la loro vestale, come lo era stata da ragazza quando aveva ispirato la scuola di Piazza del Popolo: D' Amico, Festa e Schifano. Per gli artisti che avevano bisogno di eroina e di ispirazione Marina trovava il danaro come una Maddalena, che fu la prima testimone della Resurrezione, la peccatrice chinata nel soccorrere. In tutta la vita di Marina c' è il rapporto forte tra sessualità e sacralità della Maddalena, mito fondativo dell' Italia. Con la differenza che l' importante per l' allegria di Marina era che i giorni fossero vissuti come romanzi e che le notti insonni diventassero poemi.

marina ripa di meana (1)

 

Del resto Marina fu musa anche di tanti scrittori, come Moravia e Parise che nella villa sull' Appia Antica servivano la pappa al suo cane, "ma su un piatto d' argento".

Loro la raccontarono su Playmen che nel maggio del 1980 le dedicò una copertina casta ma con l' esibizione di un capezzolo che da solo bastava a spiare le forme dell' eros. L' idea, allora rivoluzionaria, è che ci sia più liberazione nel coprirsi che nello scoprirsi. E in questo senso la signora sapeva scoprirsi e coprirsi, ma senza mai mortificarsi: quando esibiva un pappagallo sulla testa per esempio, o quando indossava improbabili modelli che solo su di lei diventavano arte moderna, pretesti di discussione, proprio come uno squalo in formaldeide.

vittoria malago con la nonna marina ripa di meana (1)

 

Tutti le abbiamo visto addosso abiti e cappelli che senza il suo corpo e il suo sorriso ironico sarebbero stati solo "vestiti che ballano" come li raccontava Rosso di San Secondo. E invece su di lei lo sbuffo e l' attillato, le spalline e gli spacchi diventavano le altre forme della nudità, la sfrontatezza della seduzione: tutta imbacuccata era "alla diavola", con i seni al vento era "all' oca giuliva". Ma sempre sdrammatizzava la sessualità con il tocco leggero dei suoi "Primi quarant' anni", il libro che divenne film con una bellissima Carol Alt che però si sentiva inadeguata.

vittoria malago con la nonna marina e la mamma lucrezia

 

Sempre Marina ha messo in difficoltà i moraleggiatori e tutto è riuscita a trasformare in stramberie d' artista, anche i peccati più banali. E infatti divenne arte persino la sua maniera di curarsi il cancro, quel suo battersi a favore della chemio, che è un nodo grosso per tutti.

 

marina ripa

Ammalata per circa 17 anni, ha sconfitto con l' eleganza persino il veleno: «Fate sapere a tutti che anche in un ospedale, anche a casa propria si può ritrovare la terra senza inutili sofferenze» ha detto con la voce radicale di Maria Antonietta Coscioni.

Davvero è stata una personalità irripetibile della femminilità, eversiva e sorridente, libertina e libertaria e tuttavia anche angelo del focolare con il suo Carlo, che ha avvolto nella tenerezza e ha custodito anche nella fragilità dell' età, compagna monogama ma lussuriosa. Gelosa, Marina correva a Parigi a buttar giù dalla finestra le valigie della rivale.

CARLO E MARINA RIPADI MEANA

Infedele, si imboscava a Cortina con il maestro di sci. E poi... sulla pista di pattinaggio all' Acqua Cetosa o a New York, con Truman Capote, a casa di Diana Vrelan, la mitica direttrice di Harper' s Bazaar e di Vogue che la inserì nella lista delle cento donne più belle del mondo.

 

Marina Ripa di Meana al Festival di Venezia La Presse

Goffredo Parise, che le volle un gran bene, sotto il titolo "Femminismo" la descriveva così: "...gatta, imprevedibile, bugiarda, leggera e capricciosissima... con mani nervose e occhi distratti a guardare sempre altrove. Ottima forchetta, un bicchiere di vino a tavola ma niente liquori. Niente sigarette. Non è schiava di nessuno e meno che meno del marito, e non si unirebbe mai e poi mai con le schiave di mariti di tutto il mondo. Il suo unico privilegio è di essere genialmente puttana".

 

 

3. MARINA RIPA DI MEANA

Giuliano Ferrara per ''Il Foglio''

 

GIANPIERO MUGHINI MARINA RIPA DI MEANA

Marina Ripa di Meana fu bella, elegante e scostumata. Mancherà per la luce del suo volto e la sensualità del suo corpo, specie il linguaggio del suo corpo, e man cherà per tutto il resto, i numeri da circo, le iniziative coraggiose, le torte in faccia del suo meraviglioso cabaret, certi libri freschi di memorie e gossip, naturalmente i suoi amori scorrettissimi e a loro modo felici, in particolare il legame fortunato, assoluto, d' acciaio, con Carlo, definitiva incarnazione della sua tendenza all' happy ending. In un certo senso che va oltre la sofferenza e la sublima, tipico atteggiamento di Marina di fronte alla sua lunga malattia, si può dire di una donna così: "La morte le fa un baffo".

marina ripa

 

Però non c' è più il suo attivismo mondano, che fu vernice di una vita pubblica spesso riscattata dalla noia e dall' eccesso di senso, scompare la sua geniale idea di scandire l' esistenza di quarantennio in quarantennio ("I miei primi quarant' anni" fu un suo libro divertentissimo e baciato dal successo), tramonta come trovata pop la sua collezione di cappellini e velette, la sua abilità stilistica nei mille mestieri, nelle improvvisazioni, e anche nell' impegno di lunga durata alla visibilità, che non è solo sciatteria sottoculturale buona per un certo demi monde, è anche un giocare con il tempo, con l' età, un farsi gioco di un eccesso di permanenza e di insostenibile pesantezza nel mondo dei media, da lei corteggiato e sbeffeggiato in un album di apparizioni e fotografie e pose che ha fatto epoca.

GIULIANO FERRARA MARINA RIPA DI MEANA

 

Marina Ripa di Meana adorava le persone e i gruppi coltivati, spensierati, anticonformisti, ricchi: di talento, di denaro, di conversazione. Del salotto informato, ma caciarone all' occasione, litigioso, perfino sornionamente grossolano, fu regina senza rivali. E ai tempi dell' avanguardia artistica romana i suoi celebri amori dissoluti e volitivi, sospesi tra gioielli e valori plastici, esperimenti e droghe, sesso e altre dolci manie, dettarono l' agenda della follia e l' incantesimo dei palazzi trasformati in cantine e delle cantine trasformate in palazzi, come in una successione warholiana di favole artificiali, acriliche, incuranti delle vendette della vita, che sono sempre la malattia e la morte e altri intrusi.

JAS GAWRONSKI MARINA RIPA DI MEANA

 

Aveva una bella casa in Prati, sempre aperta e ospitale, dove il suo gioco coniugale con il marchese suo marito si dispiegava nell' ironia e in una certa noncuranza alla quale si associavano curiosità e amicizia. Nella sua vita l' incidente o la rissa erano sempre dietro l' angolo, i suoi nervi erano corde ben tese di violino, e scintillavano con il suo timbro vocale inconfondibile anche quando il risultato poteva sembrare troppo incandescente, addirittura grossolano.

 

CARLO E MARINA RIPA DI MEANA

Ora si scatenerà la ricca aneddotica del suo vitale marasma di tanti anni, dei suoi periodi blu, oro, rosa, cubista, come una successione di scuole picassiane. Si dirà che qui fu cattiva, impertinente, qui fu generosa, tenace, qui futile, qui indispensabile, qui maliziosa e qui ingenua, qui amante, qui sposa, qui madre, ma l' unico giudizio che la riguarda davvero è che nell' arte di vivere en plein air nessuna fu come fu lei.

 

 

MARINA RIPA DI MEANA CON IL SUO NUOVO LIBRO INVECCHIERO MA CON CALMA FOTO ANDREA ARRIGA Cappellini e copricapo di Marina Ripa di Meana marina ripa di meana foto di elisabetta catalanocarol alt con carlo vanzina luca barbareschi marina ripa di meanaCarlo Giovannelli con la mascherina di Marina Ripa di Meana MARINA RIPA Colazione al Grand Hotelmarina ripa di meana barbara palombelli raffaele la capria marina ripa di meanairene ghergo marina ripa di meanaIL LIBRO DI MARINA RIPA DI MEANAMARINA RIPA DI MEANA marina ripa di meanaMarina Ripa e MoraviaMarina Ripa con Carlo Ripa di Meana e Moravia marina ripa di meana PLAYMEN-1991marina ripa di meana PLAYMEN-1989MARINA RIPA - MATRIMONIO marina ripa di meana -a-via-veneto-con-un-amica-nel-1968MARINA RIPA DI MEANACarlo Ripa di Meana e Marina marina ripa di meanaMarina e Carlo Ripa di Meana

 

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...