bettino craxi giovanni minoli

VIETATO AI MINOLI - TRAVAGLIO SULLA SMANIA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA RAI: ''STA CHIAMANDO E MESSAGGIANDO CHIUNQUE PER L'AMBITA POLTRONA. DOPO CRAXI E GUBITOSI, NUOVI STALKING AUTORACCOMANDATORI. LUI CHE FESTEGGIO' PER 3 ANNI (LA SUA POLTRONA) PER IL 150° DELL'UNITA' D'ITALIA, CHE FU AL CENTRO DELLA STORIACCIA 'AGRODOLCE' E CHE È MARITATO (MA IN TV NON LO DICE) CON MATILDE BERNABEI, PRODUTTRICE DI DECINE DI FICTION PER LA RAI…''

 

 

Marco Travaglio per ''il Fatto Quotidiano''

 

LETTERA DI MINOLI A BETTINO CRAXI

Non sappiamo se il "governo del cambiamento", per dimostrarsi tale, alla fine cederà e nominerà Giovanni Minoli presidente della Rai. 5Stelle e Lega smentiscono, e persino B. Ma non si sa mai. E comunque è bello sapere che l' illustre pensionato (da 8 anni) è ancora così arzillo da provarci, e soprattutto da crederci. Pare che in questi giorni sia attivissimo, a chiamare, messaggiare e far telefonare a questo e quello per agguantare l' ambita poltrona.

 

LETTERA DI MINOLI A BETTINO CRAXI

L' ultimo stalking autoraccomandatorio ricorda il penultimo, o il terzultimo (abbiamo perso il conto), raccontato nel 2013 da uno sfinito dg Luigi Gubitosi: "Minoli mi fa martellare da chiunque". Il nostro eroe era reduce dalle sobrie celebrazioni dei 150 anni dell' Unità d' Italia (2011), una cosina da 18 milioni che, in un empito di patriottismo, si era protratta anche per i 151 e i 152.

 

E sarebbe proseguita ancora, se quel rompi di Gubitosi non gli avesse rescisso il contratto proponendogli "un ruolo di autore, senza Rai150 che ha esaurito la sua funzione. Ma lui voleva conservare il ruolo e la struttura": una robina di 70 persone, da spendere in altri anniversari a caso: le guerre puniche, il compleanno di una prozia, cose così.

Giovanni Minoli e Luigi Gubitosi

 

L' arido Gubitosi rispose picche. E smise di vivere: "Ogni politico che incontro mi dice che Minoli è andato a farsi raccomandare". Una vita d' inferno. Poi toccò a Campo Dall' Orto: parcheggiato a Radio 24, Minoli si era scoperto renziano e voleva rientrare in Rai.

Anche perché in radio ne avevano abbastanza di lui. Lo raccattò Cairo a La7, per motivi (e ascolti) ignoti ai più.

 

Un mese fa si candida al Cda in quota Pd, che però gli preferisce tal Rita Borioni, già portaborse di Orfini. Allora ha puntato dritto alla presidenza e, siccome tocca a Salvini d' intesa con B., s' è messo a bussare agli usci forzaleghisti. Ma ha trovato chiuso. Ci ha provato pure coi 5 Stelle: invano. A nulla è valsa l' intervista-soffietto sul Foglio a Salvatore Merlo (ergo un soffietto al quadrato: dell' intervistato e dell' intervistatore), in cui diceva un gran bene del nuovo dg: "Sono contento della nomina di Salini. Persona competente e per bene. Adesso ha un compito difficilissimo perché la Rai è una balena spiaggiata, può salvarsi solo se trova un potentissimo rimorchiatore che la riporta in mare". Tipo lui, per esempio.

minoli 2

 

Passano le ère geologiche e lui è sempre lì. A ogni tornata di nomine Rai, si candida a qualcosa.

Come Amato a ogni elezione presidenziale. È il Picasso dell' auto-spintarella, infatti ha pure diretto il Museo d' arte contemporanea di Rivoli. Ma il vecchio Pablo, coi suoi due periodi blu e rosa, gli fa una pippa.

 

Lui ha conosciuto i periodi craxiano, martelliano, berlusconiano, veltroniano, prodiano, montiano, renziano e ora sovranista ("se sovranismo significa tornare a produrre programmi in azienda, non mi dispiace"). "Sono un perdente di successo - dice, spiritoso - la politica non mi ha mai dato niente". Ci mancherebbe. Infatti già nel 1987, precoce, "intervistava" Craxi per uno spot elettorale col garofano rosso all' occhiello, seduto su una sedia un po' più bassa di quella del Capo.

 

il servizio di faccia a faccia di minoli su matilde bernabei e lux vide

E nel 1989 gli scriveva: "Caro Bettino in questi 10 anni ho prodotto molti dei programmi di Rai2 che hanno avuto più successo Per questo ritengo che avrei potuto essere considerato un interlocutore nel momento dell' ennesima difficilissima scelta circa il destino della Rete 2 Non sono mai stato capace di spendere tempo nelle manovre di corridoio (sic, ndr) e nelle chiacchiere Capirai lo sfogo ma anche l' amarezza di chi si sente a posto con la coscienza professionale e la lealtà politica, ma sempre scavalcato dai pregiudizi, dalle informazioni incomplete, tendenziose e forse cattive Io credo di essere fatto così. Se servo, ci sono". La serva serve, diceva Totò.

 

Nel '96, alla vigilia della scontata vittoria dell' Ulivo, presentò sobriamente Prodi a Mixer: "Il buon professore, il manager, il politico, l' uomo delle speranze on the road e dell' Antitrust, del liberalismo temperato e del federalismo fiscale. L' antidivo per eccellenza, il sorriso bonario e sereno, gli occhi roteanti e morbidi parlano con le pupille, dialogano con le sopracciglia, comunicano con il cristallino. Le mani, più che gesticolare, dicono".

 

giovanni minoli con la moglie matilde bernabei

Nel 2011 Mauro Masi, intercettato nell' inchiesta P4 col faccendiere piduista Bisignani, spiegò ai pm di Roma: "Minoli mi veniva segnalato anche da Letta e quotidianamente da Amato". Lui intanto aveva chiuso anzitempo Agrodolce, la fiction coprodotta da Rai Educational, da Luca Josi e dalla Regione Sicilia dopo una storiaccia di sprechi, raccomandazioni di amici, amiche e amici degli amici. Nel senso di personaggi in odor di mafia perché - dichiarò il suo braccio destro - "quando le produzioni vanno in Sicilia, devi sottostare alle regole legate alle tradizioni dell' isola: non puoi sceglierti liberamente le comparse che vuoi, c' è qualcuno che te le porta".

 

 Purtroppo - aggiunse - "Josi mi fatto una scenata incredibile, dicendo che lui rapporti con mafiosi non li voleva avere mai e poi mai". Insensibile alle tradizioni siciliane, tanto care alla Rai minoliana. E anche ai conflitti d' interessi, che sono la specialità della casa.

 

Minoli è maritato con Matilde Bernabei, presidente di Lux Vide, asso pigliatutto delle fiction della Rai che lui potrebbe appaltare direttamente da presidente. Otto mesi fa i pochi adepti del suo Faccia a faccia su La7 lo videro lanciare un memorabile servizio con queste parole: "Continuiamo il viaggio tra le donne top manager d' Italia. Siamo andati a incontrare la presidente della Lux, la società di produzione che da circa 25 anni sforna in continuazione successi d' ascolti per la tv. Lei è Matilde Bernabei!". Cioè la sua signora.

Ma questo si scordò di precisarlo. Se no poi la gente chissà cosa va a pensare.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....