VINTO IL CAMPIONATO, LA JUVE HA UN SOLO NEMICO: SE STESSA

Dagoreport

Vincono le prime tre e il campionato fa un altro passo in direzione Torino. A Bologna tra un ignobile coro sullo stadio Heysel e uno striscione di accettabile ironia: "Fermi tutti/questa è un rapina", la Juve non ruba nulla e si prende tre punti con Vucinic e Marchisio. Per farlo impiega un'ora, rischiando solo su un fuorigioco mal applicato nel primo tempo e più in generale, dimostra assoluta solidità di fondo che unita ai nove punti di vantaggio sul Napoli riduce il resto del suo torneo a pura formalità.

Vince all'ultimo soffio anche il Napoli e ritrova dopo due mesi di assenza anche un polemico Cavani, autore di una doppietta. Il 3-2 sull'Atalanta permette a Mazzarri di conservare le due incollature sul Milan opposto all'avversario più morbido da affrontare dopo lo choc Champions di Barcellona.

Bene la Fiorentina, benissimo Totti, il marziano che di Roma è il padrone, mentre al Nord comanda il maltempo. L'acqua manda all'aria il ritorno di Cassano a Genova. La neve imbianca (e falsa) il posticipo serale vinto dal Torino in lotta con Lazio. In coda de profundis per Pescara e Palermo (Sannino, quinto cambio stagionale di Zamparini invita a crederci ancora: "Datemi del pazzo, ma possiamo salvarci") e Siena (in attesa dello scontro diretto previsto tra due settimane) a un solo punto dal Genoa.

Stile Juve.

"Non si fa così, portate rispetto". Le telecamere consegnano alla piccola storia del campionato il reperto audiovisivo dell'ex juventino Stefano Pioli e spostano dal campo all'Accademia della Crusca riflessioni e analisi del post-partita. L'esultanza di Conte in stile Malesani/Mourinho/Mondonico non piace ai bolognesi e viene invece difesa dal tecnico di Agnelli con un comizio : "Non devo vergognarmi di niente, ho vinto e sto vincendo uno scudetto...Diamo fastidio a tanti...Dove arriviamo, pensate a Napoli, veniamo accolti a suon di insulti, pietrate e bastonate...penso sia quella la vergogna".

Poi infila la gaffe di giornata: "Se succede anche in una città civile come Bologna..." (Napoli non lo è?) e adombra: "Viene voglia di lasciare l'Italia". Complessivamente, mentre in Grecia si vede di molto peggio e il 20enne Katidis dell'Aek Atene, apologeta dell'idiozia, tende il braccio dopo un gol per essere poi sospeso a vita dalle nazionali, le polemiche di casa nostra riverberano una forte sensazione di già visto.

In un quadro in cui la Juve che domina in campionato e guarda allo Champions con il Bayern deve difendersi soprattutto da se stessa, di appassionante resta solo la lotta per il secondo posto.

Balotelli, Cavani e Tzorvas.

Dopo il brusco risveglio spagnolo il Milan ritrova Balotelli. I rimpianti per l'assenza di Barcellona hanno una parzialissima consolazione nel pomeriggio di San Siro. Il Palermo del riesumato Sannino è quasi nulla e non si può negare, ma le scorie dello schiaffo infrasettimanale con tanto di minaccia presidenziale potevano pesare.

Invece Balotelli segna una doppietta, arriva a quota sette gol e risolve i problemi di Allegri che a fine gara, lo magnifica: "Credo che sia molto sereno, si è integrato molto bene. Nonostante i 7 anni sul palcoscenico europeo e mondiale, è questa l'occasione più importante per esprimere le sue eccezionali qualità".

Raggiungere il Napoli (agganciato in classifica fino pochi minuti dal termine) è possibile. Napoli che soffre con l'Atalanta. Passa su rigore e viene raggiunto due volte, prima da un tragicomico autogol di Cannavaro e poi dalle invenzioni dell'ex Denis. Poi ritrova i gol di un Cavani nervoso e decisivo e con Pandev (assistito dall'ottimo Armero) proprio sui titoli di evita la crisi di nervi con voglia e rabbia.

Dietro il duo Napoli-Milan, la Fiorentina batte il Genoa e rimane a tre punti. Per superare l'ostinata vitalità dei liguri di Ballardini, ci vuole un amico. Tzorvas il greco, portiere di riserva già epurato da Zamparini che sostituisce l'infortunato Frey, ritrova i pali dopo una vita e paga dazio. Il regalo concesso ai viola sul secondo gol entra di diritto tra gli orrori di stagione e lancia Montella a quota 51 punti.

Crollo Lazio

Quattro in più dell'Inter (recupererà la gara rinviata per maltempo con la Samp quando la rissa sulla data tra Lega calcio e società sarà stata sedata) e della Lazio che dopo un'ora di sostanziale dominio (pur in dieci per espulsione di Ciani) e su un campo infame, si inchina al guizzo dell'appesantito pupillo brasiliano Jonathas, assistito di retroguardia dell'ex Pizzaiolo Mino Raiola. Raiola che non tratta solo Ibrahimovic e Balotelli, aveva spedito Jonathas a Pescara dopo i 16 gol della scorsa stagione a Brescia.

In Abruzzo un gol, molta tribuna e una certa costernazione intorno al giro vita. A Torino sembra essersi sfinato. Il suo gol è comunque importante. Stacca la Lazio dalla gloria e salva la sua squadra (che manda Cerci in Nazionale) con nove settimane d'anticipo. Ventura ha fatto un ottimo lavoro. A Pektovic, che lottando in tre competizioni non è stato da meno, è mancato qualche rinforzo. Dopo l'infortunio di Klose bisognava comprare. A gennaio, in piena austerity, è arrivato Saha. Una debolezza di visione e mezzi che alla lunga, rischia di restituire un'immeritata esclusione anche dall'Europa meno luminosa.

Totti, ancora lui.

Catania e Roma infatti premono. La Roma del sorprendente Andreazzoli (4 successi su sei) ha dalla sua la tranquilla forza di un prodigio. Per Totti (che Prandelli può serenamente richiamare per Brasile 2014) le parole non servono più. Si carica la squadra. Prova a superare Nordahl in ogni modo, maledice i pali e poi ottiene il giusto premio con la complicità di Mirante.

Il secondo marcatore di sempre è assecondato dalla generale diligenza di gruppo. Bene la vecchia guardia (Perrotta, Burdisso), eccellente Lamela, ottima e un po' bizzarra la rincorsa post zemaniana della truppa. Così tanto e in modo così compatto, la Roma di quest'anno non aveva mai corso. Lascia venti minuti della ripresa al Parma, gioca male e rischia qualcosa, ma rema da una sola parte e questo conta più di qualsiasi schema. Benissimo anche il Catania dell'esordiente Maran (3-1 sull'Udinese) grazie a un'encomiabile organizzazione di gioco e a quel gran giocatore che è il minuscolo Papu Gomez.

Noia piatta.

Correndo per l'ultimo posto disponibile in paradiso le sole Genoa e Siena, il purgatorio del torneo è ormai affollato e produce sbadigli. Si salvano il Chievo (facile 2-0 sul derelitto Pescara), pareggia il Cagliari (34 punti) a Siena, perde il Parma ma sopra quota 30 in classifica, considerata la lentezza di chi chiude la coda, anche una sconfitta non produce danni.

A tendere l'orecchio verso Pescara, si sente rumore di rivolta e di cose non di non poca gravità. Secondo il presidente abruzzese Sebastiani, di fronte all'ennesimo torto subìto in area avversaria, l'arbitro Mazzoleni richiesto di spiegazioni a fine primo tempo avrebbe detto (davanti a venti testimoni) la cosa sbagliata. Sebastiani: "Oggi Mazzoleni ha fatto uno scempio in piena regola.

E poi, a fine primo tempo, nello spogliatoio, alle nostre richieste di spiegazioni ha risposto che dobbiamo parlare bene in settimana: ti viene voglia di andare via. Non si può rispondere in questo modo a una società che lotta per salvarsi. Faremo un esposto alla procura federale". Più o meno Il porto delle nebbie. Mazzoleni può stare tranquillo.

 

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