douglas kirkland marilyn monroe

DA MERCOLEDÌ IN MOSTRA AL MAXXI DI ROMA LE MERAVIGLIOSE FOTO DI DOUGLAS KIRKLAND - IL FOTOGRAFO RACCONTA I RETROSCENA DEI SUOI SCATTI CON MARILYN MONROE: “ANDAI A TROVARLA NELL’APPARTAMENTO IN CUI VIVEVA NASCOSTA E MI CHIESE DI SEDERMI ACCANTO A LEI SUL LETTO E MI DISSE…

douglas kirkland

Fulvia Caprara per “la Stampa”

 

Non è solo questione di luci, di sguardi, di pose. La fotografia perfetta è soprattutto «il frutto di una relazione interpersonale piacevole. Se il fotografo e il suo soggetto stanno bene insieme, la foto sarà riuscita. Credo sia lo stesso per voi giornalisti, un' intervista viene bene se si stabilisce un rapporto confortevole con chi avete davanti».

 

douglas kirkland marilyn monroe

In un albergo a due passi da Campo de' Fiori, in quella Roma che ha tanto amato e dove ha a lungo lavorato, Douglas Kirkland, il fotografo leggendario di 170 film, impegnato, tra gli Anni 70 e 80, in servizi di moda e spettacolo per Life Magazine , autore della celeberrima sequenza con Marilyn Monroe avvolta in lenzuola candide, descrive la sua filosofia professionale che, naturalmente, è anche filosofia di vita.

douglas kirkland marilyn monroe

 

Un gigante gentile, con una nuvola di capelli bianchi e un infinito bagaglio di memorie, da cui è inevitabile estrarre il pezzo più pregiato: «Ricordo bene il giorno in cui andai a fotografare Marilyn, ero poco più di un ragazzino, mi sentivo terrorizzato all' idea di trovarmi a tu per tu con una star di quella portata. Andai nel piccolo appartamento dove viveva nascosta, e vidi che non si comportava affatto da diva. Anzi, mi chiese di sedermi accanto a lei, sul letto, e mi disse: "So che insieme faremo un bellissimo servizio fotografico". Ero scioccato».

douglas kirkland marilyn monroe

 

Tre giorni dopo, all' appuntamento fissato per la sessione di foto, Monroe si presentò con due ore di ritardo: «Dovevamo vederci alle 8, ma lei arrivò solo alle 10. Ero preoccupatissimo, ricordo di aver chiamato il mio capo a New York, per dirgli che Marilyn non arrivava, che il servizio stava saltando. Poi, invece, andò tutto bene, fu lei a chiedere che restassimo soli, con le lenzuola bianche, un po' di musica e il Dom Perignon sempre a portata di mano».

douglas kirkland marilyn monroe

 

L' esito di quella giornata indimenticabile, sei mesi prima della scomparsa della diva, sarà esposto, da mercoledì, nello spazio Extra del Maxxi di Roma, nella mostra Douglas Kirkland - Fermo Immagine , prodotta da Istituto Luce Cinecittà e curata da Martino Crespi con la supervisione della moglie di Kirkland, Françoise.

 

douglas kirkland marilyn monroe

«Con l' Italia - racconta il fotografo - ho un rapporto particolare. Ho fotografato tante volte Sofia Loren. E anche Virna Lisi. L'ultima volta ci siamo visti qui a Roma, mi disse: "Douglas, ormai sono diventata nonna", gli risposi che era successo anche a me, ridemmo molto». Rispetto agli attori americani, quelli italiani «sono più facili, più diretti, meno ingessati. Negli Stati Uniti il sistema degli uffici stampa tende a super-proteggere le star e questo fa sì che sia più complicato stabilire con loro un rapporto schietto».

 

douglas kirkland marilyn monroe

Eppure, Kirkland non ha mai dovuto rinunciare a un servizio, magari perché il soggetto aveva un carattere difficile, magari perché non si era stabilita l' intesa necessaria: «Ho sempre fatto capire alle persone con cui dovevo lavorare che la cosa più importante erano loro, e non certo io. Sono fatto così, è la mia natura. Ancora oggi mi stupisco di tutto quello che mi è capitato, di aver avuto successo a Hollywood, anche di essere adesso qui, a parlare con lei».

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