mollica fiorello

MOLLICA, NON UN PEZZO DI PANE: “NEL LAVORO HO RISPETTATO TUTTI. QUANDO NON HO AVUTO INDIETRO LO STESSO RISPETTO, HO BUSSATO ALLA PORTA DEL DIRETTORE E L’HO MANDATO A FARE IN CULO” – VINCENZO MOLLICA SI RACCONTA, DALLA PRIMA VOLTA IN RAI DA “FIGURANTE” ALLE CRITICHE DI CHI GLI HA SEMPRE RIMPROVERATO L’ASSENZA DI STRONCATURE: “NON MI HANNO FERITO PERCHÉ AVEVANO UNA LORO RAGIONE. IO SO LAVORARE IN UN SOLO MODO" – MENTANA CHE LO CHIESE DI SEGUIRLO AL TG5, I PROBLEMI AGLI OCCHI CONDIVISI CON ANDREA CAMILLERI E L’EPITAFFIO: “OMERO NON FUI PER POESIA. MA PER MANCANZA DI DIOTTRIA”

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

VINCENZO MOLLICA - AUDITORIUM DI ROMA

L’ incontro con Andrea Camilleri. 

«Il primo a parlarmi di Camilleri era stato Paolo Conte, appassionato lettore dei suoi romanzi non gialli, dal Birraio di Preston alla Concessione del telefono . Io andai a intervistarlo a metà degli anni Novanta su indicazione dell’allora direttore del Tg1 Marcello Sorgi, in occasione dell’uscita del primo libro della saga di Montalbano, La forma dell’acqua . 

 

Nella sua casa di Roma c’era questo terrazzino dove Camilleri aveva replicato una situazione quasi siciliana, una specie di salottino con delle sedie attorno dove si conversava come se a pochi passi da noi ci fosse il mare, anche se ovviamente il mare non c’era. Mi fece un’impressione incredibile, come se avessi conosciuto Walt Disney in persona: perché Andrea prima di essere un grande narratore è stato un formidabile inventore di storie. Ripeteva sempre che “la vita è teatro”». 

 

 

Montalbano contengano i capitoli di un’Odissea moderna? 

“Può essere”, rispose. E Montalbano può configurarsi come un moderno Ulisse? “Può essere”, mi fece. Allora Camilleri è il moderno Omero? 

“Non è escluso”, sorrise». 

 

E finì che come Omero…

sergio mattarella vincenzo mollica al quirinale

«…ci siamo ritrovati senza la vista, sia io che lui. Affrontammo questa lunga discesa agli inferi oculistica praticamente assieme, anche se lui diventò cieco prima di me. La prima volta che ne parlammo prese l’argomento lui, con discrezione. Una quindicina di anni fa, avendo capito che cominciavo ad aver problemi, mi fece: “Vincenzino, tu come vedi?”. E io: “A sinistra per niente, a destra mi arrangio. Certi giorni c’è penombra, certi altri luce piena”.

 

Così, le volte successive che ci incontravamo, la domanda era sempre la stessa: “Vincenzino, com’è oggi? Penombra o luce piena?”. Una volta, quando le cose per lui erano irrimediabilmente peggiorate e per me quasi, gli chiesi se poteva esistere una specie di arte del non vedere». 

 

E lui? 

VINCENZO MOLLICA CON PAOLO ZACCAGNINI - CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO

«Mi rispose con la lezione che mi accompagna ancora oggi, tutti i giorni: “Sentirai i sapori e i profumi come non li hai mai sentiti. E, soprattutto, i sogni e i ricordi avranno un colore che così chiaro e limpido con la vista non lo puoi vedere”. Aveva ragione». 

 

L’ultimo incontro. 

«In questa biblioteca dove si preparavano Le conversazioni su Tiresia , l’indovino cieco. Un personaggio a cui sarei rimasto legato anche perché Sergio Staino, che aveva perso la vista anche lui, aveva accarezzato l’idea di far esibire al Club Tenco un terzetto battezzato Tiresia boys e composto da lui, me e Francesco Guccini, tutti con problemi agli occhi, che avrebbe dovuto interpretare un’unica canzone, Il pinguino innamorato  

 

La penombra non c’era più, ormai era buio sia per lui che per me. Avendo sentito che ero arrivato, Camilleri urlò verso di me: “Vincenzino, vieni che ti voglio abbracciare!”. E io, che stavo a pochi passi: “Sempre se ci incontriamo, Andrea…”. La sua assistente ci mise l’uno di fronte all’altro. E se non risultasse troppo sarcastico, potrei dire che fu l’ultima volta che lo vidi». 

 

 

vincenzo mollica

Vincenzo Mollica è stato per quasi mezzo secolo l’uomo dei sogni dei telespettatori del Tg1: ha raccontato il cinema, la musica, la letteratura, i fumetti e intervistato tutti i loro miti. A quattro mani con Bruno Luverà («L’idea è stata sua, siamo gli unici che al Tg1 hanno intervistato Andrea per vent’anni»), ha scritto Amo le triglie di scoglio , sottotitolo Andrea Camilleri si racconta , in uscita per Rai Libri. Nella sua vita ha trascorso tre mesi a Formigine, in provincia di Modena, dov’è nato; quindi l’infanzia in Canada, la giovinezza in Calabria, gli anni dell’università a Milano e poi è arrivato a Roma. 

 

Quali sono i ricordi che adesso vede coi colori più limpidi? 

«Forse gli anni di Toronto, quelli dell’infanzia. Poi la mia famiglia fece il contrario di quello che fanno tutti gli altri meridionali: il nostro ultimo viaggio di sola andata fu dal Canada alla Calabria, non viceversa». 

 

Come mai? 

«Soffrivo di problemi reumatici, un medico disse ai miei genitori che non potevo più vivere al freddo. Ce ne andammo a Motticella, frazione di Bruzzano Zeffirio, provincia di Reggio Calabria: il paese di origine di mio papà, al caldo». 

vincenzo mollica

 

L’infanzia? 

«Tranquilla, felice. Bellissimi gli anni del liceo classico Ivo Oliveti di Locri, che iniziò a tirar fuori le mie passioni. Ma il posto che mi ha cambiato la vita è stato Milano, gli anni alla facoltà di Legge della Cattolica, il collegio Agostinianum: lì ho conosciuto Rosemarie, che dopo cinquant’anni di matrimonio è ancora al mio fianco; lì ho vissuto mangiando a mensa panino e budino; sempre lì ho visto i primi concerti di Guccini e De Gregori, i film di Fellini al cineforum. Milano mi ha dato la possibilità di conoscere Borges e persino di fregare sotto il naso un libro a Leonardo Sciascia». 

 

In che senso? 

«Usciti da una mostra, sia io che Sciascia ci fiondammo sull’unica copia di un libro di fumetti di Al Capp. “Lo prendo io”, “veramente lo stavo prendendo io”, finì che Sciascia rinunciò: “Prendilo tu che sei più ragazzino”. A Milano nasce anche la mia grande passione per la Rai: con Rosemarie andavamo ad applaudire a gettone alle trasmissioni che facevano dagli studi di corso Sempione». 

 

Cioè stavate nel pubblico dei figuranti pagati? 

«Esattamente. All’epoca le figure più ricercate erano i giovani». 

 

Come entrò in Rai? 

«Su segnalazione di Nuccio Fava. Feci un provino con lui e col direttore del Tg1 Emilio Rossi». 

fiorello mollica

 

(...)

Chi c’era con lei? 

«Enrico Mentana. Io venni assunto il 25 febbraio del 1980, lui il 27. Enrico sognava di entrare nella redazione politica, io in quella degli spettacoli; ci mandarono tutti e due agli esteri». 

 

Il suo primo servizio? 

«Un’intervista al Dalai Lama. Tornai in redazione convinto di aver fatto un mezzo scoop; finì che mandarono solo due battute nell’edizione della notte». 

 

Com’era il Tg1 dell’epoca? 

fiorello vincenzo mollica festa viva rai 2

«Come andare al luna park. Pensi un ragazzo di nemmeno trent’anni a lavorare in un posto dove c’erano Vittorio Orefice e Bruno Vespa, Paolo Valenti e Tito Stagno, il mitico Lello Bersani e Vittorio Citterich. Ci sarei rimasto fino alla pensione, sotto ventisette direttori: da Emilio Rossi a Giuseppe Carboni». 

 

È andato d’accordo con tutti? 

«Sarebbe stato impensabile andare d’accordo con tutti e 27. Però una cosa la devo dire: ho sempre proposto i miei servizi e le mie idee con educazione, umiltà e rispetto». 

 

L’avranno ripagata con la stessa moneta tutti. O no? 

«Non proprio. Quando non ho avuto indietro lo stesso rispetto che ho dimostrato, col massimo dell’educazione e dell’umiltà ho bussato alla porta del direttore, l’ho richiusa alle mie spalle e l’ho mandato a fare in culo». 

VINCENZO MOLLICA

 

Ci faccia un nome. Solo un nome. 

«Non glielo faccio solo per un motivo: ho deciso che questa esperienza di essere mandato a fare in culo dal sottoscritto debba essere un ricordo esclusivo di chi ha avuto il privilegio di farla. Se facessi i nomi non sarebbe più così». 

 

È mai stato sfiorato dall’idea di passare alla concorrenza? 

«Una volta, quando Mentana fondò il Tg5 e mi chiese di seguirlo. A un certo punto, mentre ero quasi sul punto di accettare, mi consultai con due persone che avevano a cuore la vecchia idea di servizio pubblico: Federico Fellini e Renzo Arbore. Dopo aver parlato con loro e con mia moglie Rosemarie decisi di rimanere dov’ero. In fondo, già mi facevano fare le cose strampalate che suggerivo».

CLEMENTE MIMUN VINCENZO MOLLICA MONICA MAGGIONI

 

Tipo?

«Un giorno ero andato da Emilio Rossi proponendo un servizio su Pippo. “Pippo chi, Baudo?”, mi chiese lui. No, risposi, Pippo l’amico di Topolino, un grande esempio di filosofo contemporaneo».

 

La feriva la critica di chi segnalava che Mollica non faceva mai stroncature ma solo cose amichevoli?

«No, perché aveva una sua ragione d’essere. Io però sono fatto in un altro modo: o parlo e racconto le mie passioni; o non parlo e non racconto. Io so lavorare in un solo modo e con tre cose: passione, curiosità, fatica. Senza le prime due, non scatta la terza».

 

Le interviste del cuore.

«Fellini era uno che lo incontravi la mattina e tornavi a casa migliore la sera. E poi Mastroianni, Benigni, Celentano, Paolo Conte, Enzo Biagi, Fiorello. Rosario è talmente geniale che una figura come la sua non ce l’hanno neanche negli Usa. Le sue imitazioni non sono imitazioni, semmai ritratti teatrali. Non a caso Camilleri gli voleva bene».

 

A proposito di futuro, è vero che ha pronto l’epitaffio per la sua tomba?

vincenzo mollica

«Uno celebra Vincenzo Paperica, il cronista che Andrea Pazienza e Giorgio Cavazzano inventarono per Topolino: “Qui giace Vincenzo Paperica, che tra gli umani fu Mollica”. Da quando non vedo più me n’è venuto un altro buono: “Omero non fui per poesia. Ma per mancanza di diottria”. Se però, in un futuro spero lontano, si volesse risparmiare sui caratteri della lapide, basterebbe anche, semplicemente: “Mollica, fu uomo di fatica”». 

topolino omaggio a vincenzo mollica

 

vincenzo mollica 6vincenzo mollica 5MOLLICA CAMILLERI

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)