udo kier

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – CI HA LASCIATO A 81 ANNI IL MITICO UDO KIER. BELLO, FASCINOSO, UN ANGELO DI FRONTE AL QUALE ERA IMPOSSIBILE RIMANERE INDIFFERENTI, DICHIARATAMENTE GAY E ACCOMPAGNATO DA INCREDIBILI STORIE DI SET, CON OCCHI AZZURRI PENETRANTI CHE ABBIAMO INCONTRATO IN QUALCOSA COME 280 FILM, COMPRESE SERIE E FILM PER LA TV - E’ STATO DRACULA, FRANKENSTEIN, IL DOTTOR JEKYLL, JACK THE RIPPER, HITLER E OGNI GENERE DI NAZISTA E FIGLIO DI MIGNOTTA E DEPRAVATO SI POSSA IMMAGINARE - INSOMMA ABBIAMO PERSO UN MONUMENTO, L’ATTORE PIÙ DI CULTO DEL DOPOGUERRA, SUPERATO SOLO DALLA STELLA DEL PIÙ PAZZO (E SICURAMENTE PIÙ CATTIVO) KLAUS KINSKI… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

udo kier 3

 

E’ stato Dracula, Frankenstein, il dottor Jekyll, Jack The Ripper, Hitler e ogni genere di nazista e figlio di mignotta e depravato si possa immaginare, ha interpretato cardinali, papi, anche personaggi italiani (vedo anche il ruolo di Roberto Agostino in un film tv…), attore e amante, a 18 anni, di Rainer Werner Fassbinder, attore preferito, anche padrino della figlia, di Lars Von Trier, che lo ha voluto per tutti o quasi i suoi film, dai primissimi “Europa” e “Epidemic” a “Nymphomaniac”,

 

ma adorato anche dai registi più geniali e pazzi del mondo del cinema, Walerian Borowczyk, Dario Argento, che lo ha voluto per “Suspiria” e “La terza madre”, Paul Morrissey e Andy Warhol, per i quali è stato Dracula e Frankenstein in 3D, Werner Herzog, anche se ai tempi d’oro “un attore di Fassbinder non poteva lavorare con Herzog o con Wenders”, Gus Von Sant, che lo ha sistemato subito a letto con River Phoenix e Keanu Reeves giovanissimi e nudi in “Belli e dannati”, il film che gli aprì le porte del cinema americano per sempre.

udo kier in dracula cerca sangue di vergine e... mori' di sete!!!

 

Ci ha lasciato in una clinica di Palm Springs, a 81 anni, il mitico Udo Kier. Bello, fascinoso, un angelo di fronte al quale era impossibile rimanere indifferenti, dichiaratamente gay e accompagnati da incredibili storie di set, con occhi azzurri penetranti che abbiamo incontrato in qualcosa come 280 film, comprese serie e film per la tv, e scendono a 220 se conti solo i film. “100 non sono buoni, 50 okay, 50 molto buoni”.

 

Ha recitato con miti come Delphine Seyrig, in “Quel desiderio di te” di Robert Van Ackeren, Madonna, in un video (“Deeper and Deeper”), con Pamela Anderson in “Barb Wire”. Rob Zombie lo ha voluto come Franz Hess a capo delle “Werewolf Women of the SS” in “Grindhouse”. Una carriera che parte nei primi anni ’60, è addirittura protagonista con Laura Belli dell’erotico perverso “La stagione dei sensi” di Massimo Franciosa, e finisce con un ruolo di buono in “O Agente secreto” di Kleber Mendonça Filho, candidato all’Oscar per il Brasile, e attraversa ogni paese e ogni cinematografia.

udo kier in swan song

Insomma abbiamo perso un monumento, l’attore più di culto del Dopoguerra, superato solo dalla stella del più pazzo (e sicuramente più cattivo) Klaus Kinski. Nato a Colonia nel 1940 come Udo Kierste e salvato per puro caso assieme alla mamma, Thekla, scavando sotto le macerie di una casa bombardata, a 18 anni nel 1962 scopre che la Germania gli sta stretta e si trasferisce a Londra in cerca di fortuna. Fa presto il suo ingresso nel cinema.

 

 Lo troviamo assieme a Melissa Stribling nel corto di Michael Sarne, il regista di “Myra Breckinridge”, “Road to Saint Tropez” nel 1966. Parlando più lingue recita in ogni parte d’Europa. Lo troviamo nell’ignoto sex crime “Schlamos” di Eddy Saller e nell’erotico perverso italiano “La stagione dei sensi” di Massimo Franciosa, ma scritto da Dario Argento con Barbara Alberti e Amedeo Pagani, dove recita con Laura Belli.

 

udo kier in iron sky la battaglia continua 1

Entra nel mondo dell’horror, che lo accompagnerà tutta la vita, con “La tortura delle vergini” di Michael Armstrong, con Herbert Lom e Reggie Nalder, il futuro vampiro di “Salem’s Lost”. Ma gira di tutto. Due film in Grecia di erotismo perverso, “Proklisis” e “Oi erotomantis” diretti da Omiros Efstratiadis, il più ricco spionistico americano “Scacchiera di spie” di Lee H. Katzin con Barry Newman e Klaus Maria Brandauer.

 

Diventa protagonista rispettivamente come Frankenstein e come Dracula dei due horror ideati da Andy Warhol e girati da Paul Morrissey in Italia con la produzione di Carlo Ponti, “Flesh for Frankenstein” e “Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete”. Sono questi due film a dargli davvero un lancio internazionale. Ma seguita a girare di tutto, “Pan” di George Moorse con Louis Waldon, un attore della Factory di Warhol, Due film con Robert Van Ackeren, regista sperimentale tedesco, “Quel desiderio di te” e “Belcanto”.

udo kier 14

Si butta sull’erotico con “Histoire d’O” di Just Jaeckin con Corinne Cléry e sull’horror con “La casa sulla collina di paglia” di James Kenelm Clarke. Passa dal folle erotico “Spermula” di Charles Matton con Dayle Haddon e “L’alba dei falsi dei” di Duccio Tessari ai film dei maestri del nuovo cinema tedesco. Come Werner Schroter, “Goldflochen”, e, soprattutto, Rainer Werner Fassbinder in “La moglie del capostazione” “La terza generazione” e “Berlin Alexanderplatz”. Dario Argento lo vuole per “Suspiria” e lo richiamerà per “La terza madre”.

 

Contemporaneamente lavora da protagonista per il cinema violento e erotico di Walerian Borowycz, “Lulù”, dove è Jack the Ripper e “Nel profondo del delirio”, dove è il dottor Jekyll. E lo scopre Lars Von Trier alla fine degli anni ’80, con “Epidemic” e Europa” per non mollarlo più. Tornerà in tutti o quasi i suoi film, in “Le onde del destino”, “Dancer in the Dark”, “The Kingdom”, “Melancholia”, “Nymphomaniac”, diventando uno dei grandi volti del cinema nordico. Ma è Gus Van Sant a aprirgli le porte di Hollywood con “Belli e dannati” (“My Private Idaho”), che gli chiede di infilarsi a letto con Keanu Reeves e River Phoenix.

udo kier 6

 

Lì per lì non sa se accettare. Poi glielo spiegano gli amici tedeschi che i due sono i ragazzi più belli del momento e è per lui un’occasione meravigliosa.  Lo ritroveremo in “Cowgirl – Il nuovo sesso” nel cinema di Gus Van Sant. Grazie all’ingresso trionfale a Hollywood lo troviamo in film di maggior respiro commerciale, in “Ace Ventura” con Jim Carrey, in “Johnny Mnemonic” dell’artista Robert Longo, in “Blade” di Stephen Norrington, in “Armageddon” di Michael Bay.

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In “L’ombra del vampiro”, il regista E. Elias Merhigi gli offre il ruolo del produttore di “Nosferatu”, Albin Grau, mentre il ruolo di Murnau va a John Malkovich e quello di Max Schreck, il vampiro, va a Willem Dafoe. Anche se poi diventerà amico di Willem Dafoe, avrebbe voluto recitare lui il ruolo di Nosferatu. Werner Herzog, che conosce dai tempi di Fassbinder, lo chiama per due film, “Invincibile” e il bellissimo “My Son, My Son, What Have ye Done” con Michael Shannon prodotto da David Lynch.

 

Le sue apparizioni si moltiplicano negli ultimi vent’anni in film, non sempre buoni, ma dove Udo ha sempre il suo momento, da “Halloween” di Rob Zombie, a “Iron Sky” di Tito Vuorinsola, da due comparsate nel cinema splatter di S. Craig Zahler, “Cell Block 99” e “Dragged Across Concrete”, a un ruolo di contadino sardo in “Figlia mia” di Laura Bispuri, dove non capiamo come sia arrivato. In Brasile arriva con Kleber Mendonça, che lo vuole sia in “Bacurau” sia nel recentissimo “O agente secreto”. Da anni viveva con un artista americano, Delbert McBride, che è stato ilò suo compagno fino alla fine. 

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