raffaele fitto giorgia meloni paolo gentiloni

ADDIO PNRR! – IL GOVERNO VUOLE PRENDERE ALTRO TEMPO E NON PRESENTARE LE MODIFICHE AL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA ENTRO IL 30 APRILE. TECNICAMENTE, PUÒ FARLO, MA IN QUESTO MODO, IL VIA LIBERA (NON SCONTATO) AI PROGETTI ARRIVEREBBE A FINE NOVEMBRE. E L’ITALIA AVREBBE SOLO UN MESE PER IMPIEGARE LE RISORSE RESIDUE. MA IN TAL CASO LO STATO RISCHIA DI PERDERE IL 30% DELLA DOTAZIONE (ANCHE DI PIÙ, CONSIDERANDO LE LENTEZZE BUROCRATICHE DEL NOSTRO PAESE...)

PNRR - LO STATO DI AVANZAMENTO DELLA ROADMAP

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

 

Nonostante le richieste della Commissione europea, ribadite anche ieri da Paolo Gentiloni, il governo non presenterà il nuovo Pnrr con il capitolo di RePowerEu entro la fine di aprile. Con ogni probabilità bisognerà attendere fino all'estate. La conferma, indiretta, è arrivata ieri dalla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Matilde Siracusano: rispondendo a un'interpellanza urgente del Pd, l'esponente di Forza Italia ha sottolineato che il termine del 30 aprile «non è perentorio» e che l'unica scadenza «da osservare» è quella del 31 agosto.

 

giorgia meloni con paolo gentiloni

Da un punto di vista prettamente giuridico, l'interpretazione del governo è corretta perché il regolamento dice effettivamente che gli Stati «sono incoraggiati» a presentare i capitoli di RePowerEu «preferibilmente» entro la fine di aprile. Non si tratta dunque di un obbligo legale. Ma per Bruxelles il tempo stringe. E lo spettro di un ulteriore ritardo preoccupa la Commissione europea perché l'Italia rischia di non riuscire a impegnare tutte le risorse del piano che – secondo il regolamento – vanno stanziate entro la fine del 2023 (e poi materialmente spese entro il 31 agosto del 2026).

 

raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni

[…]. Una volta presentate le modifiche, la Commissione avrà bisogno di due mesi per dare una valutazione, dopodiché il Consiglio avrà a disposizione un altro mese per approvarle. Nel caso in cui l'Italia inviasse il suo piano a fine agosto, il via libera arriverebbe quindi a fine novembre. E a quel punto il governo avrebbe soltanto un mese per impiegare le risorse residue.

 

«In tal caso – si legge nelle linee-guida – lo Stato corre il rischio di perdere il 30% della sua dotazione di sovvenzioni». […] La richiesta esplicita è quindi di presentare tutte le modifiche allo stesso momento, cosa che il governo italiano probabilmente farà, anche perché l'intenzione è di spostare sulle politiche di coesione i progetti del Pnrr che non potranno essere completati entro il 2026 e utilizzare le risorse che verranno liberate per finanziare gli interventi del RePowerEu. Ma è ormai scontato che il nuovo piano non sarà pronto entro il 30 aprile. E più passa il tempo, più crescono i timori.

 

I FONDI STRUTTURALI EUROPEI 2014-2020

I tecnici della Commissione hanno già sollevato informalmente l'allarme: «Avanti di questo passo, l'Italia rischia di non farcela». […] E le dichiarazioni di ieri di Paolo Gentiloni lasciano poco spazio alle interpretazioni: parlando con i giornalisti italiani a Washington, il commissario all'Economia ha confermato che «è possibile rivedere alcuni progetti di questo piano», ma «è fondamentale che eventuali proposte di aggiornamento o modifiche di correlazione tra Pnrr e fondi di coesione arrivino, in modo da consentire ai miei uffici e ai servizi della Commissione di valutarle».

 

Detto ancor più esplicitamente: «Per fare le modifiche bisogna che arrivino le richieste e che ci si metta un po' intorno al tavolo a lavorarci sopra». Cosa che al momento non è avvenuta. Ma non bisognerebbe attendere oltre perché, ha insistito Gentiloni, «prima si riesce a mettersi al lavoro sulle modifiche e meglio è».  […]

raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni 1RAFFAELE FITTO E PAOLO GENTILONI

 

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...