montante alfano letta carrai

ADINOLFI E GAGLIOFFI - ANCHE ALFANO AVEVA UN BUON RAPPORTO CON IL GENERALE “RENZIANO” - LO SI CAPISCE DA UNA TELEFONATA TRA I DUE, IN CUI ANGELINO, DANDO DEL TU, SI CONGRATULA PER LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE PER ADINOLFI SULLA FUGA DI NOTIZIE NELL’INCHIESTA P4

Vincenzo Iurillo e Marco Lillo per il “Fatto quotidiano”

 

RENZI ALFANORENZI ALFANO

Non solo Matteo Renzi. C’è un altro sponsor del potente generale Michele Adinolfi nella corsa fallita del 2014 a comandante generale: Angelino Alfano. I carabinieri del Noe guidati dal colonnello Sergio De Caprio danno questa interpretazione alle telefonate tra il ministro dell’Interno, il generale e il presidente degli industriali siciliani Antonello Montante, delegato per la legalità per Confindustria e poi inciampato in un’inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa.

 

Michele AdinolfiMichele Adinolfi

Nell’informativa del Noe (depositata senza omissis nell’inchiesta Cpl e pubblicata ieri dal Fatto) si riporta il sunto di una telefonata Montante- Alfano-Adinolfi. Il 29 gennaio 2014 il comandante della Guardia di Finanza Saverio Capolupo è stato già prorogato dal morituro governo Letta fino a maggio del 2016. Renzi “vede” il governo e Adinolfi aspira ancora alla nomina, secondo il Noe, o forse più verosimilmente punta su Alfano per passare ai vertici dei servizi segreti.

 

In questo quadro si inserisce la telefonata con l’imprenditore amico di Alfano. Scrive il Noe: “Antonello (Montante, ndr) passa la comunicazione al ministro Alfano”. Un mese prima era uscita la notizia della richiesta di archiviazione per Adinolfi a Napoli per la fuga di notizia sull’inchiesta P4. “Alfano si congratula con Adinolfi per la sua conclusione in bene di un ingiustizia della vicenda per cui lui dice di aver ‘gioito’. Adinolfi – prosegue il Noe – ringrazia e riferisce che adesso è arrivato ad una decisione”.

michele adinolfimichele adinolfi

 

Adinolfi non la spiega. “Alfano riferisce che può passarlo a trovare cosi parlerà con calma della situazione e chiede se ha il suo numero. Adinolfi dice che se lo farà dare da Antonello (Montante). Adinolfi a conclusione della telefonata ringrazia e durante la conversazione si danno del tu”.

 

MICHELE ADINOLFI MICHELE ADINOLFI

Il 5 febbraio Michele Adinolfi incontra Montante e il giorno dopo l’imprenditore racconta che un tal ‘Michele’ gli ha parlato di un nesso tra la proroga inattesa e le presunte carte su Giulio Napolitano, figlio del presidente Giorgio. Il 5 febbraio 2014, secondo il Noe, Adinolfi dice: "l'ex Capo della Polizia ... Gianni De Gennaro e Letta (forse Gianni, non Enrico come scritto ieri per un refuso redazionale, ndr) ce l’hanno per le palle, pur sapendo qualche cosa di Giulio (Napolitano, Ndr)”. Il 6 febbraio del 2014, alle 14 il NOE intercetta la voce di Montante che dice: “sa perchè è stato prorogato (...) chissà perché, ... figlio di puttana ha beccato ha in mano tutto del figlio di Napolitano. Tutto. Me lo ha detto Michele”.

 

MONTANTE ALFANO LETTA CARRAIMONTANTE ALFANO LETTA CARRAI

Lo stesso giorno Adinolfi chiama Antonello Montante e, scrive il Noe, “la conversazione tocca due argomenti, il primo d'interesse al Generale e il secondo che riguarda, invece un incontro a Firenze sollecitato da Antonello (Montante Ndr).

 

Infatti Adinolfi chiede ad Antonello se Alfano Angelino gli ha riferito qualcosa”. Montante gli dice di non avere fatto granché anche perché il ministro partiva e Adinolfi, risponde seccato: “ma lui ti ha detto che ci prova la settimana prossima? Perché sennò ci fottono, hai capito?”.

 

Il NOE commenta: “il riferimento alla vicenda della nomina a Comandante Generale appare esplicito ”. A questo punto però è Montante a chiedere qualcosa al Generale: “Adinolfi dovrebbe organizzare a Firenze per il suo interlocutore un incontro con Carrai Marco, braccio destro di Renzi”. Il 25 febbraio del 2014 infatti Adinolfi chiama Marco Carrai, imprenditore rampante, amico ed ex collaboratore di Renzi.

ANTONELLO MONTANTE 3ANTONELLO MONTANTE 3

 

Carrai ha ospitato nella sua casa (presa in affitto) a Firenze il sindaco che aveva anche preso la residenza in quell’appartamento per anni. Su questa storia sono stati presentati in Procura vari esposti contro Renzi e Carrai da un dipendente comunale, Alessandro Maiorano, assistito da Carlo Taormina.

 

Su quella casa la Guardia di Finanza, a livello interregionale guidata da Adinolfi, ha anche svolto indagini pochi mesi dopo che Adinolfi si era costruito secondo il NOE “un canale preferenziale con Matteo Renzi, Luca Lotti e soprattutto con Marco Carrai”.

 

In una sola telefonata con Carrai, il 25 febbraio 2014, il generale organizza due incontri a pranzo per lui: il primo con Montante il 28 febbraio e il secondo con tale ‘Caselli’ per il 6 marzo 2014. Una settimana dopo, il 13 marzo, esce su Libero la notizia della casa di Carrai e Renzi.

 

MARCO CARRAIMARCO CARRAI

Renzi in quei giorni si affaccia alla ribalta nazionale e apprezza i contatti con la Confindustria, la Finanza e i cosiddetti poteri forti. “Nelle conversazioni del 21 e 23 febbraio Antonello Montante dice ad Adinolfi di avere ricevuto proposte per un incarico nel Governo Renzi che però lui avrebbe rifiutato”, annota il NOE.

 

Il 21 febbraio 2014 il presidente incaricato Renzi sta scegliendo la lista dei ministri da portare nel pomeriggio a Napolitano. Montante chiama Adinolfi per suggerire il nome di un rappresentante di Confindustria all’ultimo minuto.

 

Dalle intercettazioni sembra quasi che Adinolfi sia in una stanza vicina a quella nella quale Renzi si trova mentre stila la lista. Montante riferisce ad Adinolfi che “sono giorni che Renzi e Del Rio lo stanno pressando per un eventuale posto nel nuovo esecutivo Renzi. In particolare a lui alla Panucci e a Lo Bello (Ivan, vice presidente di Confindustria)”. Poi Montante dice a Adinolfi “che se vogliono una donna può essere fatta il nome di Linda Vancheri (Confindustria Sicilia Ndr).

RENZI CARRAIRENZI CARRAI

 

Montante - prosegue il NOE - chiede se si può riferire a Renzi della decisione, ma Adinolfi risponde che al momento (Renzi) è dentro. Antonello (Montante) riferisce che contatterà Del Rio”. Poi due giorni dopo Adinolfi spiega a Montante: “non esiste che io in quel momento andavo a chiamare”e Montante si giustifica così: “eravamo tutti lì con Del Rio perché erano gli ultimi minuti per lo sviluppo economico”.

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