
AIUTO, SI È AMMOSCIATO IL PNRR! – CARLO COTTARELLI SMONTA I PROCLAMI DEL GOVERNO SUL RECOVERY: “IL PNRR HA FUNZIONATO NEL SOSTENERE LA RIPRESA NEI PRIMI DUE ANNI, MA È MANCATO È L'ASPETTO DELLA RESILIENZA, TANT'E' CHE ADESSO IL PIL DELL’ITALIA È TORNATO ALLO ZERO VIRGOLA, LA NOSTRA CRESCITA DI SEMPRE. COLPA DI RIFORME NON SEMPRE CENTRATE E BEN SCRITTE E DI PROGETTI SELEZIONATI PER RAGIONI POLITICHE” – PER “MR SPENDING REVIEW” I RITARDI NELLA MESSA A TERRA SONO ORMAI INCOLMABILI: “C'E' IL RISCHIO CHE NON ARRIVI L'ULTIMA RATA, QUELLA DEL GIUGNO 2026, CHE VALE 28 MILIARDI. CON LE PRECEDENTI REVISIONI DEL PIANO SIAMO STATI MOLTO FURBI MA…”
carlo cottarelli foto di bacco (1)
(Agenzia_Nova) - "Il Pnrr? Dubito che ci possa essere una proroga", sostiene in una intervista alla "Stampa" l'economista Carlo Cottarelli. Che a un anno dalla scadenza del Piano fa il punto della situazione: "Il Pnrr – spiega in questa intervista - ha funzionato nel sostenere la ripresa nei primi due anni, quello che e' mancato e' l'aspetto della resilienza, tant'e' che adesso siamo tornati allo zero virgola, la nostra crescita di sempre".
Colpa di riforme "non sempre centrate e ben scritte" e progetti, a partire da quelli degli enti locali, "selezionati essenzialmente per ragioni politiche".
Il Piano avanza ancora in ritardo, tant'e' che, unici in Europa, stiamo ipotizzando addirittura una quinta revisione: "Chiariamo innanzitutto una cosa: il Pnrr e' nato come Piano nazionale di ripresa e di resilienza e credo che tra i soldi che sono arrivati e l'effetto di fiducia legato al fatto che finalmente l'Europa si muoveva insieme di fronte all'emergenza del 2020 e del 2021, assieme ai fondi che sono arrivati alla Banca centrale europea, il Pnrr abbia certamente aiutato la ripresa.
Questo non dobbiamo dimenticarcelo, altrimenti vediamo tutto in negativo, mentre l'Italia in quel periodo e' cresciuta piu' del resto dell'Europa".
giorgia meloni tommaso foti - foto lapresse
La ripresa quindi c'e' stata, e la resilienza "certamente e' mancata. Perche' si puntava ad aumentare il tasso di crescita medio del Paese in modo tale che in presenza di un altro choc non ci sarebbe stato bisogno di richiedere di nuovo il sostegno dell'Unione europea e questa seconda parte del Piano in Italia pero' non ha funzionato. Dopo quattro anni, infatti, siamo sempre allo zero virgola. E' vero - continua - che negli ultimi due anni siamo cresciuti con la media europea, ma solo perche' questa media e' stata abbassata dalla crisi della Germania, non perche' noi abbiamo accelerato. Adesso siamo allo 0,7 per cento, piu' o meno sui livelli attorno all'1 per cento che l'Italia ha registrato in passato anche in assenza di shock macroeconomici".
Pnrr Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
E se non si riesce a recuperare terreno "c'e' il rischio che non arrivi l'ultima rata, quella del giugno 2026, che vale 28 miliardi. Ma con le precedenti revisioni del piano siamo stati molto furbi perche' per quella data dovremo completare opere per 70 miliardi, mentre se non le completiamo ne perdiamo appunto solo 28. In pratica, la Ue ci ha dato soldi per opere che potremmo anche non terminare".
Potrebbe essere un sacrificio accettabile perdere l'ultima rata: "In termini finanziari si', perche' con l'attuale livello dei tassi di interesse non ci sarebbe una grossa differenza attingendo ad altri fondi per poi completare le opere con piu' tempo a disposizione. Perdere questi 28 miliardi non sarebbe un disastro di proporzioni bibliche, ma sarebbe meglio se non accadesse".
CHIAGNI E FOTI - MEME BY EMILIANO CARLI
Per quanto riguarda gli investimenti, c'e' anche un problema della loro qualita': "Sono state messe assieme tante cose e si e' dovuto tener conto anche di vincoli politici. Ad esempio, nessuno ha mai spiegato perche' e' stata data priorita' all'alta velocita' della Salerno-Reggio Calabria piuttosto che, sempre per restare al Sud, a quella tra Ancona e Bari.
Perche' una si' e l'altra no? Poi sono stati adottati tanti progetti per rispondere alle pressioni politiche degli enti locali: nel Pnrr - osserva infine l'economista - sono stati inseriti una marea di microprogetti per rendere le citta' piu' vivibili, progetti che vanno anche bene per quello scopo ma che pero' non aumentano la capacita' potenziale di crescita dell'economia italiana. E poi ci sono stati errori di disegno, quello piu' evidente riguarda Transizione 5.0" conclude Cottarelli.