megan mullally donald trump karen will grace

AMERICA FATTA A MAGLIE - MURO CONTRO MURO E OPZIONE NUCLEARE: TRUMP NON RINUNCIA AL MURO COL MESSICO ED È PRONTO A MANDARE IL SISTEMA FEDERAL IN SHOTDOWN. ALLA CAMERA LA NUOVA COMPOSIZIONE FRUTTO DELLE ELEZIONI DI MIDTERM, E IN CUI I DEMOCRATICI HANNO LA MAGGIORANZA, SI INSEDIA SOLTANTO A FINE GENNAIO - LA PETIZIONE PER IL MURO RACCOGLIE 9 MILIONI IN 4 GIORNI. E TRUMP TWITTA LA SUA PERFORMANCE AGLI EMMY DI

VIDEO - TRUMP TWITTA LA SUA PERFORMANCE AGLI EMMY 2006 CON MEGAN MULLALLY, LA KAREN DI ''WILL & GRACE'' CHE VOTA REPUBBLICANO ED È GRANDE AMICA DI DONALD. I DUE CANTAVANO LA SIGLA DI ''GREEN ACRES'' E LUI L'HA RITIRATA FUORI DA YOUTUBE PER CELEBRARE IL PASSAGGIO DEL FARM BILL, LA LEGGE SULL'AGRICOLTURA

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Muro contro muro Tutti a dire che Donald Trump al muro col Messico aveva rinunciato, che si era calato le braghe pur di non arrivare allo shutdown, cioè a qualcosa di simile a quello che noi chiamiamo esercizio provvisorio.

 

TRUMP - UN MURO PER IL MESSICO

 Invece siamo addirittura alla Nuclear Option, ovvero alla possibilità al Senato di aggirare l'ostruzionismo imponendo un voto con maggioranza semplice anziché qualificata, oppure a uno shutdown che nelle parole del presidente, potrebbe durare molto a lungo, ed è più una minaccia che una promessa. Insomma, Trump punta tutto sul Muro, naturalmente lo può fare perché il partito Repubblicano è stato totalmente  alla Camera dalla sua parte, e perché alla Camera si sono giocati il fatto che la nuova composizione frutto delle elezioni di midterm, e in cui i democratici hanno la maggioranza, si insedia soltanto a fine gennaio.

 

 

Lo shutdown scatta a mezzanotte, e rivolgendosi direttamente al capogruppo al Senato, Trump twitta: “Mitch, use the Nuclear Option and get it done! Our Country is counting on you!”’. Mitch, usa l'opzione nucleare e porta a casa il risultato Il Paese conta su di te. Se O’ Connel nelle prossime ore ascolterà il presidente, farà in modo che bastino 51 voti e non i previsti 60.

 

In ballo ci sono circa 5 miliardi e 700 milioni di dollari per il muro di confine che fa parte della misura complessiva di Fondi al governo e che a sorpresa ma neanche tanto la Camera ha già approvato, con 217 voti contro 185 contrar,i raccolti all'ultimo momento tra i repubblicani che erano invece convinti che il presidente avesse abbandonato il progetto controverso.

donald trump muro con il messico 4

 

Ora l'ulteriore richiesta al Senato, che non è facile da digerire per i senatori repubblicani, i quali sono contrari a fare uso della Nuclear Option abbandonando le sacre regole che vogliono che ci sia una maggioranza qualificata, ovvero 60 voti. La Nuclear Option è stata già usata  per le nomine di due giudici della Corte Suprema, ma questo viene visto come un caso diverso, si tratta del bilancio.

 

 L'unico che sembra infischiarsene e’ proprio Donald Trump che delle sacre regole fa volentieri a meno quando può, e che ha ribadito dopo il tweet per bocca dii Sarah Sanders, il portavoce, che quella della Nuclear Option e’ la richiesta ufficiale della Casa Bianca.

 

Una richiesta che non è arrivata per caso, se è vero come è vero che il presidente aveva in un primo tempo deciso di rinunciare al progetto almeno per il momento, ma poi ha visto la reazione violenta tra gli elettori conservatori e in buona parte del Paese, soprattutto Nazioni di confine col Messico.

MITCH MCCONNELL PAUL RYAN DONALD TRUMP MIKE PENCE

 

 Siamo sempre là, è l'immigrazione, stupido, l’argomento più controverso degli ultimi tempi, che induce a riflessioni di apertura, tolleranza, solidarietà, accoglienza, soprattutto  tra coloro che non ne soffrono le conseguenze, ma che tra i cittadini di numerose nazioni del mondo, dall'Italia piccola e poco adatta ad accogliere, fino agli Stati Uniti nati dal melting pot, provoca reazioni ferme e di chiusura.

 

Reduce da un incontro, anzi scontro, con i leader democratici, Nancy Pelosi e Chuck Schumer, parole e gesti vivaci ripresi dalle telecamere, Donald Trump oggi sembra disposto a tutto per vedere realizzato il muro al confine con il Messico, e non intende firmare una legge per evitare il parziale shutdown del governo,  finché non avrà certezze sulla sicurezza della frontiera egli Stati Uniti.

 

Dopo la Sanders lo ha ribadito in TV ieri sera anche il consigliere più stretto, Stephan Miller:  il presidente Usa è disposto anche a rischiare la paralisi delle agenzie federali (appunto lo shutdown) se non ci saranno i fondi per costruire il muro al confine.

mitch mcconnell

 

Ieri il Senato ha per sicurezza votato all'unanimità un provvedimento che assicura i fondi alle agenzie federali fino all'8 febbraio. Poi si chiuderebbe tutto, dal parco di Yellowstone  alle agenzie,  agli sceriffi, tutte le attività federali e non statali. Lo fece Bill Clinton in un corpo a corpo con i repubblicani guidati dal mitico Newt Gingrich, e vinse il presidente Democratico, perché dopo qualche giorno di chiusura degli uffici  i repubblicani si resero conto che la gente se la prendeva con loro per le cose che non funzionavano, e tornarono indietro. sulla decisione. Vedremo. Allora Clinton era un presidente di minoranza in Parlamento, non aveva alternative.

 

Oggi Trump ne ha.  Ha incontrato i senatori e si è accorto che sono divisi al loro interno  tra i più preoccupati del rispetto delle regole e quelle che invece pensano all'umore popolare ma anche alla loro rielezione. Il vecchio partito non c'è più, c'è quello di Trump.

 

Dell'umore popolare potrebbero essere espressione le collette come quella di Brian Kolfage, veterano che raccoglie fondi per il Muro. Ha subito l'amputazione di entrambe le gambe e di un braccio in Iraq nel 2004. Kolfage ha creato una petizione su GoFundMe, invitando ogni americano a versare 80 dollari per raccogliere 1 miliardo di dollari e finanziare 'the wall'. Nei primi 4 giorni quasi 200.000 persone hanno contribuito versando circa 9 milioni di dollari. Sulla pagina della petizione campeggiano le ragioni ribadite dal presidente: proteggere gli americani dai criminali, proteggere i soldi dei contribuenti, mettere l'America al primo posto e eliminare la droga dalle strade.

STEPHEN MILLER

 

Kolfage, intervistato dalla Cnn, ha raccontato che l'idea gli è venuta circa un anno fa, per reagire e protestare contro "l'immobilismo dei nostri politici. Ho ricevuto migliaia di email da cittadini che hanno aspettato in fila per diventare cittadini americani e hanno completato il processo in maniera legale. Mi sono estremamente grati. Sto ricevendo donazione da entrambe le parti politiche e il movimento sta crescendo così rapidamente". 

 

Vediamo come va a finire.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO