ANARCHY IN WALL STREET - PENSAVATE CHE I BLACK BLOC FOSSERO ESTINTI? E INVECE NO, SONO VIVI E ABITANO IN MEZZO A QUELLI DI OCCUPY WALL STREET - I MANIFESTANTI VIOLENTI PARTECIPANO AL MOVIMENTO CONTRO LA NATO A CHICAGO CON IL BENEPLACITO DEGLI ORGANIZZATORI: “HANNO LO STESSO DIRITTO DI TUTTI GLI ALTRI AMERICANI ALLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE” - E LORO LA LIBERTÀ LA USANO PER GRIDARE: “COSA VOGLIAMO? POLIZIOTTI MORTI!”…

Paolo Mastrolilli per "la Stampa"

«Io conosco diversi anarchici e Black Bloc, e sono orgoglioso di chiamarli amici. Hanno lo stesso diritto di tutti gli altri americani alla libertà di espressione, che è protetta dal Primo emendamento della costituzione». Andy Thayer non prova nemmeno a nascondere la realtà: gli estremisti hanno infiltrato la protesta di Occupy Wall Street contro la Nato a Chicago, e nessuno ha intenzione di cacciarli. «Alcuni erano invitati, altri sono venuti da soli». Fanno parte del movimento, e continueremo a vederli in azione nel futuro. Come ieri, quando hanno marciato sulla sede della Boeing a Riverside Plaza.

Thayer non è un ragazzino scalmanato, ma un avvocato cinquantenne che lavora per un'organizzazione impegnata nella difesa delle libertà civili. È la persona che ha chiesto e ottenuto il permesso per la manifestazione di domenica, guidandola poi col suo megafono in cima al corteo.

Sa esattamente di cosa sta parlando, e quando gli chiedi se ha paura che i violenti corrompano il carattere pacifico con cui è nata la protesta di Occupy Wall Street, risponde così: «La violenza l'ha provocata la polizia. La nostra manifestazione si è svolta in maniera ordinata e pacifica, con migliaia di persone che hanno marciato per criticare la Nato. A un certo punto gli agenti hanno deciso che la giornata era finita, e ci hanno bloccati. Non c'era alcun motivo di sicurezza nazionale che giustificasse lo sgombero forzato dell'incrocio dove ci hanno fermati, eppure si sono messi a spingere. Alcuni manifestanti hanno risposto che non intendevano muoversi, perché era loro diritto protestare, e allora sono cominciati gli attacchi e i disordini».

La polizia dà una versione diversa: i Black Bloc avevano infiltrato il corteo dal principio, urlando slogan come: «What do we want? Dead cops!», Cosa vogliamo? Poliziotti morti!. Verso le tre del pomeriggio hanno assaltato una panineria, provando a sfondare le vetrine. Da quel momento in poi gli agenti antisommossa li hanno pedinati, fino agli scontri.

Qualunque sia la versione giusta, nessuno mette in dubbio che i Black Bloc sono tornati. O forse non sono mai andati via, da quando fecero la prima apparizione nella battaglia di Seattle, scatenata durante il vertice del Wto nel 1999.

Il problema sta nel carattere aperto di Occupy Wall Street, che ha una leadership diffusa ma non una gerarchia precisa: tutti sono accettati e pochi si permettono di giudicare o dare ordini. Così i Black Bloc hanno libero accesso. Thayer teorizza l'uso della protesta come strumento costante per condizionare la politica: «Le elezioni americane non contano: si vendono e si comprano, e le differenze tra i candidati sono minime. Se la gente vuole cambiare qualcosa, deve scendere in piazza e fare pressione: così ci siamo ritirati dall'Iraq, e ora stiamo andando via dall'Afghanistan. Così bisognerà fare per la disoccupazione, o qualunque altro problema».

Il movimento non è compatto su queste posizioni. Altri come Shen Tong, ex leader della protesta a Piazza Tiananmen esiliato negli Usa, pensano che sia venuto il momento di trasformare la protesta degli indignati in un vero soggetto politico, con raccolta fondi e potenziale partecipazione alle elezioni.

Shen guida il gruppo 99% Solidarity e ha organizzato i bus che hanno portato i manifestanti a Chicago. Molti dei loro ragazzi vestono in nero, fanno addestramento per sapere come difendersi in strada e amano ripetere questo slogan: «We are not violent, except for when we are», non siano violenti, eccetto quando lo siamo. È una battuta, ma anche una realtà: non mettono la violenza in cima alla loro agenda, ma neppure la escludono. Come dice Webber, «sono occupanti. E quando c'è una rivoluzione, qualcuno deve sacrificarsi per aprire la porta dove poi passano gli altri».

In questa logica, tornano utili anche i Black Bloc. Senza di loro la manifestazione di domenica non avrebbe ottenuto la diretta della Cnn e la foto in prima pagina del Washington Post. Tutto questo serve a dimostrare che il movimento esiste, è temibile, e può crescere. Come, e per ottenere che cosa, è tutto ancora da vedere.

 

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