marchini bertolaso

UN ARFIO IN VATICANO - ''AVVENIRE'' RIVELA: L'UNICO SCENARIO CON LA RAGGI SCONFITTA È CONTRO MARCHINI COME CANDIDATO UNICO DEL CENTRODESTRA (SONDAGGIO IPR) - MA IL BANANA NON MOLLA SU BERTOLASO, STORACE PROMETTE GUERRA (''ANDATE AL DIAVOLO'') E LA MELONI GONGOLA SUL TERZO POSTO

ROMA, MANOVRE SU MARCHINI. M5S RISCHIA

Arturo Celletti per ''Avvenire''

 

Un sondaggio rimbalza dalla sede della "Casaleggio e associati", nel cuore di Milano, all'ufficio stampa del gruppo del Movimento Cinque Stelle a Palazzo Madama. I numeri sono chiari: a Roma Virginia Raggi è sopra il 28 per cento, cinque punti avanti al candidato del Pd Roberto Giachetti e nove a Giorgia Meloni sostenuta da Fratelli d'Italia e Lega. Con l'attuale quadro il ballottaggio è scontato e la vittoria finale quasi. La rilevazione è dettagliata. Analizza ogni possibile scenario.

ALFIO MARCHINIALFIO MARCHINI

 

E individua solo un'ipotesi di sconfitta: tutti i candidati del centrodestra dovrebbero tirarsi indietro e sostenere Alfio Marchini. Cerchiamo di capire di più da Antonio Noto, il direttore di Ipr Marketing. Lo interroghiamo con una domanda netta: Virginia Raggi sarà sindaco di Roma? Il sondaggista tira fuori i suoi numeri e conferma il quadro: «Ha solo una possibilità di perdere. Con Marchini sostenuto da tutta l'area di centrodestra. Oggi questa sfida finirebbe 53 a 47».

 

Per ora tutti giocano coperti ma Gaetano Quagliariello, ieri ministro per le riforme e oggi il più ascoltato consigliere di Marchini, spiega una operazione che, giorno dopo giorno, prende forma. «Partiamo da Roma e, se va come deve andare, costruiamo da qui un nuovo centrodestra e sfidiamo un nuovo Ulivo». E Renzi? Quagliariello sorride enigmatico: «Renzi presto sarà fuori dalla scena politica. Il nostro progetto passa dalla sconfitta dell'attuale premier nel suo campo».

BERLUSCONI BERTOLASOBERLUSCONI BERTOLASO

 

L'ex ministro ama ragionare di scenari politici, ma ora c'è Roma, c'è la corsa per il Campidoglio. «Marchini è al 12 per cento, se Berlusconi rinuncia a Bertolaso e porta ü suo attuale 10...». Siete al 22? «No, siamo almeno al 26 perché essere candidato vincente garantisce un valore aggiunto».

 

I Cinque Stelle possono solo aspettare. Anche Marchini per ora sta alla finestra e lascia i suoi a lavorare su due opzioni: o tutto il centrodestra da subito con lui oppure patto con Berlusconi già al primo turno e poi l'inevitabile convergenza con Meloni al ballottaggio. Il pressing vero non è ancora partito, ma dentro Fi cresce il fronte che spinge per un accordo largo.

 

BERTOLASO BERLUSCONIBERTOLASO BERLUSCONI

«A Roma, sommando i pezzi del centrodestra non dico che possiamo vincere al primo turno, ma quasi...», scommette il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta. Augusto Minzolini, senatore berlusconiano ma anche giornalista con la passione del retroscena e dell'analisi, spiega il senso politico dell'operazione: «Roma può trasformarsi in un laboratorio. L'idea è vincere Roma per poi puntare al voto nazionale: sindaco e poi premier. La sfida? Unire tutto il centrodestra su Marchini, uno capace di recuperare voti nel serbatoio di centro dove siamo oggettivamente più deboli».

 

Una pausa leggera, poi Minzolini continua a spiegare il progetto. «Lo schema è quello dei tré poli. E allora bisogna muoversi guardando al ballottaggio e puntando su un candidato capace di pescare nelle riserve dei tuoi avversari. Marchini più di Meloni e di Bertolaso è capace di prendere voti nell'area Pd». Nella roccaforte romana di Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi osserva le mosse e studia gli ultimi sondaggi.

VIRGINIA RAGGI  VIRGINIA RAGGI

 

Minzolini, uno che conosce bene e da tempo il cavaliere, spiega cosi gli attuali umori: «Lui oggi è ancora su Bertolaso. È convinto che quasi metà dei romani è deciso a non votare e che l'ex numero uno della Protezione civile è quello che più degli altri può pescare nel serbatoio dell'astensione. Ma Berlusconi non può accettare di restare fuori dal ballottaggio e se i numeri non dovessero cambiare vedo probabile una svolta su Marchini».

 

I segnali che portano a un solo candidato del centrodestra si accavallano. Un segnale arriva anche da Francesco Storace sempre più infastidito dalla mancanza di risposte chiare e costruttive. «Abbiamo il dovere di dare a tanti cittadini la possibilità di vincere questa partita. Dobbiamo combattere insieme. Insieme diventiamo una cosa invincibile e possiamo guardare al domani. Ma il tempo per decidere non è infinito».

VIRGINIA RAGGIVIRGINIA RAGGI

 

Oggi nessuno è però pronto al passo indietro. Nemmeno Berlusconi. Ma Gugliemo Vaccaro, ieri deputato del Pd e oggi candidato di Marchini nella corsa al Campidoglio, insiste nel pressing spiegando il perché di una scelta per l'imprenditore romano. «Anche Marchini era incredulo. "Davvero vuoi candidarti al Comune"? Io sono stato chiaro: si perché credo che una vittoria a Roma sia il trampolino per ricostruire un polo moderato». Anche Vaccaro sa che tutto passa dalle scelte di Berlusconi-Salvini-Meloni. Solo un loro passo indietro fa diventare credibile il progetto.

 

augusto minzoliniaugusto minzolini

E allora lancia l'ultimo appello al Cavaliere: «Marchini era anche la sua scelta iniziale. Per vincere. Ora ha la possibilità di riaprire una partita già chiusa. Se il centrodestra resta fermo su 4 candidati, i Cinque Stelle hanno vinto. Se Berlusconi torna su Marchini si riapre tutto. Si creano le condizioni per vincere a Roma, per costruire un nuovo polo e si spazzano via le voci di patti segreti e di piccoli favori tra l'uomo di Arcore e il capo di largo del Na2areno».

 

Quando è quasi sera sera arriva anche il pressing di Rocco Buttiglione. «Berlusconi appoggi Marchini e dia inizio alla ricostruzione in Italia di un centrodestra di governo, europeo», dice il vicecapogruppo di Area Popolare.

 

E chiosa: «Berlusconi esca dal cono d'ombra di Salvini e della Meloni, faccia una scelta coraggiosa nella direzione dei moderati, riallacci un dialogo positivo con Alfano e con Cesa. Marchini e Parisi a Milano hanno molti tratti in comune e la costruzione di una forza di centro o centrodestra chiaramente all'interno del Ppe può ricominciare da queste due candidature».

francesco storacefrancesco storace

 

 

ROMA: STORACE A CENTRODESTRA, ANDATE AL DIAVOLO

 (ANSA) - "Giorgia Meloni, ieri da Milano, ha rivolto con fare pomposo un 'ultimo appello al centrodestra' per la sua candidatura romana. Speriamo che sia davvero l'ultimo, e comunque non riguarda certo noi, che ancora conserviamo quel sottile gusto per la dignità di una comunità". Lo scrive Francesco Storace, candidato Sindaco di Roma. "Abbiamo atteso con pazienza una spiegazione sulla strategia per la Capitale. Dopo la discesa in campo della Meloni, ci saremmo aspettati una telefonata per tentare di concordare una strada comune. Niente. Dieci giorni non sono stati sufficienti per uno squillo.

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONIMATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Scrivo comunque - due volte - a lei e a Bertolaso e Marchini, che non rispondono alla proposta di incontro, quasi che avessi chiesto loro di andare a fare una rapina chissà dove. Il solo Marchini si limita ad una dichiarazioncina, giusto per educazione. Risultato: andate al diavolo, e non cercateci proprio''.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...