giovanni donzelli arianna meloni

ARIANNA, LA VICE-DUCETTA - AD “ATREJU”, LA SORELLA DI GIORGIA MELONI FA LA MATTATRICE: DIFENDE COSÌ IL MARITO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA PER QUELLA FERMATA CHIESTA, E OTTENUTA, DEL FRECCIAROSSA CHE LO STAVA PORTANDO A CAIVANO E CHE ERA IN RITARDO ("SONO STATA ORGOGLIOSA DI LUI"), SBERTUCCIA ELLY SCHLEIN CHE HA RIFIUTATO L’INVITO ALL’EVENTO (“LE CONVENIVA VENIRE”) E LANCIA LA VOLATA ALLA DESTRA ("QUESTO ATREJU È UN PUNTO DI PARTENZA, PER RIUSCIRE A FARE DAVVERO QUELLO PER CUI ABBIAMO COMINCIATO A FARE POLITICA TANTI ANNI FA")

GIOVANNI DONZELLI E ARIANNA MELONI

(di Michela Suglia) (ANSA) - ROMA, 14 DIC - Schiva e sfuggente da sempre a tv e riflettori, è sua la scena all'apertura di Atreju. Arianna Meloni arriva alla festa di Fratelli d'Italia nel pomeriggio, resta fino a sera e - in assenza di Giorgia - domina il primo giorno della storica manifestazione di destra, la prima in versione governativa in 25 anni di vita. E la prima a Castel Sant'Angelo, location che sembra far scomparire il parco del Colle Oppio o la piazza Risorgimento scelta due anni fa.

 

ARIANNA MELONI

Altisonante è pure lo slogan: 'Bentornato orgoglio italiano', si legge all'ingresso e sulle magliette dei volontari. Con sneakers e cappotto grigio, la sorella della premier oltre che responsabile nazionale del tesseramento di FdI, spunta nei giardini del mausoleo di Adriano, spera nell'anonimato ma in un attimo si ritrova il circo mediatico addosso. Ricorda "i tantissimi Atreju" alle spalle "tra fatica momenti magici e impegno", ma ammette che "questo Atreju è un punto di partenza, per riuscire a fare davvero quello per cui abbiamo cominciato a fare politica tanti anni fa".

 

ARIANNA MELONI E GIOVANNI DONZELLI

Fin qui parla al plurale. Ma all'improvviso, incalzata dai cronisti, passa all'io e difende così il marito e ministro Francesco Lollobrigida per quella fermata chiesta, e ottenuta, del Frecciarossa che lo stava portando a Caivano e che era in ritardo. "Sono stata orgogliosa di lui" perché "è andato a lavorare" raggiungendo "un posto che aspetta un segnale dalle istituzioni". L'orgoglio sta nell'aver "trovato una soluzione su una cosa che hanno sempre fatto tutti e sulla quale si è voluto montare un caso". E assicura di non avergli tirato le orecchie specificando: "In questo caso no, in altri casi si".

 

Poi va oltre e punzecchia la grande assente della festa, quella segretaria del Pd invitata e decisa nel dire no: "Io rispetto tutti. Non posso sicuramente criticare Elly Schlein - è la premessa di Arianna -. Secondo me però le conveniva venire, siamo sempre stati molto rispettosi di tutti. Se avesse voluto dire la sua, sarebbe stato un bel segnale". E poi ricorda en passant che fu "Giorgia quella che organizzò il dibattito Fini-Bertinotti".

ARIANNA MELONI

 

Il gran rifiuto della leader democratica rompe una tradizione di Atreju che dal '98 invita, e ha visto sul palco, rivali di spicco come Fausto Bertinotti e Massimo D'Alema fino a Enrico Letta più di recente. Schlein ha spiegato di aver rinunciato perché il confronto avrebbe preferito farlo in Parlamento e non a una festa di partito. Eppure il suo 'fantasma' aleggia per tutto il giorno ad Atreju. Perfino come sagoma: un cartonato con l'immagine sorridente di Elly spicca accanto allo stand della Gioventù nazionale.

 

"E' solo un modo per ironizzare sulla sua assenza - spiega lo staff - Così Schlein c'è, anche se non c'è". Molti si fermano, forse attirati più dal sorriso largo, e scattano foto o fanno battute. In questo caso il selfie sarebbe troppo. Anche dal palco si bacchetta la convitata di pietra. Lo fa per primo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: "Atreju è la festa del confronto per chi il confronto non lo teme. L'occasione perduta non è per noi ma per Elly Schlein".

 

ARIANNA MELONI

Quasi sferzante Tommaso Foti, presidente dei deputati di FdI: "Penso che non sia venuta perché il confronto sarebbe impietoso. All'inizio del suo discorso in dichiarazione di voto, che ovviamente ha letto, ha detto che noi dovremmo iniziare i discorsi dicendo 'viva l'Italia antifascista'. Ha avuto bisogno di leggerlo". Assente anche Giuseppe Conte, che nel 2029 da premier fu invitato e accolto con freddezza e qualche contestazione.

 

Ma il presidente del M5s non gradisce e rilancia: "Mi hanno rivolto un timido invito che poi è rientrato. Io potrei anche rivedere la mia agenda di fine settimana e fare un bel dibattito con Giorgia Meloni sul Mes". E la butta sull'ironia: "Atreju, ricordo, è un cavaliere coraggioso, potrebbero anche loro dimostrare coraggio". Ma dall'organizzazione cala il silenzio.

Ultimi Dagoreport

trump zelensky meloni putin

DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

salvini rixi meloni bignami gavio

I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….