ARRIVA LA BEFERA – AGENZIA DELLE ENTRATE: GLI ITALIANI EVADONO LE TASSE PER ALMENO 90 MILIARDI (CHE VEROSIMILMENTE SALGONO A 150). I RISCHI MAGGIORI IN CAMPANIA, CALABRIA E PUGLIA…

Marco Bellinazzo per ‘Il Sole 24 Ore'

Il Tax gap vale circa 90 miliardi di euro. La forbice tra il gettito potenziale e quello effettivo, eroso da fenomeni di evasione fiscale, o di mancato rispetto degli obblighi fiscali per errori scusanti o crisi di liquidità, era di oltre 100 miliardi nel 2004 e si sta riducendo. Ma non abbastanza in fretta.

Lo stato dell'arte della lotta all'evasione è stato al centro dell'audizione al Senato, in commissione Finanze, del direttore dell'agenzia delle Entrate, Attilio Befera. «Il tax gap stimato - ha spiegato Befera - è una misura complessiva del mancato gettito dell'Irpef derivante da lavoro autonomo, dell'addizionale Irpef, dell'Ires, dell'Iva e dell'Irap. Dal calcolo sono quindi esclusi l'evasione contributiva e l'evasione delle tasse locali come bollo auto e assicurazioni.

Il trend nel lungo periodo tendenzialmente è decrescente ma non costantemente decrescente perché risente della crisi economica, di incrementi improvvisi di aliquote, di condoni». La massa di risorse sottratte a tassazione, perciò, è molto più ampia (dai 130 ai 150 miliardi come stimato dal Sole 24 Ore). Del resto, come dimostra la "mappa" elaborata dalle Entrate ci sono ancora ampie aree della Penisola (soprattutto Campania, Calabria e Puglia) dove il rischio di evasione (pericolosità fiscale) è elevato.

Lo scorso anno dalla lotta all'evasione fiscale sono arrivati riscontri incoraggianti sull'efficacia delle strategie adottate. «Il riscosso da attività di controllo - ha rivendicato il direttore delle Entrate - nel periodo dal 2001 al 2013, ha fatto registrare una notevole accelerazione raggiungendo, nel 2013, circa 13,1 miliardi di euro. Questo risultato, in crescita rispetto all'anno 2012, è di grande rilievo se lo si contestualizza al difficile periodo che il Paese attraversa».

Anche azioni che hanno suscitato molto clamore mediatico si sono rilevate proficue. Dai blitz anti-evasione condotti a Cortina, per esempio, lo Stato ha incassato oltre 2 milioni: 1,2 milioni da imposte dirette (Ires e altre), 224.000 euro di Iva e 675.000 euro in sanzioni. Peraltro, ha aggiunto Befera, «l'efficacia dei controlli ha consentito di raddoppiare il rendimento in termini di riscosso rispetto alla pretesa e di rafforzarne la sostenibilità in giudizio». L'Agenzia vince il 64% delle cause, pari al 75% dei valori in contestazione.

Ma non di soli accertamenti (il recupero di 3,82 euro ne costa uno) vive l'Agenzia (la cui attività generale costa 0,85 euro per ogni 100 euro incassati) che garantisce oltre 380 miliardi di «gettito spontaneo». La relazione tra fisco e imprese, ha ribadito Befera, «deve basarsi su principi di trasparenza, equità e correttezza, per proseguire con il processo di cambiamento e rafforzamento della cultura della legalità». Occorre, quindi, ridurre al minimo gli ostacoli che impediscono l'agevole assolvimento degli obblighi tributari.

In questa direzione, anche in considerazione del sistema fiscale che «si presenta per propria natura complesso e intricato» sono state avviate diverse iniziative. In particolare, ha ricordato Befera, è stato previsto l'invio degli esiti della liquidazione automatica entro l'inizio del periodo di presentazione delle dichiarazioni all'anno successivo, «evitando così il reiterarsi di errori nella compilazione delle dichiarazioni.

Inoltre, si è lavorato per una più rapida erogazione dei rimborsi: nel 2013 a famiglie e imprese ne sono stati erogati oltre 1,5 milioni per un importo di circa 13,5 miliardi». Sono stati inoltre promossi lo sviluppo di canali di comunicazione telematica, l'aumento dei servizi di assistenza presso i front office, la semplificazione sia dei modelli delle dichiarazioni sia delle applicazioni informatiche..

 

 

ATTILIO BEFERA AGENZIA DELLE ENTRATE MONTI BEFERA LEO MESSI IN TRIBUNALE PER LACCUSA DI EVASIONE FISCALE EVASIONE FISCALE evasione fiscalecase e catasto

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."