ARRIVANO LE PURGHE DI CONTE! IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, PEPPINIELLO SERRA I RANGHI DEL M5S E, DIETRO LA SCUSA DEL “RINNOVAMENTO”, PIAZZA I FEDELISSIMI NEI RUOLI CHIAVE – PAOLA TAVERNA CONFERMATA NEL RUOLO DI VICEPRESIDENTE VICARIA - TRA I VICEPRESIDENTI, DOPO LE DIMISSIONI DI CHIARA APPENDINO, C’È UN TESTA A TESTA PER SOSTITUIRE L’EX SINDACA TRA VITTORIA BALDINO E LA PRESIDENTE DELLA VIGILANZA RAI BARBARA FLORIDIA - TRA I PAPABILI NUMERI 2 ANCHE TRIDICO E PATUANELLI - LE SCELTE AL POSTO DI FICO E RAGGI E IL POSSIBILE RILANCIO DELL’EX GUARDASIGILLI BONAFEDE E DI NUNZIA CATALFO, MADRINA DEL REDDITO - I CONTIANI METTONO LE MANI AVANTI: “È SOLO UN RICAMBIO FISIOLOGICO”
Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera” - Estratti
Qualche conferma e diverse novità. Ora che «l’ostacolo Regionali» è stato superato, Giuseppe Conte può finalmente mettere mano nel ridefinire i ruoli apicali del Movimento per il suo secondo mandato da presidente. Bisognava attendere: un po’ per dovere politico, per dare la priorità alle campagne elettorali, un po’ per comprendere meglio il futuro di Roberto Fico. L’attuale neo-governatore della Campania, infatti, è anche presidente del comitato di garanzia M5S, un ruolo che ora, con la nuova carica, dovrebbe abbandonare.
giuseppe conte paola taverna manifestazione contro il riarmo foto lapresse
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L’idea del presidente, spiegano i ben informati, è quella di iniziare il 2026 con un quadro ben definito per poter collaudare subito i nuovi vertici sugli obiettivi dell’anno e per lavorare in prospettiva alla lunghissima campagna elettorale per le Politiche.
Qualche pilastro dovrebbe rimanere ben saldo, come il ruolo da vicepresidente vicaria di Paola Taverna: troppo centrale l’ex senatrice nella gestione della «macchina» territoriale dei 5 Stelle. Tra i vicepresidenti, dopo le dimissioni di Chiara Appendino, c’è un testa a testa per sostituire l’ex sindaca tra Vittoria Baldino e la presidente della Vigilanza Rai Barbara Floridia. Per la senatrice siciliana appare scontato comunque un «upgrade» dal suo ruolo al collegio dei probiviri.
BARBARA FLORIDIA - FOTO LAPRESSE
Nel gioco di equilibri interni un altro big di Palazzo Madama salirà di grado: si tratta di Stefano Patuanelli. L’attuale capogruppo dovrebbe lasciare il suo incarico a Luca Pirondini: inizialmente Patuanelli avrebbe dovuto prendere il posto di Roberto Fico al collegio di garanzia, ma ora si sta pensando a lui come vicepresidente per supplire alla mancanza di un volto del Nord. Anche perché tra i papabili numeri 2 è dato quasi per certo Pasquale Tridico: la nomina dell’attuale capodelegazione in Europa però rischia di sbilanciare verso Sud i big del Movimento.
Pesi e contrappesi, quindi.
Che riguardano non solo gli equilibri geografici, ma anche quelli tra i due rami del Parlamento. In teoria, tra i vice si libererà anche il posto occupato dall’attuale capogruppo a Montecitorio Riccardo Ricciardi. Ecco allora avanzare l’ipotesi di un altro deputato fedelissimo di Conte: Francesco Silvestri.
Chiuse le caselle delle vicepresidenze, i fedelissimi «scartati» potrebbero trovare collocazione nel comitato di garanzia o nel collegio dei probiviri.
Conte dovrebbe azzerare le attuali terne dei due organi M5S, eliminando così dal ruolo anche Virginia Raggi e Danilo Toninelli. Nel comitato di garanzia, che ha potere sui criteri delle liste elettorali, potrebbe accasarsi, qualora Patuanelli fosse indicato come vice, Michele Gubitosa, uno dei principali alfieri di Conte. In ascesa c’è anche Ettore Licheri, senatore sardo, rimasto un po’ in credito nelle gerarchie interne per la gestione delle Regionali in Sardegna.
C’è chi spera che il leader stellato ripeschi qualche big della vecchia guardia (magari in naftalina in attesa di utilizzare il terzo mandato) per garantire una certa continuità con il passato: circolano i nomi dell’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede e di Nunzia Catalfo, madrina del reddito di cittadinanza. «Ciò che è certo è che ci sarà un forte rinnovamento», assicurano nel Movimento. I contiani mettono le mani avanti: «Non parlate di purghe, è solo un ricambio fisiologico per premiare il lavoro di chi finora è rimasto nell’ombra».
Nei gruppi parlamentari, intanto, iniziano a circolare sospetti e veleni sui papabili nuovi big contiani. C’è chi sussurra: «Se così fosse, sarebbe chiaro il criterio di scelta: la fedeltà cieca».



