BALLE DA EXPO-SIZIONE - GLI ANNUNCI DEL COMMISSARIO SALA SMENTITI DAI NUMERI: TRA GIUGNO E LUGLIO I VISITATORI DELL’EXPO NON SONO STATI 6 MILIONI MA SOLO 3,4 - DESTRA E SINISTRA CHIEDONO LA VERITA’ SUI NUMERI - E ORA SI TEME IL FLOP DEGLI INCASSI...

Gianni Barbacetto per il “Fatto Quotidiano”

 

salasala

Non ha detto la verità, il commissario Giuseppe Sala. I visitatori di Expo sono molti meno di quelli che ha dichiarato, pur senza mai fornire numeri ufficiali. Il Fatto quotidiano ha potuto consultare i file con gli ingressi giorno per giorno al sito dell’esposizione universale. Ecco dunque i numeri veri.

 

Sono 1.927.600 a maggio, 2.149.450 a giugno. Il giorno inaugurale, 1 maggio, 60 mila ingressi (non i 200 mila fatti filtrare da Sala). Giorno record dei primi due mesi è il sabato 27 giugno, con 112 mila ingressi.

 

Il giorno più nero è stato invece lunedì 4 maggio, con 37 mila entrate. Sala aveva lasciato trapelare cifre ben diverse: 2.700.000 visitatori a maggio, addirittura 3.300.000 a giugno, per un totale di 6 milioni di visitatori. Falso. Non sono più di 4 milioni nei primi due mesi.

 

EXPO GIUSEPPE SALAEXPO GIUSEPPE SALA

In verità, i numeri registrati con precisione millimetrica dai tornelli comprendono anche gli addetti, chi lavora nel sito, gli operatori professionali, il personale dei padiglioni, i volontari, i vigilanti e gli omaggi.

 

Sono almeno 10 mila persone al giorno. Tolte queste, i visitatori veri non sono più di 1,6 milioni a maggio e 1,8 a giugno: meno di 3 milioni e mezzo nei due mesi. I numeri di Expo sono restati fino a oggi una specie di segreto di Stato:

 

Sala non li ha mai comunicati ufficialmente e ha chiesto al sindaco di Milano Giuliano Pisapia di mantenere segreti anche i dati sui viaggiatori del metrò e sulla raccolta della spazzatura, per non dar modo di calcolare, almeno per induzione, i visitatori Expo. Una forma di protezione dell’evento, perché le cifre vere sono addirittura meno della metà delle previsioni ufficiali (4,1 milioni per maggio e 4,7 per giugno).

 

Diffonderle potrebbe alimentare un clima di fallimento che non fa certo bene all’esposizione e rende più difficile l’eventuale recupero nei prossimi mesi. Sala ha dunque tentato di diffondere ottimismo. Ma Expo non è un’operazione privata, per cui valgono solo le regole del marketing. È un evento pagato con i soldi pubblici, dev’essere dunque condotto con trasparenza e sottoposto al controllo dei cittadini.

 

vlaidimir putin all expovlaidimir putin all expo

Inoltre le cifre vere servono a predisporre i servizi pubblici in città: se Atm (metrò) e Trenord (treni regionali) lavorano su dati drogati, come quelli fatti trapelare da Sala, i servizi saranno sovradimensionati rispetto alle vere esigenze, con gran spreco di denaro pubblico. Poiché Expo spa ha ipotizzato che nei primi due mesi arrivasse il 36 per cento dei visitatori totali, questi dovrebbero essere, nei sei mesi dell’esposizione, 11 milioni. Ben al di sotto dei 24 milioni promessi.

 

vlaidimir putin  all expo vlaidimir putin all expo

Depurati dagli addetti e da chi lavora nel sito, sarebbero 9 milioni. Naturalmente, a meno che – come tutti ci auguriamo – il trend cambi e gli ingressi nei prossimi mesi s’impennino. Intanto però il “segreto di Stato” attorno ai numeri di Expo, meglio custodito del terzo segreto di Fatima, è riuscito a realizzare il miracolo di riunire destra e sinistra: tutti a chiedere la verità. Il primo è stato il presidente del Consiglio comunale, Basilio Rizzo: “I conti non tornano. Visti i numeri del metrò e di Trenord e i parcheggi vuoti, da dove arrivano tutti i visitatori dichiarati da Sala?”.

 

Poi si sono uniti due aspiranti candidati sindaco, Pierfrancesco Majorino ed Emanuele Fiano. Infine sono arrivati Mariastella Gelmini di Forza Italia e Riccardo De Corato di Fratelli d’Italia: “Dopo oltre due mesi, il tempo di un primo bilancio è arrivato ”. Protesta però la Lega: contro la decisione del Pd di tenere a Expo, sabato 18 luglio, l’assemblea nazionale del partito. I numeri degli ingressi avranno impatto anche sugli incassi e dunque sul conto economico di Expo.

michelle obama a milano  13michelle obama a milano 13BASILIO RIZZOBASILIO RIZZO

 

Se i visitatori saranno, alla fine, meno della metà di quelli previsti, anche le entrate saranno sotto le previsioni. E il rosso sarà aggravato dal fatto che il costo medio del biglietto è stato di molto abbassato, con una aggressiva politica di sconti e con un peso notevole degli ingressi a soli 5 euro, dopo le ore 19. Per oggi, Sala ha promesso una conferenza stampa con il sindaco.

 

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO