IL BANANA SBUCCIATO - BERLUSCAZZONE PENSAVA DI AVERLA SPARATA GROSSA QUANDO A FIUGGI HA DETTO: “SE MI DATE IL 51% TORNO A PALAZZO CHIGI” - E INVECE, A PARTE IL FIDO “GIORNALE” NON SE L’È FILATO NESSUNO, NEMMENO I SUOI - L’ELEFANTINO TACE SUL “FOGLIO”, BELPIETRO SU “LIBERO” DA SPAZIO AI “COLONNELLI ANTI-CAV” E SECHI DALLE PAGINE DEL “TEMPO” AVVERTE: “SE BERLUSCONI INSISTE IL PARTITO SI SPACCHERÀ”…

Fabrizio d'Esposito per il "Fatto quotidiano"

Di redazione in redazione, in quel che resta della destra, l'interrogativo fa vacillare le poltrone di tutti i direttori. Cioè: bisogna buttare il bimbo Angelino con tutta l'acqua sporca del Pdl? La svolta di Fiuggi del Cavaliere, venerdì scorso davanti ai giovani del partito, non solo ha aumentato il tasso di anarchia e di caos tra le macerie del berlusconismo. Ha fatto di più: sui giornali militanti c'è stato un esercizio di scetticismo nelle virtù taumaturgiche del carisma di B., che per don Gianni Baget Bozzo buonanima era ispirato dallo Spirito Santo.

Tranne che sul "Giornale" di Sallusti e Feltri (e Santanchè), schierato senza se e senza ma contro la nomenklatura di Alfano, Cicchitto e La Russa, quel "se mi date il 51 per cento torno a Palazzo Chigi" non ha scaldato i cuori più di tanto. Anzi. Non è più tempo di "Veni creator Silvius". Addirittura il "Foglio" di Giuliano Ferrara, da mesi tifoso della Grande Coalizione, ha ignorato la notizia. Nemmeno una riga nel numero di sabato e niente editoriale ieri nell'edizione salmonata del quotidiano. Silenzio, per ora.

A differenza degli ex cugini del "Giornale" che non vedono l'ora di battezzare un nuovo partito movimentista e similgrillino. Insomma, Fiuggi come una prova generale per l'atteso predellino bis. Il quale, se mai accadrà, a sentire la rinata war room di Palazzo Grazioli sarà un "atto politico di rottura con Monti" non un semplice "incidente parlamentare" per far cadere i tecnici e votare a ottobre.

Intanto, a sancire il nuovo corso oggi Alfano andrà da Monti: accompagnato da Berlusconi e Letta non da Bersani e Casini. Sempre più "addio ABC". Senza dimenticare che il venerdì di Fiuggi ha regalato Casini al centrosinistra, provocando uno choc tra Alfano e i suoi colonnelli. Dice Daniela Santanchè: "Berlusconi è il leader sostanziale e non c'è discussione. Tutto il resto non mi appassiona. Altro che primarie del Pdl, qui bisogna prepararsi alle elezioni".

Al "Giornale" che si eccita per B. di nuovo in campo, ha risposto soprattutto "Libero" di Maurizio Belpietro e degli editori Angelucci. Spazio ai "colonnelli anti-Cav" e un avvertimento del direttore a B.: torni pure ma con intorno gente seria. Scrive Belpietro: "Berlusconi si liberi dei fattucchieri. Alfano si circondi gente seria". Chi sono i fattucchieri? Semplice: i sostenitori delle liste civiche, per esempio, con "i tacchi spillo". Chiaro l'attacco alla Santanchè ma anche all'improbabile Rosa Tricolore di Volpe Pasini con Renzi candidato-premier.

"Libero" spera ancora in un gioco a due di squadra tra il "bravo ragazzo" Alfano e il suo designatore pentito, ma ormai la contrapposizione si sta radicando nel partito. Un altro direttore scettico sul ritorno di B. è Mario Sechi del "Tempo", che pronostica: "Se Berlusconi insiste e va avanti, il partito si spaccherà". Su di lui e soprattutto sul governo Monti, quando ci sarà il momento della verità dopo il vertice europeo di fine giugno. Chi seguirà B. e chi Alfano? Lo scontro, ovviamente, ha risvolti anche pragmatici: oligarchi e peones del Pdl cercano di difendere quello che hanno (il seggio) perché non sanno quello che avranno domani.

Il nuovo ciclone berlusconiano non investe solo la stampa amica e il rapporto con Casini per un orizzonte moderato e democristiano del Pdl. A dividersi è persino Forza Gnocca. A partire dall'ex ministra più bella del mondo Mara Carfagna che ha attaccato le liste civiche e si è schierata con Alfano. Miracoli di un'evoluzione: la Carfagna, insieme con la Gelmini, ha abbracciato la causa di "Liberamente", la corrente azzurra ispirata da Letta e Bisignani. Più ecumeniche Mariarosaria Rossi, soprannominata la "badante" di B., e la bionda Biancofiore: "Berlusconi e Alfano stanno insieme". Azzarda la Rossi: "'Non si evince dai colloqui che Berlusconi al momento si possa candidare come presidente del Consiglio. Al momento ha designato un quarantenne, Angelino Alfano. Berlusconi è in un periodo di riflessione". Forse, però, la riflessione sta finendo. Oppure è già finita. A Fiuggi.

 

SILVIO BERLUSCONI ANGELINO ALFANO GIULIANO FERRARA daniela santanche alessandro sallusti cortina x VITTORIO FELTRI MAURIZIO BELPIETRO carfagnamaria rosaria rossi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…