IL BANANA SBUCCIATO PRETENDE LA GRAZIA DA SAN GENNARO DEL QUIRINALE: RICORDA ‘’LE PROMESSE CHE MI HA FATTO PER A FAR NASCERE IL GOVERNO LETTA’’

Francesco Bei per "La Repubblica"

«Napolitano avrà capito che non scherziamo?». La domanda se l'è sentita rivolgere a sorpresa chi ieri ha chiamato Arcore per sapere da Berlusconi se davvero il partito è sul punto di aprire la crisi di governo. Segno che non tutto è stato deciso, a dispetto dell'immagine guerresca uscita dal summit di sabato a villa San Martino.

Tanto che Enrico Letta, tornato dall'Afghanistan, si è mostrato piuttosto tranquillo nei contatti avuti una volta atterrato a Ciampino. «Berlusconi - ne è convinto il premier - è il primo a sapere quale sarebbe il prezzo della crisi». Ad ogni modo oggi, prima del Consiglio dei ministri, Letta avrà un faccia a faccia con Alfano per capire davvero il senso dell'ultimatum lanciato dopo il vertice di Arcore.

Il Cavaliere infatti spera ancora che dal capo dello Stato - l'unico interlocutore che gli interessa in questo momento - arrivi il sospirato «segnale politico» sul suo destino personale. Per questo lo hanno infastidito le liti tra falchi e colombe, in un giorno in cui il Pdl avrebbe dovuto mostrarsi «granitico» davanti al Colle a difesa del suo leader.

Per non lasciare spazio a chi sogna maggioranze diverse e piani alternativi alle elezioni anticipate, che facciano magari perno su ipotetiche colombe in uscita dal Pdl. Per questo il Cavaliere ha fatto sapere a Daniela Santanchè di non aver apprezzato quegli attacchi così pesanti a Schifani, Alfano e alle altre colombe. «Scontri di pattuglie sul confine, niente di serio», dice Fabrizio Cicchitto, che pure con Verdini è quasi arrivato alle mani (si sono frapposti Lupi e Bonaiuti).

La partita in corso con il Quirinale è invece molto, molto seria. Da quella Berlusconi fa dipendere tutto. Perché se davanti al gruppo dirigente del Pdl si mostra quasi indifferente, dicendo di non aspettarsi «più nulla» da Napolitano, la realtà è molto diversa. «Questi magistrati - ha spiegato di recente a un amico - mi vogliono far fuori e il capo dello Stato non può restare con le mani in mano. È grazie a me se sta al Quirinale, l'abbiamo voluto noi, e non può tutelare solo una parte politica».

La grazia? «Io non ho fatto niente, sono innocente, perché dovrei chiedere la grazia? È Napolitano che deve trovare il modo di riparare a un'ingiustizia, a un evidente errore, a una persecuzione che può essere negata soltanto da chi è in malafede». Certo, c'è l'ostacolo della richiesta della grazia. Napolitano - nella nota del 13 agosto - ha chiarito che è l'interessato a doversene fare carico. Ma il Cavaliere non s'arrende.

È pronto a sparare ad alzo zero contro il presidente della Repubblica: «Rivelerò a tutti le promesse che mi ha fatto quando abbiamo acconsentito a far nascere il governo Letta».

E tra i suoi c'è anche chi è pronto a far uscire un dossier sulla questione della grazia, citando il precedente recente del colonnello della Nato Joseph Romano, l'unico militare americano (gli altri erano della Cia) condannato per il sequestro Abu Omar. L'ufficiale venne graziato da Napolitano lo scorso aprile e nel Pdl vogliono sapere - pretenderanno di vedere le carte in base alla legge sulla pubblicità degli atti - se una richiesta sia stata presentata e da chi.

Oppure se, come sospettano, il Quirinale si sia mosso motu proprio «per fare un favore a Obama». Dunque la strategia di pressione sul Colle è a più stadi: si è cominciato con la minaccia della crisi di governo, si proseguirà con mezzi ancora più pesanti. Con l'obiettivo di indurre Napolitano a concedere un quarto grado di giudizio politico, che smentisca la Cassazione con un atto di grazia.

O, in alternativa, che lo spinga a una moral suasion nei confronti del Pd affinché si eviti al Cavaliere «l'onta» della decadenza da parlamentare.

In attesa di scatenare l'offensiva sul Quirinale, Berlusconi sta preparando quella per convincere l'elettorato della sua innocenza. In attesa degli amati sondaggi, c'è la convinzione che dal popolo di centrodestra salga comunque una richiesta di «stabilità».

A dispetto dei guai giudiziari del leader Pdl. Così dal primo settembre partirà una nuova batteria di esternazioni del Cavaliere in tv, un video messaggio da mandare a rullo su Mediaset e sulla Rete.

Ma il più avvertito tra i consiglieri non si nasconde che il momento è difficile e stavolta la situazione sembra senza via d'uscita: «Chi sostiene la linea della trattativa non sa con chi trattare. Chi sostiene la linea delle elezioni non sa come ottenerle. E intanto il tempo scorre».

 

BERLUSCONI NAPOLITANO BERLUSCONI NAPOLITANOVILLA SAN MARTINO, ARCOREARCORE BERLUSCONI CON DUDU' - FOTO DI CARLO TARALLO PER DAGOSPIABERLUSCONI DUDU DUDU DIETRO IL CANCELLO NAPOLITANO AL TELESCOPIO - FOTO LA PRESSEFabrizio Cicchitto berlusconi alfano santanche verdini lupi big MANIFESTAZIONE PDL A VIA DEL PLEBISCITO AGOSTO BONAIUTI

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