BASTA STRONZATE: PUTIN NON VUOLE LA PACE, E HA PRESO PER IL NASO TRUMP – IN VISITA IN KIRGHIZISTAN, “MAD VLAD” È STATO CHIARO COME SEMPRE: “CESSEREMO IL FUOCO SOLO QUANDO LE TRUPPE UCRAINE SI SARANNO RITIRATE DAL DONBASS, ALTRIMENTI RAGGIUNGEREMO I NOSTRI OBIETTIVI CON MEZZI MILITARI” – PUTIN PUNTA TUTTO SULL’ACCONDISCENDENZA DI STEVE WITKOFF, L’INVIATO DI TRUMP A DIGIUNO DI DIPLOMAZIA CHE FINORA HA SEMPRE ADERITO ALLA PROPAGANDA RUSSA (AL PUNTO DA SPACCIARE PER PIANO AMERICANO LE RICHIESTE DI MOSCA)
In Bishkek, during Putin's visit to Kyrgyzstan, the Ukrainian embassy was closed off with a huge screen.
?This way, the Ukrainian flag was not visible from the side of the presidential palace where Putin was received.
? The press service of the Kyrgyz president explained this… pic.twitter.com/M1lyrYJE4T
— Olga Bazova (@OlgaBazova) November 27, 2025
1. PUTIN FA PUTIN E BOCCIA QUALSIASI COMPROMESSO PER FAR FINIRE LA GUERRA IN UCRAINA
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
ambasciata ucraina coperta da un megaschermo durante la visita di putin a biskek, kirghizistan
Fra l’ambasciata ucraina a Biškek, in Kirghizistan, e il palazzo del presidente Sadir Japarov, è stato tirato su un grande schermo led. Il motivo non è stato dichiarato ufficialmente, ma la deduzione è stata immediata: lo schermo serviva a nascondere la bandiera dell’Ucraina durante la visita del capo del Cremlino Vladimir Putin, arrivato in Kirghizistan per una visita di tre giorni per dimostrare la solida alleanza con il paese dell’Asia centrale.
Mentre gli Stati Uniti, l’Europa e l’Ucraina si arrovellavano attorno ai due piani per mettere fine alla guerra, la Russia proseguiva con il suo programma: nessun cambiamento, l’influenza russa in Asia centrale rimane la priorità della settimana, così Putin è volato in Kirghizistan, ha organizzato una riunione della Csto (l'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva) e la guerra contro l’Ucraina è andata avanti.
Il tema degli accordi non era sufficientemente rilevante da modificare l’agenda del capo del Cremlino e infatti da Biškek ha concluso queste giornate drammatiche della diplomazia dicendo che o Kyiv cede quello che Mosca vuole, o Mosca se lo prenderà.
vladimir putin a biskek con il presidente del kirghizistan sadyr japarov
Nessun compromesso, Vladimir Putin è pronto a mandare avanti il suo esercito, a dispetto delle dichiarazioni di Donald Trump che prosegue nel dire che un accordo è vicino.
Il capo del Cremlino smentisce quello della Casa Bianca e la pratica non è nuova. Come non è nuova la posizione di Putin che fino a questo momento ha continuato a rifiutare ogni accordo. […]
[…] Putin non ha intenzione di incontrare Zelensky e non ritiene neppure di dover firmare un accordo che porti la sua firma: “Vogliamo firmare un accordo con l’Ucraina, ma è praticamente impossibile, legalmente impossibile… abbiamo bisogno che la decisione venga riconosciuta a livello internazionale”, ha detto il capo del Cremlino, per il quale la legge marziale che non ha permesso le elezioni nel paese rende la leadership di Zelensky illegittima.
Putin calibra carezze a Trump e chiusure totali e si è fatto gioco delle paure degli europei: non vogliamo attaccarli, “se hanno bisogno lo mettiamo per iscritto”. Ha chiamato il piano “un buon piano”, ha negato la partecipazione russa alla sua stesura, ha detto che la Russia è pronta a firmare, ma bisogna prima discutere dei dettagli e questa discussione intende averla soltanto con gli americani.
Proprio come ora ci si affanna a discutere della fattibilità di un accordo, settimane fa l’affanno girava attorno al possibile incontro fra Trump e Putin in Ungheria, nel paese europeo più schierato con la Russia e che finora ha osteggiato la solidarietà all’Ucraina nei consessi dell’Ue. Fu Trump a volere che l’incontro venisse rimandato perché i russi insistevano sulle stesse proposte per far finire la guerra, senza aprire a compromessi.
ambasciata ucraina coperta da un megaschermo durante la visita di putin a biskek, kirghizistan
A una ventina di giorni di distanza quelle stesse proposte sono finite nel piano in ventotto punti proposto dall’inviato speciale della Casa Bianca, Steve Witkoff. Putin vuole il vertice con Trump e vuole che sia a Budapest. Anche per Trump la capitale dell’Ungheria è un buon posto, lo ha detto pubblicamente durante la visita di stato del primo ministro ungherese, Viktor Orbán, a Washington.
La prossima settimana Witkoff andrà a Mosca, il Cremlino probabilmente lavorerà per organizzare il vertice fra Putin e Trump. Ancora una volta senza ucraini e senza europei.
vladimir putin a biskek con il presidente del kirghizistan sadyr japarov
2. PUTIN GELA I NEGOZIATI "TREGUA SE KIEV SI RITIRA DALLE REGIONI CONTESE"
Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”
Che cosa vuole davvero Vladimir Putin per porre fine al conflitto in Ucraina? «Tutto», spiegano gli analisti. E, anche se sembra incredibile, il "tutto" del presidente russo è persino più di quanto prevedesse il piano in 28 punti elaborato dagli Stati Uniti che pure accoglieva gran parte delle reiterate richieste di Mosca prima che venisse «aggiornato e perfezionato» lo scorso fine settimana a Ginevra insieme a europei e ucraini. Ieri lo ha chiarito lo stesso leader del Cremlino.
[…] La parzialità di Witkoff palesata dalle sue telefonate trapelate con Mosca? «Un'assurdità». «Sarebbe sorprendente se ci lanciasse maledizioni, fosse molto maleducato e poi arrivasse per stringere legami con noi».
vladimir putin - yuri ushakov - steve witkoff
Sì, «vediamo che la parte americana tiene conto della nostra posizione, discussa prima e dopo Anchorage» e, sì, il piano americano potrebbe «costituire la base per accordi futuri», ma non «ci sono bozze di trattato, ci sono una serie di questioni che erano state proposte per essere discusse e formulate definitivamente... Sarebbe scortese da parte mia parlare di versioni definitive, dato che non ce ne sono». […]
3. IRONIA SUI NEGOZIATI E MINACCE ALL’EUROPA LO ZAR IN KIRGHIZISTAN SI PREPARA PER WITKOFF
Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”
vladimir putin a biskek con il presidente del kirghizistan sadyr japarov.
[…] Il Kirghizistan è un alleato sempre più prezioso della Russia. Negli ultimi anni, questo Paese quasi privo di industria ha aumentato del 150 per cento l’acquisto di semiconduttori, di microchip e di qualunque altro bene proveniente dai Paesi che hanno imposto sanzioni a Mosca, senza che i venditori esteri si chiedessero dove mai potesse finire la loro merce.
Era inevitabile che durante questa visita di Stato il presidente russo si esprimesse sulla situazione attuale. Infatti, ne ha parlato tanto, senza dire molto. Per la maggior parte del tempo, ha ribadito vecchie tesi, con quelle frasi fatte che sembrano patrimonio dell’intera nomenklatura russa.
ushakov - lavrov - putin. - trump - rubio - witkoff - summit anhorage, alaska
«Qualcuno in Occidente pensa che bisogna combattere fino all’ultimo ucraino» ha detto, quasi una citazione involontaria del ministro degli esteri Sergey Lavrov, che a sua volta citava l’ex presidente Dmitry Medvedev, e si potrebbe andare ancora avanti.
Con una certa ironia, Putin ha sostenuto di non essere più sicuro di quale piano gli sarà presentato nei prossimi giorni a Mosca da Steve Witkoff, ma ha precisato che quello originale in ventotto punti è una buona base dalla quale partire, come ribadito in questi giorni dal suo portavoce Dmitry Peskov, e ci mancherebbe altro.
vladimir putin donald trump anchorage alaska 4 foto lapresse
Anche se ha poi aggiunto che dopo i colloqui di Ginevra tra Stati Uniti e Ucraina, «hanno deciso tra loro» di dividere il testo originario in quattro parti, «che devono ancora essere tradotte in un linguaggio diplomatico». In ogni caso, al momento non si tratta di «un progetto d’accordo, ma di un insieme di questioni» che devono essere «discusse, elaborate e formulate in modo definitivo».
Neppure la frase più esemplificativa delle sue intenzioni è inedita. «Le ostilità finiranno solo quando le truppe ucraine lasceranno le aree che stanno occupando, altrimenti la Russia otterrà questo risultato con mezzi militari».
putin annessione repubbliche donbass 4
È un concetto espresso già altre volte, ma tralasciando il fatto che il presidente russo si è riferito in modo generico alle quattro provincie ucraine annesse nel settembre del 2022 con un referendum non riconosciuto da quasi nessun Paese al mondo, assume senz’altro un certo peso alla luce delle attuali discussioni su un altro negoziato di pace.
Inoltre, dopo aver affermato che Crimea e Donbass «devono essere l’argomento delle nostre trattative con gli Stati Uniti», parlando della situazione al fronte ha citato i progressi che secondo lui il suo esercito sta compiendo nella regione di Zaporizhzhia.
[…] Non gli può certo fare paura la visita imminente di Steve Witkoff, che ha difeso con una certa forza, ricordando che in Russia certe cose come la divulgazione delle telefonate non si fanno, «da noi è un reato».
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La presenza dell’amico americano non è certo dovuta alla propria convenienza, per carità. Qui Putin dice una cosa nuova usando un vecchio cavallo di battaglia. Compiendo una operazione intellettuale abbastanza spericolata, giustifica la trattativa esclusiva con Washington e soprattutto la sua pretesa di un riconoscimento internazionale dell’esito dei negoziati, con la solita affermazione sul mandato scaduto di Volodymyr Zelensky e quindi sull’assenza di qualcuno con cui siglare accordi validi a Kiev. In conclusione, nulla di definitivo. Tempi incerti, ancora tanta strada da percorrere, e altrettanti dubbi su una reale volontà di pace del Cremlino.
steve witkoff vladimir putin
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vladimir putin donald trump anchorage, alaska foto lapresse
