renzi aereo

LA BELLA VITA DI MATTEO RENZI: SI E’ FATTO ELEGGERE SENATORE, INCASSA LO STIPENDIO E POI SE NE VA IN GIRO PER IL MONDO (PAGATO) A MACINARE ALTRI SOLDI COME CONFERENZIERE - IL BULLETTO AVEVA ANNUNCIATO CHE AVREBBE FATTO IL “SENATORE SEMPLICE” E INVECE... - DOVE VA DI BELLO? KAZAKISTAN, CINA, QATAR: TUTTI PAESI CON DEFICIT DI DEMOCRAZIA. MA DAVVERO RENZI PENSA CHE A PECHINO ABBIANO VOGLIA DI ASCOLTARLO? NON SARÀ CHE...

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

MATTEO RENZI E IL PALLONE

Il senatore semplice di Scandicci comunica che nei prossimi mesi sarà impegnato all'estero, perché non ha tempo da perdere con il Parlamento italiano. Vedetevela voi con grillini e grullini, ha fatto capire Renzi con l'umiltà che lo contraddistingue: io ho ben altro da fare che trascorrere le mie giornate a Palazzo Madama.

 

Quindi ci vedremo fra un po' di mesi, diciamo verso ottobre, quando inaugurerò la nuova Leopolda e promuoverò il mio prossimo libro. Il colloquio tra l'ex presidente del Consiglio e il giornalista del Corriere della Sera di cui vi abbiamo appena fatto la sintesi ovviamente non poteva passare inosservato. Un po' per il tono strafottente dell'ex segretario del Pd e un po' per un paio di questioni che si aprono a seguito della confessione rilasciata col piede sul predellino di un aereo che lo porterà in giro per il mondo.

Renzi Boschi

 

Il primo problema che sembra essere sfuggito alle riflessioni di Renzi è il seguente: ma se ha deciso a 43 anni di dare una svolta alla sua vita e «vuole stare fuori dal giro per qualche mese», facendo il giramondo, perché si è candidato senatore?

 

La domanda è legittima e infatti ieri se la sono posti in molti, anche in Parlamento. Fare l'onorevole non è un mestiere, ma una passione. In genere si dice che ci si candida per mettersi al servizio del Paese. Lo stesso ex premier in più di un'occasione, anche recentemente, ha dichiarato di essere in politica per cambiare l'Italia, non per fare carriera. Ma allora che fa?

matteo renzi a dimartedi

 

Siccome gli italiani non gli hanno dato ciò che lui avrebbe voluto, Renzi lascia tutto e se ne va all'estero? Che poi, diciamo, lascia tutto per modo di dire, perché la poltrona la conserva e con essa si tiene stretto sia lo stipendio che i privilegi da parlamentare.

Facile dire che si è deciso di rimettere a punto la «road map della propria vita privata», ritirandosi dietro le quinte e approfittando della mancanza di incarichi di governo per andare a spasso, ma gli italiani lo stipendio da senatore mica glielo danno perché lui si faccia una vacanza o l'anno sabbatico.

 

I soldi glieli accreditano in banca in quanto lui li rappresenta a Palazzo Madama, facendo sentire la propria voce e partecipando ai lavori delle commissioni, come fa qualsiasi senatore semplice che abbia avuto la fortuna di essere eletto. Naturalmente Renzi ha tutto il diritto di essere scontento: ci mancherebbe.

renzi landini

 

Quando nei mesi scorsi si candidò da segretario del Partito democratico alla guida del Paese in cuor suo sperava di farcela, anzi di ottenere la rivincita su quel 4 dicembre di due anni fa, quando si giocò tutto con un sì e con un no alla riforma costituzionale della Boschi.

 

Le elezioni del 4 marzo però non sono andate come l' ex presidente del Consiglio auspicava, perché gli italiani hanno ribadito il concetto già espresso con il plebiscito e in seguito con le amministrative. A questo punto Renzi aveva davanti a sé due strade: la prima era quella di rimboccarsi le maniche e mettersi a lavorare come senatore semplice (la definizione è sua) e cercare di risalire la china, oppure mollare tutto e fare quello che aveva promesso due anni fa, prima della sconfitta referendaria, ossia mollare la politica.

 

Renzi da Fazio

La terza via, cioè lascio, ma tengo soldi e poltrona, non è contemplata, soprattutto perché facendo il giramondo con il denaro degli italiani, in un momento in cui gli italiani sono costretti a tirare la cinghia, si rischia si sentirsi dare del buffone, come è accaduto l'altro giorno in treno. Tuttavia, c'è anche un'altra riflessione che si aggiunge a quella appena esplicitata. Nel suo colloquio d' addio con il giornalista del Corriere, l'ex premier ha tenuto a far sapere che se i connazionali lo schifano, all' estero è molto richiesto e c' è chi è disposto a remunerarlo pur di sentire ciò che ha da dire.

Renzi da Fazio

 

Probabilmente Renzi ha voluto sottolineare di essere pagato per poter accostare la propria immagine a quella dei grandi della terra, come Bill Clinton, Tony Blair, Barack Obama e così via. Peccato che non si sia reso conto di un piccolo, ma non insignificante aspetto. Cioè tutti quei potenti sono ex capi di Stato.

 

Clinton, Blair, Obama vanno sì in giro per il mondo a tenere conferenze lautamente pagate, ma lo fanno da privati cittadini, senza avere incarichi politici. Obama può anche incassare mezzo milione se trova qualcuno disposto a darglielo purché parli un' ora, ma non fa il parlamentare. Al contrario l'ex segretario del Pd siede in Senato e confessa senza problemi che chi lo invita paga. Il Corriere scrive che a ingaggiarlo sono Paesi stranieri «tra lobby, partiti politici, capi di Stato e grandi imprenditori».

OBAMA E RENZI

 

E poche righe più sotto il giornalista aggiunge che è già volato in Kazakistan, in Qatar e in Cina, tutti Paesi notoriamente democratici, dove vige il rispetto dei diritti umani. Ma davvero Renzi pensa che a Pechino ardano dalla voglia di ascoltare il suo discorso su cultura e via della Seta? Non sarà che vogliano avere per amico un tizio che domani potrebbe ancora contare qualche cosa e dunque lo tengano buono?

renzi obama martina

 

Oppure non sarà che il senatore semplice di Scandicci invece di fare politica faccia lobbing, «sfruttando la rete di relazioni internazionali che», come dice il Corriere, «ha intessuto nei mille giorni a Palazzo Chigi»? Nel primo, come nel secondo caso, non chiediamo a Renzi di rinunciare a fare discorsi a pagamento, ma solo di rinunciare al seggio. Altrimenti, quando prenderà la parola a Palazzo Madama non saremmo in grado di capire se parlerà a nome di Scandicci o di qualcun altro.

renzi blair

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)