BENGAZI AMARI PER BRENNAN - IL CASO PETRAEUS FU UN COMPLOTTO DELLA CIA? - LA GOLA PROFONDA DEL 2013 È UN E-BOOK PIENO DI VELENI SCRITTO DA NAVY SEALS E VETERANI, SECONDO CUI BRENNAN, CONSIGLIERE DI OBAMA E DESIGNATO COME CAPO DELLA CIA, FU IL “REGISTA” DI MISSIONI SEGRETE IN LIBIA, ALL'INSAPUTA DI PETRAEUS E DELL'AMBASCIATORE STEVENS, UCCISO L'11 SETTEMBRE SCORSO - LA TRESCA CON LA BROADWELL SAREBBE STATA SPIFFERATA DAI SUOI UOMINI DELLA SCORTA…

Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"

John Brennan, il consigliere di Barack Obama per l'antiterrorismo ora designato dal presidente come nuovo capo della Cia, presentato come il «regista» di alcune missioni segrete in Libia delle forze speciali americane alle dipendenze del Pentagono, eseguite all'insaputa della Cia di David Petraeus e dell'ambasciatore americano a Bengasi Chris Stevens. Ucciso l'11 settembre del 2011 in un attacco di ribelli manovrati da un'organizzazione terrorista la cui offensiva è stata resa più brutale da iniziative militari Usa di cui il diplomatico era all'oscuro.
E, dietro il dramma della battaglia di Bengasi nella quale sono morti, oltre a Stevens, altri tre uomini dei servizi di sicurezza, una guerra segreta tra poteri dell'Amministrazione Obama, all'insaputa di un Presidente che ha dato ampie deleghe a Brennan: David Petraeus, poco amato a Langley per la pretesa di trasferire i suoi metodi militareschi nel rarefatto mondo dell'intelligence, che finisce nel mirino degli altri capi della Central intelligence agency e dello stesso Brennan.

La relazione extraconiugale con Paula Broadwell, che lo costringerà alle dimissioni qualche settimana dopo il dramma di Bengasi, il 9 novembre, spifferata dai suoi uomini della scorta.
Altri capi della Cia che fin dalla primavera del 2012 spingono l'Fbi a condurre l'indagine sulla vita privata del capo del servizio di spionaggio.

E Brennan, forse a conoscenza delle indagini e del fatto che i giorni di Petraeus da capo della Cia sono contati, lo taglia fuori, limitandosi a fornire ad altri dirigenti dell'Agenzia alcune informazioni minime sulle missioni segrete affidate ai commando infiltrati in Libia: forze alle dipendenze del Joint Special Operations Command, costituito col contributo dei vari corpi speciali delle Forze armate Usa per operazioni di emergenza quando ci sono ostaggi da salvare in giro per il mondo. Ma che nell'estate scorsa sarebbero state usate anche per missioni paramilitari clandestine, in una Libia sempre più alla deriva. 
Sembra una trama di Tom Clancy. È la cronaca di quanto accaduto secondo un ebook pubblicato da due ex teste di cuoio delle forze speciali - uno era nei Seal della Marina, l'altro nei Berretti Verdi - che lasciata la divisa animano Sofrep.com: un sito dedicato a notizie e retroscena raccontati dai veterani di corpi scelti. Una storia che appare romanzata in vari passaggi, raccontata dai due autori senza fornire indicazioni sulle fonti.

Che queste indiscrezioni vadano prese con cautela è confermato anche dal fatto che le anticipazioni non sono state pubblicate dagli organi di stampa più autorevoli, ma da due testate - il New York Post e il Daily Mail in Gran Bretagna - note per la loro disinvoltura. E il Post non l'ha richiamata in prima pagina e l'autore dell'articolo, pur riportando le accuse dei due autori, in più punti prende le distanze ed esprime dubbi sulla loro ricostruzione.
La stessa identità di chi ha scritto le 80 pagine di Benghazi: The Definitive Report non è chiara. Il libro è attribuito a Jack Murphy e a Brandon Webb, ma sulla sua copertina i nomi dei due autori sono seguiti da un «...e i giornalisti di Sofrep.com». La cosa non può non insospettire, anche perché le rivelazioni vengono fuori nel bel mezzo del processo di conferma parlamentare della nomina di Brennan a capo della Cia.

Se il racconto contiene «polpette avvelenate», non si può non ricordare che a suo tempo Petraeus e la Broadwell fecero accenni ad aspetti non chiari della vicenda che li aveva travolti. E dopo i fatti di Bengasi l'allora capo della Cia fede uno strano viaggio in Libia «per capire meglio».
I due veterani devono aver avuto accesso a fonti di prima mano (i loro ex compagni), a giudicare dall'accuratezza della ricostruzione della tragedia. L'attacco notturno alla sede diplomatica, difesa molto peggio della base della Cia: 5 guardie private assunte localmente e armate solo con mazze da baseball che scappano, forse lasciando il cancello aperto di proposito.

Ty Woods, capo del team di salvataggio Cia, che prepara in 20 minuti un'incursione con una prima offensiva che fa strage di jihadisti. I rinforzi che arrivano da Tripoli per iniziativa di un compagno di Woods nei Seal, Glen Doherty, che dà 30 mila dollari in contanti a un pilota per volare a Bengasi. L'abbraccio dei due vecchi amici sul tetto poco prima di essere falciati dai ribelli.

 

petraeus kelley broadwell CIA PETRAEUS BROADWELL petraeus petraeus CHRIS STEVENS CON IL CAPO DEI RIBELLI LIBICI JALILj christopher stevens AMBASCIATORE USA IN LIBIA gli islamici celebrano l attacco al consolato di bengasil obama hagel brennan medium

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...