MA UN BELL’ASSE ROMA-LONDRA? - L’INGHILTERRA VUOLE SPACCARE L’EUROPA E DÀ IL BENVENUTO A TUTTI “I GIOVANI ITALIANI IN FUGA DAL MODELLO BUROCRATICO DI STAMPO EUROPEISTA” - LEGNATE SUI “BUROCRATI IPER-REMUNERATI DI BRUXELLES E I DEPUTATI STRAPAGATI PER ESCOGITARE LACCI E LACCIUOLI” - CAMERON RIDISCUTE I RAPPORTI CON I PARTNER - “L’UE DOVREBBE ESSERE COME UN CIRCOLO INGLESE PER GENTILUOMINI” - “L’EURO NON E’ IL ROSARIO”….

William Ward per "il Giornale"

Fate un giro per il centro di Londra in qualsiasi ora di giorno o notte, e noterete un fenomeno curioso: l'italiano si sente parlato quasi quanto l'inglese. Difatti la capitale britannica, nonostante la grave crisi globale, è come una calamita per gli italiani di tutte le età e di tutte le condizioni economiche e socio-culturali.

Oltre ai turisti, attratti dalla straordinaria varietà culturale, dell'intrattenimento, dello shopping che non si trovano in nessun'altra città europea, ci sono tanti italiani, soprattutto giovani, che hanno deciso di trasferirsi nel Regno Unito in cerca di fortuna e di carriera o, come minimo, di una buona esperienza di vita, per imparare meglio la lingua e capire come funziona una grande civiltà dove un cittadino qualsiasi (e persino il forestiero in trasferta) si sente apprezzato e valorizzato dalle istituzioni e dal mondo di lavoro, come non succede loro in patria. E insieme a loro ci sono i «neo-londinesi» venuti da quasi tutti i paesi del mondo, compresi quelli europei.

Questo non vuol'essere un peana alla mia patria, ma una semplice fotografia della realtà: che nonostante le critiche e le battutine sopraccigliose della classe politica e amministrativa europea, che sottolinea quanto «gli inglesi sono cattivi - o riluttanti - europei, sempre pronti a sabotare il grande progetto europeo», la nostra ricetta politico-economica nazionale funziona. E così bene che più di ogni altra attira gente dagli altri ventisei paesi membri.

Dodici anni fa non c'era politico europeo (forse tranne Antonio Martino) che non ci abbia biasimato per non esserci iscritti alla nuova moneta unica. «Vedrete, grazie al vostro orgoglio presuntuoso la vostra economia sarà rovinata, tutte le multinazionali porteranno le loro sedi altrove e le banche dalla City si trasferiranno a Francoforte o a Parigi».

Quando le euro-Cassandre hanno capito che la realtà era diversa rispetto ai loro piani, allora ci hanno accusato di egoismo, di furbizia o di schiavitù verso il modello di capitalismo «selvaggio» americano.

E in tutti questi anni, i burocrati iper-remunerati di Bruxelles e i deputati strapagati di Strasburgo hanno escogitato migliaia e migliaia di lacci e lacciuoli, leggi e leggine nel loro surreale tentativo di trasformare i ventisette paesi europei in un solo soggetto politico culturale e sociale, tetro, conformista e noioso quanto la città di Bruxelles. Certo che ci sono stati accordi utili e costruttivi, ma agli occhi dell'inglese medio la maggior parte delle direttive europee sembrano calate da un altro pianeta. Subire raffiche di direttive astratte e burocratiche calate dalla capitale belga ci sembra un assurdità.

Comprendiamo benissimo l'importanza strategica e storica dell'asse franco-tedesco e l'attrazione che esercita su molti paesi medio-piccoli un'entità colossale che fa da protettore e garante, che ha aiutato paesi come la Spagna, l'Irlanda e la Polonia a ricostruirsi. E il senso di stabilità e di dignità che «l'Europa» sembra conferire all'Italia, sempre così turbata dalle sue istituzioni e dalla sua classe politica. Ma l'Europa, più che una scelta strategica, sembra per molti italiani - ed altri europei - quasi una questione religiosa: «l'Europa» come culto trascendentale in cui si crede fermamente, anche quando la qualità di vita diventa sempre più precaria. Come se l'Euro nelle vostre tasche fosse benedetto, come un rosario del Papa.

Abbiamo il massimo rispetto per la vostra (ormai toccante) fede nell'«ideale europeo» ma - sempre con rispetto - non è mai stato il nostro modo di concepire l'Europa. Siamo un popolo pragmatico, empirico, e scettico (nel senso che dubitiamo dei presunti poteri taumaturgici di questa o quella ideologia) e profondamente laico. Per noi, l'Unione Europea dovrebbe essere come un circolo inglese per gentiluomini, i cui i membri si rispettano tutti e osservano un minimo di regole pratiche e intelligenti per garantirsi una tranquilla convivenza.

Non abbiamo mai voluto entrare in una specie di matrimonio sancito davanti a Dio; tutt'al più ci andrebbe una coabitazione con il tacito consenso dei partner a qualche scapatella. Ma non è che siamo «cattivi europei», al contrario: per noi la massima conquista dell'Ue è stata il mercato unico, fortemente voluto da quel «nemico di Bruxelles» di Margaret Thatcher. E il suo perfezionamento negli ultimi tempi si deve in buona parte agli sforzi dei nostri diplomatici e funzionari a Bruxelles, esponenti di un popolo che detesta il protezionismo e le istituzioni che si guardano perennemente l'ombelico.

Visto da fuori, l'Euro non sembra il grande miracolo di cui i suoi padroni e padrini si vantano sempre: certo è che noi non ne faremo mai parte. Abbiamo votato sull'Europa in un referendum nel 1975, con due terzi dell'elettorato a favore di una comunità di stati nazionali legati dagli accordi soprattutto commerciali.

L'Europa di oggi è tutta un'altra bestia e il nostro premier David Cameron ha correttamente deciso che è ora di ridiscutere i nostri rapporti con i partner europei per cercare di creare un rapporto più pratico, realistico e adatto al mondo futuro. Noi diciamo basta con i voli pindarici, torniamo a terra e guardiamo la realtà. E cominciamo con quella che si vede e si vive a Londra. Con tutti quei giovani italiani in fuga dal modello burocratico di stampo europeista.

 

IN MUTANDE NELLA METRO DI LONDRA LONDRA MULTI ETNICA LONDRA IMPIEGATI DELLA CITY IL SINDACO DI LONDRA BORIS JOHNSON RIMASTO BLOCCATO SULLA TELEFERICA DI VICTORIA PARK jpegNUDI IN BICI A LONDRA jpeglondra city DAVID CAMERON FRANCOIS HOLLANDE DAVID CAMERON MARIO MONTI David CAmeron corre sul lungomare di Blackpool

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...