donald trump voice of america

BENVENUTI NEL NUOVO ORDINE TRUMPIANO: I MEDIA NON ALLINEATI VENGONO CHIUSI E LE AZIENDE SFANCULANO I PROGRAMMI “DEI” PER NON FAR ARRABBIARE IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO – LA RADIO PUBBLICA “VOICE OF AMERICA”, FINANZIATA DAL GOVERNO AMERICANO, CHIUDE I BATTENTI E LASCIA CAMPO LIBERO ALLE FAKE NEWS RUSSE E CINESI IN 49 PAESI DEL MONDO – LA RETROMARCIA DELLE AZIENDE SUI PROGRAMMI DI DIVERSITÀ ED INCLUSIONE: DOPO AVER SPINTO PER ANNI LE MINORANZE, ORA FANNO DIETROFRONT...

1. TOLTI I FONDI A VOICE OF AMERICA "PARLANO MALE DI ME, È ILLEGALE"

Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”

 

sede di Voice of America

Scherzavano, ma non troppo, i reporter di Voice of America quando pensavano al loro futuro e a che cosa sarebbe diventata sotto la presidenza Trump la mitica Voa, avventura cominciata nel 1942 per dare informazioni vere alle popolazioni devastate dal conflitto mondiale. «Da Voice of America a Voice of Maga», diceva uno dei corrispondenti che segue la Casa Bianca. Ma nemmeno gli incubi più terribili – diventare il megafono di Donald – avevano disegnato un risveglio così traumatico.

 

L'accelerazione è arrivata venerdì sera quando il presidente ha siglato un ordine esecutivo con il quale ha svuotato sette agenzie federali. Fra queste la Us Agency for Global Media, Usagm. È la casa madre che raccoglie tutti i media finanziati dal governo federale che operano o negli Stati Uniti o all'estero. Come Radio Free Europe, o Radio Liberty, che trasmettevano dall'Est Europa ai tempi della Guerra Fredda.

 

RADIO FREE EUROPE - RADIO LIBERTY

Sotto l'ombrello di Usagm ricade la Voa, struttura voluta del Congresso e che quindi per legge non può essere dissolta. Così anziché chiuderla, Trump l'ha svuotata.

 

Da oggi Voa spegne le antenne. La sua voce non arriverà più ai 354 milioni di utenti nel mondo che ogni settimana la ascoltano in 49 lingue. I numeri di questa macchina d'informazione sono poderosi: un budget di 260 milioni di dollari; oltre 2000 dipendenti, piattaforme radio, tv e Internet che si avvalgono di 31 studi fra televisivi e radiofonici.

 

elon musk festeggia la chiusura di voice of america con un meme sul dope - department of propaganda everywhere

Senza contare le ramificazioni nel mondo. Sabato mattina i dipendenti federali e alle 2.43 i contractor hanno ricevuto una e-mail. Viene comunicato loro che sono messi in aspettativa retribuita (non c'è un limite) e riceveranno i benefit previsti, come il pagamento dell'assicurazione sanitaria. Devono restare a disposizione.

 

Entro un giorno, se convocati, devono presentarsi in sede. Ieri sera ai contractor è stato notificato che il loro contratto sarà stracciato fra 15 giorni. […]

 

Gli uomini del Doge – la creatura di Musk per ridurre sprechi e posti di lavoro – da qualche tempo avevano preso posto nei sotterranei del palazzo della Voa al 1785 di Pennsylvania Avenue. Avevano chiesto ogni documento, spulciavano ogni voce, costi.

 

«Avevo anche risposto al questionario su cosa ho prodotto in settimana», racconta un reporter ricordando quando il mese scorso Musk aveva ordinato ai dipendenti federali di spiegare giorno per giorno cosa avessero fatto nell'orario di lavoro. Musk celebra con perfida ironia la chiusura postando il nuovo logo, "Dope, Department of Propaganda Everywhere", alla Casa Bianca festeggiano in maniera sguaiata.

 

meme su elon musk e donald trump nella tesla

[…]  Da dove attingono gli zelanti dell'ufficio stampa di Trump? Da articoli dei media della galassia ultraconservatrice. «Hanno preso dieci storie rigirandole come vogliono per giustificare tutto. Ce ne è una sui migranti transgender del 2019. Come se parlare di trans fosse la peste», si sfoga uno dei reporter presi di mira.

 

Che l'aria fosse diventata irrespirabile, che la VOA fosse nel mirino dei vendicatori trumpiani era facile intuirlo. Sin dalla nomina di Kari Lake, ex giornalista dell'Arizona, politica con un record di sconfitte alle elezioni, ma fedelissima del tycoon, a direttrice di Voa, senza ratifica del Senato.

 

sede di Voice of America

Che ha tenuto in stand by anche quella, ben più importante, di Brent Bozell III. Chi è? Un attivista conservatore fondatore di Media Research Center organizzazione che ha fra i suoi obiettivi quello di smascherare i pregiudizi dei media liberali. È nipote di William F. Buckley, il fondatore della National Review, la più prestigiosa rivista conservatrice d'America, fucina di grandi intellettuali che oggi non è proprio sintonizzata sul conservatorismo scapestrato e schizofrenico di Donald.

 

[…] Lo staff di The Donald ha iniziato a smontare ogni pilastro del giornalismo indipendente: la sala stampa della White House aperta ai nuovi media; il pool che segue il presidente rivisto per inserire media amici; l'accesso a Studio Ovale ed Air Force One bandito all'Associated Press (e Huffington Post) rea di continuare a chiamare Golfo del Messico quello che per Trump è Gulf of America. Per Trump poi i media che scrivono male di lui sono «illegali e corrotti». Cnn, Msnbc e altri «scrivono male di me al 97,6%». Questo «deve finire. Deve essere illegale», ha detto. Anzi, detto e fatto.

 

DONALD TRUMP CONTESTATO DA UNA DEPUTATA DEMOCRATICA AL CONGRESSO

2. E LE GRANDI CORPORATION SI ADEGUANO VIA DAI BILANCI DIVERSITÀ E INCLUSIONE

Estratto dell’articolo di Simona Siri per “La Stampa”

 

C'è Amazon e c'è Victoria's Secret. C'è Uber e c'è Disney. Ci sono catene alimentari, fondi d'investimento, aziende di trattori, società di intrattenimento, […] di servizi finanziari. Aziende che operano nel settore dell'alimentazione, […] dei farmaci e della salute, coprendo quasi tutti i settori dell'economia statunitense.

 

la sfilata di victoria's secret 9

Sono talmente tante che si fa prima a indicare chi non c'è - Cotsco e poche altre - nell'elenco delle grandi compagnie americane che hanno deciso di allontanarsi dai programmi di diversità, equità e inclusione.

 

La famosa sigla Dei la cui eliminazione sia nel governo federale che nel settore privato è uno degli obiettivi principali dell'amministrazione di Donald Trump, come dimostrato da una serie di ordini esecutivi firmati a gennaio, subito dopo l'insediamento.

 

Secondo un'analisi del New York Times  […]  il numero di aziende nello Standard & Poor's 500 che hanno utilizzato il linguaggio «diversità, equità e inclusione» nelle loro dichiarazioni finanziarie annuali è diminuito di quasi il 60% rispetto al 2024, dopo aver raggiunto il picco nel 2021 e nel 2022, periodo in cui il 68% delle compagnie faceva riferimento ai programmi Dei.

 

Una volontà di andare incontro al volere di Trump […] iniziata già nel 2023 dopo la decisione della Corte Suprema che bollava come incostituzionali le pratiche di ammissione di alcune università americane che utilizzavano l'etnia come uno dei criteri e che oggi, a due mesi dall'inizio del Trump 2 è in pieno svolgimento.

giornalista di Voice of America a mar-a-lago

 

Il colosso Target, ad esempio, ha interrotto i programmi che aiutavano i dipendenti neri ad avanzare nella loro carriera e a promuovere i fornitori di proprietà di americani neri. Victoria's Secret ha sostituito la parola «diversità» con «inclusione e appartenenza» sul suo sito e ha eliminato l'obiettivo di promuovere una certa percentuale di lavoratori neri.

 

Walmart - il più grande rivenditore al mondo - ha affermato che non rinnoverà un impegno quinquennale per un centro razziale di equità creato dopo l'omicidio di George Floyd da parte della polizia e che non prenderà più in considerazione la diversità di etnia e di genere dei fornitori né parteciperà a un sondaggio che misuri l'inclusione sul posto di lavoro per le persone Lgbtq+.

 

elon musk e donald trump scemo e piu scemo

[…] Amazon ha rimosso i riferimenti alla diversità e all'inclusione dal suo rapporto annuale, così come hanno fatto General Motors, Harley-Davidson, Boeing, Chipotle. La catena di bricolage Lowe's ha detto che smetterà di partecipare a eventi esterni come le sfilate del Pride e unirà i suoi gruppi di risorse per i dipendenti in un'unica organizzazione, mentre la società di telecomunicazione At&t ha eliminato una serie di iniziative Dei - tra cui incoraggiare i dipendenti a indossare spille con pronomi preferiti -, il finanziamento a eventi e gruppi Lgbtq+ e le sue borse di studio […].

 

[…] In alcuni casi il cambiamento è solo linguistico, fatto per aggirare possibili ritorsioni e beghe legali col governo federale, pur continuando l'impegno verso la diversità della propria forza lavoro.

 

[…]  Un recente memo interno della Warner Bros Discovery ottenuto da Hollywood Reporter afferma che nonostante l'eliminazione del temine Dei, la società continua a essere impegnata nell'inclusione e che «intende continuare a raccontare storie inclusive e diversificate e a costruire un team inclusivo attraverso i suoi programmi di reclutamento e formazione».

 

DONALD TRUMP ELON MUSK JD VANCE

Il cambiamento di linguaggio serve solo ad assicurarci di «rispettare il panorama legale in evoluzione negli Stati Uniti e in tutto il mondo». Secondo coloro che consigliano legalmente le aziende, il vero problema è il termine «equità» perché tende ad attrarre più attenzione di «diversità» o «inclusione».

 

«La "e" è il vero nodo», ha detto al New York Times Musa Al-Gharbi, sociologo e professore associato alla Stony Brook University.

«Per raggiungere effettivamente l'equità spesso sono necessarie politiche che alienano molti investitori».

DONALD TRUMP SEGUE L ATTACCO USA AGLI HOUTHI post di donald trump sulle grazie firmate da joe biden

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…