salvini grillo

“SALVINI FA PIU’ SCHIFO DI RENZI E BERLUSCONI” - BEPPE GRILLO SCARICA LA LEGA COLPEVOLE DI AVER VOTATO A FAVORE DEL “ROSATELLUM”: “E’ UN TRADITORE POLITICO” - E SE IL CARROCCIO S'ACCUCCIA SOTTO LA POMPETTA DI BERLUSCONI, IL M5S PENSA ALLE DIMISSIONI DI MASSA DEI SUOI PARLAMENTARI

GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

 

L'assenza che si fa sentire. Dopo il forfait in piazza a Roma giovedì, Beppe Grillo salta anche l' appuntamento al Teatro Carignano di Torino, dove era atteso per un omaggio a Dario Fo a un anno dalla scomparsa. Il garante - spiegano i 5 Stelle - non ha potuto partecipare alla commemorazione del premio Nobel per «motivi familiari», questioni che lo terranno lontano, secondo le indiscrezioni, anche da Marino e dall' incoronazione del candidato governatore per il Lazio in programma oggi.

GRILLO SALVINI

 

Al suo posto ha partecipato all'evento torinese, insieme alla sindaca Chiara Appendino, Davide Casaleggio. Lo stratega pentastellato, però, ha dribblato i cronisti che chiedevano spiegazioni sull'assenza di Grillo (annunciata dal palco e che ha sollevato dubbi di alcuni presenti) e commenti sulla legge elettorale. «Siamo qui per Dario», si è limitato a dire Casaleggio.

 

Nonostante la solita riservatezza di Casaleggio e il vuoto lasciato dal garante - che fino a poche ore fa sembrava in procinto di riprendersi la piazza e che i rumors dipingono di pessimo umore - la giornata dei 5 Stelle è stata contraddistinta da un duro scontro. Stavolta con la Lega e Matteo Salvini, «traditore politico» che - si legge in un post pubblicato sul blog - «fa più schifo di Renzi e Berlusconi messi insieme». I 5 Stelle attaccano il Carroccio, «trionfo dell' incoerenza, dell' inaffidabilità».

 

beppe grillo davide casaleggio

Ma i parlamentari lumbard , in una nota, ribattono: «La Lega vuole votare il prima possibile e, come abbiamo sempre sostenuto, con qualsiasi legge elettorale. Noi siamo semplicemente coerenti, concetto sconosciuto ai 5 Stelle che gridano all' inciucio.

Peccato che nel frattempo abbiano sistematicamente votato con il Pd ad esempio favorendo l' invasione e sostenendo il governo sull' abolizione del reato di clandestinità o contro il blocco di Mare Nostrum».

 

salvini e berlusconi allo stadio b

Il clima però è avvelenato e la lunga campagna elettorale è iniziata nei fatti. Grillo stesso in un altro post ironizza sul «patto» che ha dato vita al Rosatellum 2.0: «Pd, Lega, FI, verdiniani et similia, convergono magicamente, è un miracolo italiano», scrive. E si lascia anche scappare una bestemmia (poi rimossa). Un nervosismo di fondo, quello dei 5 Stelle, specie nei confronti del Carroccio, che alcuni leggono come la difficoltà nel ribattere alla mossa di Salvini sul Rosatellum.

 

Un passo, quello leghista, che di fatto rinforza possibili coalizioni nel centrodestra. Ma le convergenze (o le presunte affinità con la Lega ipotizzate nei mesi scorsi) non si spegneranno certo con la campagna elettorale. Anzi, c' è chi sottolinea come un trionfo nei collegi uninominali al Nord del Carroccio e al Sud del M5S potrebbe aprire scenari impensabili. Scenari, però, che dovrebbero passare sopra a quello che viene considerato, specie dall' ala più moderata, davvero come un «tradimento politico».

SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

La battaglia sul Rosatellum comunque - spiegano i 5 Stelle - è «tutt' altro che terminata». Il Movimento confida nei franchi tiratori al Senato e, in ultima istanza, in una presa di posizione di Sergio Mattarella. Solo dopo aver tentato tutte le strade (e dopo un parere positivo di deputati e senatori riuniti in assemblea congiunta), potrebbero scattare le dimissioni di massa dei parlamentari.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…