BERLUS-CANI DA GUARDIA - IL BANANA IN RAI HA AVUTO LA MEGLIO, MA PER FARCELA HA DOVUTO ADDIRITTURA CACCIARE IL DISSIDENTE SENATORE AMATO - CON L’USCITA DI SCENA DI FLAVIA PICCOLI NARDELLI, CHI È RIMASTO DAVVERO ALL’ASCIUTTO È FLI, CHE HA SOLO BRUNO SOCILLO (PERÒ COMMISSARIATO DAL BERLUSCONIANO PREZIOSI), TANTO CHE A FINI LA COSA NON È ANDATA GIÙ - LE DUE SCELTE DEL PD, COLOMBO E TOBAGI, NULLE IN CONFRONTO AI BERLUSCONES...

Renato Stanco per "Lettera 43.it"

E alla fine il copione scritto da Silvio Berlusconi e Maurizio Gasparri, l'uomo del Pdl a cui è stato delegato il compito di "marcare" stretta la Rai, è stato recitato. Senza nessuna variazione sul tema, o battute in libertà. Quando c'è di mezzo il servizio pubblico, che deve essere controllato dai partiti, non si può recitare a soggetto, bisogna seguire le battute. Virgole comprese.

LA SOSTITUZIONE DEL SENATORE AMATO. Certo, c'è voluto il cambio in corsa di un attore, il senatore del Pdl Paolo Amato sostituito a tempo di record dall'esponente di Coesione nazionale Pasquale Viespoli, vista la riluttanza del primo nell'eseguire gli ordini di scuderia. Ma chi se ne importa delle regole, dei regolamenti parlamentari, se la posta in palio sono le nomine dei direttori, gli appalti per le fiction e la scelta dei conduttori per la guida dei programmi?

UNO STRUMENTO PER VEICOLARE IL CONSENSO. E poi ci sono i talk show politici che vanno sempre addomesticati, i tg regionali che vanno piegati alle esigenze dei potentati locali. Insomma senza il controllo sulla Rai, soprattutto quando ci sono le elezioni, diventa difficile veicolare il consenso.

E i quattro cavalieri di Berlusconi si dovranno occupare di questo, non d'altro. Come vorrebbe fare Luisa Todini, imprenditrice prestata (prestata? Le ha provate tutte pur di avere una poltrona!) alla politica, senza conoscenze specifiche, ma tanto disposta ad imparare. Un po' come la Marianna Madia del Pd, scelta da Walter Veltroni, che appena eletta affermò di mettere a disposizione del partito e del Parlamento tutta la «sua inesperienza».

IL COINVOLGIMENTO DI SCHIFANI. E che il premio per questo "Far West" sia alto, lo dimostra il fatto che il Cavaliere non ha avuto nessuna riluttanza nel coinvolgere in questa farsa anche il presidente del Senato, Renato Schifani, al quale è toccato il compito di sostituire l'insostituibile, ovvero il senatore Paolo Amato con Pasquale Viespoli. E se il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha tuonato contro Schifani per la presunta violazione delle regole non lo ha fatto solo perché aveva in mano codici e codicilli, ma il manuale Cencelli.

I FINIANI RIMASTI SENZA APPOGGIO. Con l'uscita di scena dell'outsider Flavia Piccoli Nardelli, la donna che ha fatto perdere la testa a Berlusconi e al Pdl, votata dall'Italia dei valori, da Fli e dall'Api, i finiani non possono più contare su nessun appoggio al settimo piano di viale Mazzini. E senza una testa di ponte in consiglio di amministrazione, esprimere preferenze e dinieghi nel momento in cui sul tavolo ci sono le nomine da fare diventa difficile, se non impossibile.

L'UNICO APPIGLIO? BRUNO SOCILLO. Scorrendo le poltrone della Rai, allo stato attuale, Fli può contare solo e soltanto sul direttore della radiofonia Bruno Socillo. Il quale, però, è commissariato da Antonio Preziosi, di stretta osservanza berlusconiana, direttore dei giornali Radio e di RadioUno. Nel gioco dei pesi e contrappesi Futuro e libertà non dispone né dell'uno né dell'altro. Ecco perché il presidente della Camera si è cosi agitato, al punto da ingaggiare un duello senza precedenti con il presidente del Senato.

Nella recente storia repubblicana uno scontro così duro fra la seconda e la terza carica dello Stato non si era mai visto. Ma lo si è visto perché Amato, il senatore ribelle del Pdl, causa e ragione di questo duro confronto, non è soltanto un parlamentare in rotta di collisione con il Pdl, pur essendo stato per anni il braccio destro di Denis Verdini, ex coordinatore del Pdl e capo del partito in Toscana, ma un esponente politico che dialoga con Fli, che segue da vicino il percorso di Futuro e libertà.

L'AIUTO DALL'UDC DI CASINI. Amato ha già posto le basi per il suo ricollocamento, piazzando un ex consigliere regionale, anche lui ex fedelissimo di Verdini, nel direttivo del movimento guidato da Fini. Altro che violazione delle regole. L'unica regola violata è quella del rispetto della democrazia. Alla quale Fini, nel momento in cui ci sarà da scegliere il direttore del Tg1 o il timoniere di RaiDue, non potrà che far ricorso, chiedendo una mano all'Udc di Casini che ha confermato il proprio consigliere. Ipotesi suggestiva, ma difficilmente praticabile.

IL PD PREFERISCE NON SCEGLIERE. E il Pd, dal canto suo, non ha fatto meglio del Pdl. Ha semplicemente scelto di non scegliere, facendo eleggere due brave persone, che rischiano di essere "sbranate" dai "mastini" di Berlusconi. Forse potrà qualcosa l'ex pm di Mani pulite, Gherardo Colombo, ma non certo Benedetta Tobagi, a digiuno di televisione e di consigli di amministrazione. Con un consiglio di amministrazione così, i due rischiano di essere votati al martirio.

EVITARE PERICOLOSE SBANDATE A DESTRA. Toccherà, dunque, agli uomini e alle donne indicati dal governo, Anna Maria Tanrantola, Luigi Gubitosi quale direttore generale e Marco Pinto, membro del cda indicato dal Tesoro, tenere la barra dritta, in modo da evitare pericolose sbandate a destra, o a sinistra. Non sarà facile, ma hanno l'obbligo morale e politico di provarci. Non fosse altro per la cifra del canone che ogni anno paghiamo alla Rai per far giocare i signori dell'etere scelti da Berlusconi per tenere a bada la Rai.

 

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