margherita boniver

“HO FATTO RICORSO ALLA CHIRURGIA ESTETICA, MA L’HO PAGATA CARA” – MARGHERITA BONIVER, EX MINISTRO SOCIALISTA E PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE CRAXI, SI RACCONTA - "MI HANNO INIETTATO UN FILLER NELLE LABBRA CHE MI HA DETURPATA QUASI PER UN ANNO. SCALFARI? È STATO UN MIO CORTEGGIATORE, SIAMO ANDATI DUE O TRE VOLTE A CENA INSIEME E LUI MI REGALAVA DEI TESTI DI POESIA GRECA” – LE COMUNISTE CHE "VESTIVANO MALE", BERLUSCONI “COLLEZIONISTA DI DONNE, CLASSICO MASCHIO ITALIANO DELL'EPOCA” – “MELONI CON IL CASO ALMASRI È CADUTA IN UN PRECIPIZIO DI CREDIBILITÀ. LA SCHLEIN? È SOLO UNA PARENTESI, IL POTERE NEL PD NON È CERTO NELLE SUE MANI”

 

Maria Corbi per la Stampa - Estratti

margherita boniver 3

 

Margherita Boniver, classe 1938, parlamentare in diverse legislature della prima e seconda Repubblica, più volte ministro, sottosegretario agli Esteri, inviato Speciale del Ministro degli Affari Esteri per le emergenze umanitarie, molte onorificenze, presidente della fondazione Craxi.

 

Oggi, onorevole, com'è la sua vita?

«Improntata alla cautela. Sono consapevole che le cose sono già successe. Mi sento quasi archiviata. Guardo con simpatia al passato e non sono nostalgica. Mi rendo conto di aver avuto una vita interessante e appagante».

 

Sul web si trovano molte notizie sulla sua vita pubblica, ma quasi nessuna su quella privata.

«Meno male. Sono sempre stata attenta a tenere le cose separate. Ancora oggi non sono sui social e non intendo entrarci anche se mi rendo conto che questo mi isola. Ma va benissimo così. Ho qualche amico, una figlia adorabile, ancora molta curiosità».

 (…) 

Quando ha iniziato a fare politica?

«Quando ho conosciuto Bettino Craxi nel 1968 collaborando alla campagna elettorale di Eugenio Scalfari».

 

Eugenio Scalfari che poi divenne un fustigatore del craxismo. Che rapporto avevate?

«Era stato un mio corteggiatore quando ancora abitavo a Roma, siamo andati due o tre volte a cena insieme e lui mi regalava dei testi di poesia greca. Poi sono rimasta stupita dall'acrimonia, dall'odio che ha avuto nei confronti di Bettino quando era direttore di Repubblica. E poi la stessa cosa è capitata a Berlusconi».

 

margherita boniver

Il suo periodo berlusconiano è durato 10 anni.

«Dal 2001 al 2016 quando sono uscita dal Parlamento. Una volta uscita da Forza Italia i nostri contatti si sono interrotti in maniera assoluta. Non sono più riuscita a vederlo e nessun collega mi ha mai contattata».

 

Per quale motivo?

«Nessun motivo, non sei più utile».

 

 Una volta lei ha detto che Berlusconi odiava avere un partito politico. Sicura?

«Lui amava avere uno strumento di pressione, ma non i rituali della politica. Quello che dicevamo tra di noi sottovoce è che non era lui che governava».

 

E chi?

«Gianni Letta. Non mi sembra una rivelazione. In ogni caso Berlusconi è stato un presidente del Consiglio positivo con una politica estera che ho condiviso dall'inizio alla fine. Dal 2001 al 2006 era subentrato al ministero degli Esteri perché si era dimesso Renato Ruggiero e ci ho collaborato benissimo. Mi è piaciuta anche la sua posizione pro Israele».

 Che ricordo ne ha umanamente?

«Gentile, spiritoso, sempre di buon umore. Non incuteva rispetto o timore, come invece Bettino Craxi».

Certo la sua visione dell'Universo femminile non era illuminata, per usare un eufemismo.

«Quanto di più lontano dal mio modo di vedere e sentire. Era un collezionista, classico maschio italiano dell'epoca».

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La Meloni le piace?

«Sì, mi piace anche se il mio voto non va così a destra ovviamente. Non ha fatto gravi errori, e una sua riaffermazione è possibile. Se lo meriterebbe quanto meno. Anche le sue uscite in politica internazionale sono andate bene».

 

Almasri?

«Quello si è stato cadere in un precipizio di credibilità».

 

La Schlein le piace?

«È brava, veloce, intelligente ma al di là di questo mi risulta difficile immaginare una piattaforma delle sinistre che possa battere il centro destra. La Schlein è solo una parentesi, il potere nel Pd non è certo nelle sue mani».

 

Quanto è stato difficile essere donna nella politica anni 80?

margherita boniver 2

«È stato entusiasmante. Quando sono stata eletta al Senato nel 1980 eravamo tre donne in tutto. Io la Falcucci e la Rosa Russo Iervolino».

 

Amiche o solo colleghe?

«Avevamo vite di partito separate ma c'era un anelito di spirito collaborativo su alcuni argomenti».

 

Oggi lei è presidente della Fondazione Craxi.

«Messa in piedi nel 2000, anno della morte di Bettino, da sua figlia Stefania. Necessaria oltre che utile non solo per la memoria di Craxi, ma per onorare la verità».

 

Che cosa ha significato per lei la bellezza?

«L'ho sempre considerata come uno strumento utile, non una missione. Non ci si arrende però e ho anche ricorso alla chirurgia estetica, all'età giusta, 50 o 60 anni. Mi hanno iniettato un filler nelle labbra che mi ha deturpata quasi per un anno. L'ho pagata cara».

Dicevano che lei in Parlamento era la donna più elegante.

«Diciamo che la concorrenza non era agguerrita. Le colleghe comuniste erano vestite da Gum, come dicevamo».

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Ha perso suo marito Ferruccio Formentini durante il Covid.

«Un dolore lancinante. I medici se lo sono portato via, vestiti come astronauti. E non ho mai potuto né vederlo né parlargli al telefono»

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(…)

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