busia

UN BUSIA TRA APPALTO E REALTA’ – GIUSEPPE BUSIA, IL PRESIDENTE DELL’ANAC (AUTORITA’ ANTICORRUZIONE) VICINO A CONTE, DEMOLISCE IL NUOVO CODICE DEGLI APPALTI: “CON GLI AFFIDAMENTI SOTTO SOGLIA I LAVORI FINISCONO ALLE IMPRESE VICINE ALL’ASSESSORE O AL SINDACO – CHI È SENZA COMPETENZE POTRÀ AFFIDARE LAVORI FINO A 500.000: È COME PERMETTERE DI GUIDARE IN CITTÀ SENZA PATENTE" – LA RICHIESTA AL PARLAMENTO DI RIPRISTINARE IL REGISTRO ANAC DELLE SOCIETÀ IN HOUSE E LA NORMATIVA DEL CONFLITTO DI INTERESSI

Estratto dell’articolo di Chiara Brusini per ilfattoquotidiano.it

 

busia

“Aver alzato la soglia degli appalti a 500.000 euro per le stazioni appaltanti non qualificate è come permettere di guidare in città senza patente dove c’è il limite dei 50 km”. Parola del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia, che durante il convegno ‘Cantiere Italia. Tra Pnrr, emergenze e nuovo codice appalti’ nella sede dell’Ance ha nuovamente sparato alzo zero su alcuni punti del nuovo Codice appalti scritto dal Consiglio di Stato e approvato in consiglio dei ministri a dicembre, ora in Parlamento per i pareri delle commissioni.

 

Nel mirino sia la decisione di “permettere di fare appalti fino a mezzo milione per chi non è capace di farlo, perché non qualificato”, con la certezza – più che rischio – che così “i lavori e gli acquisti si fanno male, si spende molto di più del necessario e si buttano soldi pubblici“, sia l’eliminazione dell’elenco gestito da Anac delle società in house a cui le amministrazioni danno affidamenti diretti e l’ammorbidimento delle norme sul conflitto di interessi.

giuseppe busia

 

 

La riforma delle norme sui contratti pubblici è uno degli obiettivi cruciali del Recovery plan, “ma non basta farla”

 

Per prima cosa, secondo Busia, aver assecondato i Comuni che come sempre hanno chiesto deroghe all’obbligo di qualificazione (peraltro ancora lettera morta) per continuare a gestire gli affidamenti – e hanno ottenuto di poterlo fare per lavori fino a 500mila euro – è stato un grave errore: “Occorre riportare la soglia a 150.000 euro. Sopra quella soglia per fare appalti bisogna essere qualificati. Oggi in Italia non possiamo permetterci un numero spropositato di stazioni appaltanti, oltre 36.000. Devono scendere a un terzo delle attuali. Le centrali di committenza qualificate non possono essere più di 100. Altrimenti le pubbliche amministrazioni soccombono nella contrattazione con i grandi gruppi privati“. Una prospettiva da brividi, nell’anno in cui dovrebbe iniziare la concreta messa a terra dei fondi del Recovery. E colpisce che la condividano anche i costruttori, visto che per Federica Brancaccio, presidente dell’Ance, con questa norma “si rischia di sottrarre al mercato una grande fetta” di lavori.

 

 

(...)

giuseppe busia 1

Altri rischi sono legati all’aggiudicazione dei contratti pubblici sotto soglia, per i quali sono consentiti gli affidamenti diretti o con procedura negoziata: “Anac è per semplificare e affidare in maniera veloce. Ma attenzione: ragioniamo sul sotto soglia. Non può essere che assistiamo a continue forniture di servizi da parte dei Comuni tutte a 140.000 euro, per stare sotto la soglia e affidare contratti direttamente. Così si privilegiano i soliti noti, i più vicini all’assessore o al sindaco, non le imprese migliori, quelle con i prezzi più bassi, quelle che lavorano meglio. Grazie alla digitalizzazione è possibile fare in fetta, ma anche bene. Senza ricorrere sempre agli affidamenti sotto soglia in maniera discrezionale“.

 

 

(...)

GIUSEPPE BUSIA

“Sbagliata”, poi, la soppressione dell’elenco dell’in-house gestito da Anac: “È stato abolito il registro che verifica quali in-house hanno le caratteristiche per operare correttamente. Due terzi dei richiedenti non hanno quelle caratteristiche, e finora sono rimasti esclusi dall’elenco. Ora entreranno tutti. Ha senso questo? Favorisce una migliore gestione e fornitura di servizi? Aiuta a fornire servizi a prezzi più competitivi? Favorisce la libera concorrenza e la scelta dei fornitori migliori? Io credo di no. 

anac

 

Infine, “Anac chiede il ripristino della normativa del conflitto di interessi nel nuovo codice appalti. Il settore dei contratti pubblici è delicato. Anche se non c’è la bustarella o la corruzione danneggia l’interesse pubblico scegliere l’impresa amica, quella più vicina e non la migliore. Non è interesse soltanto di chi ha perso la gara, evitare il conflitto d’interesse. È interesse collettivo di tutti, per il bene comune e la scelta migliore delle imprese nell’affidare appalti e servizi”.

Giuseppe Busia PRESIDENTE ANACGIUSEPPE BUSIA 1busiaappaltoGIUSEPPE BUSIA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…